96-A-LA LINGUA, LA PAROLA-I doni naturali


















 LA LINGUA, LA PAROLA


La voce, la lingua, la bocca, la parola:  parlare, alito che si muove, emettere dei suoni, pensiero concretizzato, comunicare, ecco il terzo dono.



       






I primi due possiamo considerarli doni a personam; infatti tutto quello che vediamo o che sentiamo condizionano il nostro essere verso la via del bene e della vita o verso la via del male e della morte.
Il mio comportamento soltanto di riflesso può procurare guai o aiutare gli altri; cioè, ciò che vedo o ciò che sento può indurre un’altra persona a fare come me, ad imitarmi che se pur è grave, però non è diretto; non condiziona, non obbliga; è sempre la volontà dell’altro a volerlo o no; egli può seguirmi o decidere di non farlo.
Così non è della parola; essa serve per comunicare con gli altri orecchi, ed il suono che noi emettiamo può essere di bene o di male per entrambi.
La bocca parla di ciò che il cuore è pieno” Matteo 12:34
La bocca del giusto è una fonte di vita” Proverbi 10:11
La bocca dello stolto è una rovina imminente” Proverbi 10:14



       



  Il linguaggio, la parola, che dono! Ci avete mai pensato?

Nel mondo conosciuto soltanto l’uomo parla; tutti gli altri animali emettono dei suoni, di intensità e di qualità diverse, ma la capacità di esprimersi con le parole è una caratteristica esclusivamente umana; è un dono di Dio



Dio parla; “Dio è la Parola” Giovanni 1:1-5
Dio è l’artefice della parola nell’uomo fatto a sua immagine. 
L’uomo parla perché Dio è Parola.
Dio si è manifestato all’uomo con la parola; ha parlato con la Sua voce fin dai tempi antichi; è il Dio della Parola; Gesù è la Parola di Dio manifestata in carne, il Verbo incarnato, l’ultima parola di Dio.
"Senza dubbio, grande è il mistero della pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria". 1^Timoteo 3,16



                            



Ma a cosa serve effettivamente il linguaggio? La parola serve per comprendere, per capire gli altri e per farci capire dagli altri; e nel capire gli altri noi capiamo anche noi stessi.
La parola entra nella nostra mente dall’orecchio, attraversa tutto il nostro essere, la nostra anima, la nostra intelligenza, i sentimenti; arriva alla nostra coscienza e raggiunge il cuore dell’uomo, il suo spirito.
Attraverso il linguaggio comprendiamo (nostri e degli altri) comportamenti sociali, stati mentali, disposizioni dell’essere, espressioni di volontà, soddisfazioni presenti, prospettive future.
Attraverso il linguaggio esprimiamo noi stessi, chi siamo, cosa pensiamo, come ci comportiamo, cosa faremo.
Esprimiamo la storia, il nostro passato, il presente, il futuro. E’ il solo modo di comunicare che permette la diffusione di informazioni, i fatti accaduti, ciò che sta avvenendo, le intenzioni che avremo.
Esprimiamo quindi il nostro stato di essere e di vivere, nella famiglia, nella società, nel mondo.
Esprimiamo diritti e doveri di creature che vivono insieme, l’etica, le credenze, le religioni, la politica, i desideri, le volontà, fatti e cose con la loro posizione.



                         


    



La voce è utile anche per indicare l’imminenza di pericolo.
I consigli, le indicazioni, i suggerimenti servono a salvare le persone dal pericolo di farsi del male, o addirittura morire. (i genitori con i figli, le autorità con i cittadini)
Altre volte occorre più immediatezza; occorre alzare la voce per farci capire subito. “Attento! C’è pericolo”
Gli animali gridano quando la loro specie è in pericolo, si avvertono per fuggire e salvarsi.

Qual è il nostro grido per l’umanità?

          





La nostra specie è in pericolo!

Dio da sempre ha avvertito l’uomo dai pericoli che avrebbe trovato sulla sua strada.
Ha avvertito Adamo ed Eva, Caino, Noè con l’arca della salvezza. 
A Babele avverte ancora confondendo il linguaggio, ma l’uomo come dicevo precedentemente ha ascoltato altre voci.



Dio ha avvertito continuamente il suo popolo per millenni mentre si preparava a lanciare il suo ultimo grido dall'alto di un legno, morente, per essere ascoltato da tutti.




   












   





Questa voce, questo avvertimento, è stato fatto carne, per delle orecchie di carne, ha abitato tra gli uomini piena di grazia e di verità; luce per gli occhi degli uomini.
Gesù ci parla del perdono di Dio e della riconciliazione con Lui. La croce, e il perdona loro... è il grido di un uomo a tutti quelli della sua specie che consapevolmente o inconsapevoli vanno verso la distruzione.
Quando sarò innalzato trarrò tutti a me”
Perdona loro perché non sanno” è il grido di salvezza!
Ma soltanto quelli della sua specie, quelli che Dio ha chiamato, quanti ne ha preparato, quelli l’udranno.
Dio quando ha detto una cosa, non la farà? O quando ha parlato, non manterrà la sua parola?” Numeri 23:19



Dio ci ha parlato, ci ha comunicato, ci ha informato ci ha promesso e portato salvezza; ci ha preparato e ci prepara per l’età che viene.
Io riconosco che Tu puoi tutto e che nulla può impedirti un tuo disegno” Giobbe 42:2
Ci ha dato inoltre il mandato di comunicarlo agli altri della nostra specie, con la nostra voce sostenuta dal suo Spirito. Qual è il nostro grido per l’umanità?



Dio ha confuso le parole degli uomini alla torre di Babele perché il loro cuore macchinava disegni malvagi: di orgoglio, di presunzione, di vanità, di idolatria, di omicidio.
Oggi che stiamo avvicinandosi ad un unico parlare, (tutti conoscono una sola lingua) che disegni macchina il cuore dell’uomo, che parole proferisce?     

        




Pace o guerra, riconciliazione con Dio o ribellione.

               




La scienza, la tecnica, la medicina, la biologia vogliono ancora innalzare l’uomo e renderlo immortale così com’è, (umanoidi robot, androidi) vincere la morte costruendo un uomo nuovo materialmente (sostituzione di organi fabbricati geneticamente, la clonazione, la lettura di tutto il D.N.A. dell’uomo)
Non è forse ancora questa la strada della disubbidienza a Dio; della presunzione antica di essere come Dio, di raggiungere l’albero della vita senza Dio, l’eternità senza di Lui.
E’ ancora questo il parlare dell’ uomo.
Le parole di Gesù sono: “Io sono la via, la verità, la vita” Parole di verità, per una generazione stolta e perversa che ancora non ricerca Dio nonostante la storia, parole di vita che indicano la strada da percorrere.
Riescono le nostre parole a sconfiggere le parole magiche, incantatrici dei sapienti del momento (i mas media, i politici, le religioni) come il bastone di Mosè sconfisse i serpenti dei magi di faraone.

     




Sono certezze la nostra vita e la nostra strada senza contraddizioni è verità di comportamento.
Gesù riuscì già dall’età di dodici anni a stupire con le sue parole di cultura, di sapienza, di certezza i sapienti e i dotti del suo tempo.
Evangelizzare cosa vuol dire, se non parlare, usare la voce per la buona notizia di Dio.
Qual è il nostro suono per l’umanità? Che tonalità adoperiamo?
Minacciosa, come certi predicatori del passato che non venivano ascoltati?
Debole, senza forza, senza fiato, senza parole, inoffensiva? Forse tiepida e poco persuasiva? Oppure potente!
Non con discorsi persuasivi...ma in dimostrazione di Spirito e di potenza”
1^Corinzi 2:45-1^Tessalonicesi 1:5



Iddio, dopo aver in molte volte e in molte maniere parlato anticamente ...” Ebrei 1:1-3
Parla ora attraverso i suoi figli.

                    








L’orecchio non discerne esso le parole” Giobbe 12:11 “Oggi se udite la sua voce non indurite il vostro cuore” Ebrei 3:7



E’ molto importante quindi saper controllare le nostre parole anche nelle tonalità della voce, e negli atteggiamenti della nostra persona.
Dalla bocca esce il dolce o l’amaro; una fonte non può dare acqua dolce o acqua salata.
O sei nato di nuovo o non lo sei; e se sei credente o segui la carne o segui lo spirito.
( meditare, esaminarci)



Siate voi stessi, lo Spirito vi guida; parlo a dei credenti ciò che avete dentro tiratelo fuori, è quello che serve per un mondo che sta soffrendo, è la speranza della vita.
    



Dio parla al nostro cuore, sappiamo ascoltarlo! Ci dice parla al cuore degli uomini, dei tuoi fratelli.
Mi ami tu? .....Pastura le mie pecorelle.” Giovanni 21:16
E che parole usiamo? Parole dure di giudizio, o parole d’amore, di perdono, di comprensione, di accoglienza.
Sono parole autorevoli! Gesù è l’autorità per tutti; parole di forza nella mansuetudine, nell’umiltà che rivestiva.
Vogliamo assomigliargli così. Siamo parte integrante della parola , un solo corpo con Lui che ne è il capo.
Come Gesù siamo la parola di Dio per gli uomini, per i fratelli.
La bocca parla di ciò che il cuore è pieno” Matteo 12:34 
Un cuore insanabilmente malvagio, o un cuore nuovo, rinnovato dalla presenza eterna di Dio.
Non siate doppi nel parlare” 1^Timoteo 3:8
Il vostro parlare sia si, sì; no, no; poiché il di più viene dal maligno” Matteo 5:37
         



Bisogna imparare a parlare e a saper parlare con il prossimo, avere l’abitudine ad essere chiari, concisi, essenziali, senza sfoggio di parole vane, retoriche, lusinghiere.
Essere sinceri, trasparenti, in contrapposizione alla falsità diventata moda di questo mondo in cui viviamo; riuscire a farsi esaminare interiormente per essere di aiuto, prima di esaminare, di giudicare gli altri. Saper allontanare l’ipocrisia imperante, il secondo fine o la malizia che invece si vuol dare alle parole, non parlare solo per formalità, o con parole d’uso vano e senza senso. No alla moltitudine, alla religiosità delle parole. Essere coerenti in quello che si dice anche se passera del tempo, e potrà essere a nostro svantaggio.
Esser fermi contro i compromessi, alle mezze frasi, alle mezze verità. E’ meglio non aprire bocca dimostrando di non saper nulla: che aprirla e togliere ogni dubbio; meglio non promettere che promettere e non mantenere.
Quando si parla, specialmente nel campo della fede, essere un’autorità, avere certezze e verità.
(Gesù ,in verità, in verità- Paolo, certa è questa parola...)
Una sola bugia, una menzogna che si dice a fin di bene, un atteggiamento, uno sguardo che non riflette ciò che diciamo può compromettere tutta la nostra predicazione, l’evangelizzazione: compromette il nostro parlare per la salvezza perché non saremmo creduti.

   




Il poter dire ciò che si vuole, che è di attualità deprimente, tutti dicono tutto ciò che vogliono. Questo non va preso leggermente perché la libertà della parola non è fine a se stessa, ma è al servizio della verità.
Questa è etica cristiana: avere dialoghi con Dio, (non ci si può beffare di Lui) nella famiglia, nella società, nella chiesa, essere sobri, seri, sinceri, parlando con semplicità, con umiltà.
La parola in libertà fa il gioco del nemico. Sa adoperarla meglio di noi. ( Eva- Gesù)
Saper trattenere la lingua” Giacomo 1:26- 3:312
Le parole buttate al vento, senza freno sono un danno per se stessi e per gli altri.
L’uomo renderà conto di ogni parola oziosa che avrà detto” Matteo 12:3637



Ma Dio non ha buttato parole al vento, le sue promesse si sono sempre verificate!
Così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto, senza aver compiuto quello ch’io voglio” Isaia 55:11




In questi ultimi giorni ha parlato a noi mediante suo Figlio” Ebrei 1:2Ascoltatelo disse!
E’ stato ascoltato? Anzi.... Con cosa hanno accusato Gesù ? Con le parole. Per mezzo delle parole hanno compiuto il misfatto. Hanno atteso che parlasse La Verità “Sì lo sono” Per rifiutarla, accusarla, condannarla e farla morire. Non si sono trovati fatti contro di Lui, ma le parole,
Ha detto di essere uguale a Dio”.
Nelle parole si può trovare il pretesto per compiere un’azione malvagia; con le parole ancora si può poi cercare di coprirla.
“ Uno di voi mi tradirà” Giuda, e Pietro “ Tu mi rinnegherai tre volte” con le tue labbra.
Dove ? Ora è rivolto a noi:
Quando l’avrai fatto a uno di questi piccoli è come l’avessi fatto a me”.
Poi la prova di noi stessi nei due comportamenti il dolce o l’amaro (Pietro- Giuda).
La coscienza, la consapevolezza di essere in errore, di poter sbagliare, il pentimento, il ritorno a Dio.
La verità viene dallo Spirito, la falsità viene dalla carne, lo Spirito convince di peccato esorta a ravvedersi a tornare a Dio.



                             



Dopo l’accusa Gesù non ha più parlato, perché? “ Muto come una pecora davanti a chi la tosa” qual è il motivo?



Non avrebbero più saputo ascoltare le sue labbra suadenti e convincenti, parole di pace, piene di potenza, (miracoli) colmi come erano delle proprie falsità, concupiscenti di omicidio. Ascoltavano dal proprio cuore soltanto “A morte, a morte”.



Tutti aspettavamo che Gesù lanciasse il suo ultimo grido dalla croce, come un animale ferito a morte avvisa quelli della sua specie per salvarli.
Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

                  




Dobbiamo ascoltare l’ultima Parola di Dio?



Se non riesci a sentire la voce di Dio vuol dire che sei troppo lontano da Lui, il tuo senso uditivo è frastornato, la tua vista è annebbiata.
Non vedi la croce, non senti Gesù che grida.
Dio non ha più nulla da dirti.



Nella sua parola il Signore dice:
Vi ho chiamato e non avete risposto; ho gridato e non avete sentito; vi siete turati le orecchie per non sentire e così Io mi metto in silenzio.”
Il silenzio è la più terribile condanna da parte di Dio che è Parola.
Tocca a te uomo ritornare, riavvicinarti, riconvertirti, rivolgerti a Dio e Lui si riavvicinerà a te. Non c’è altro da fare. Devi ricevere Gesù, la Parola fatta carne per noi.
Dio non ha forse parlato chiaramente e potentemente? Tutto questo non è forse espressione di Dio. L’ultima espressione; ma non ancora?...
Dio chiama potentemente un uomo alla resurrezione, a una nuova vita. Gesù risorto dai morti.

                       




Morto per te, ora vivente che ti chiama ancora.
Accettarlo è decisivo per la tua vita.
Guardate di non rifiutare Colui che parla ..dal cielo” Ebrei 12:25
Gesù venne e si presentò.
Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi” Giovanni 20:21
Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli...insegnando loro d’osservare...” Matteo 28:19-20

 




Gesù ha speso la sua parola non in modo misurato, ma si è dato interamente, ha parlato fino all’ultimo suo grido.
Così pure noi non dobbiamo essere misurati nelle nostre parole per il signore.
La parola di Dio opera efficacemente in voi”. 1^Tessalonicesi 2:13
Il risultato è che i tessalonicesi erano diventati un esempio per tutti i credenti...e la fama della loro fede in Dio si era sparsa in ogni luogo.
Voi scriveva Paolo siete il nostro vanto e la nostra gioia.
Analizzando attorno a noi, possiamo asserire le stesse cose? Siamo un esempio per chi ci è vicino? Siamo motivo di vanto e di gioia per la chiesa?
La parola di Dio opera efficacemente in noi?



Vedete che importanza hanno le parole! Gesù ha dimostrato ancora una volta, l’ultima, di rispettare il gran comandamento “ ama il prossimo tuo...”.
Per l’umanità è stato giusto sino all’ultimo anche nelle parole.
Ha pensato all’altro più che a se stesso; questo deve indurci a meditare sull’importanza che hanno le ultime parole di Gesù, sul senso del dono della voce, sulla responsabilità e sull’impegno che ha e può avere anche una semplice frase che esce dalla nostra bocca.
“ D’ogni parola oziosa che avranno detta, gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio”. Matteo 12:36
Le tante frasi abitudinarie e vuote di tutti i giorni vanno sostituite, cambiate con frasi più concrete, più giuste, più efficaci, di stimolo per il prossimo, per l’umanità.

         




State sobri,...e siate santi in tutta la vostra condotta”.1^Pietro 1:1315
Ma sia il vostro parlare: Si, si; no, no; poiché il di più viene dal maligno”.Matteo 5:37
Chi è savio e intelligente fra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere in mansuetudine di sapienza”. Giacomo 1:26
Ci esorta Giacomo parlando del tenere a freno la lingua.



A diversità di tempi e di luoghi Gesù ha pronunciato frasi sapienti, convincenti, concrete, positive, di perdono, diventate storiche e così importanti da essere citate anche da non credenti. Soltanto in pochi casi ha pronunciato parole dure e di giudizio, verso dei religiosi pseudo possessori di verità.
Nel saper parlare (con verità) si è guadagnato il diritto di poter parlare.
Molti, oggi sanno parlare: sentiamo i mas-media, giornalisti, politici, sapienti, dottori, religiosi, psicologi, umanisti. Ma quanti si sono guadagnati il diritto, al di fuori dell’istruzione e della cultura, con una vita di esempi positivi e maturi, di poter parlare sui grandi temi della vita.



       



                               



Gesù è l’esempio di parola e di vita per tutti. Noi siamo chiamati a seguire questa Parola e questa vita e quindi a potere e a dovere parlare al mondo.
Questo è ciò che Dio vuole da noi.
Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”. Marco 16:15
Abbiamo il dono della parola e abbiamo il mandato per parlare.
Le parole che Tu mi hai date, le ho date a loro...affinché il mondo conosca che Tu mi hai mandato” Giovanni 17:8-21
La bocca può parlare quando la vita parla: vita di coerenza, di umiltà, di mansuetudine, di comprensione, di altruismo, di amore per l’uomo, il prossimo.
Noi siamo chiamati e possiamo parlare ora e subito, perché non è la nostra vita a parlare, comunque debba essere anche la nostra vita che deve parlare, (siate santi poiché Io sono santo) ma è la vita di Gesù che parla per noi e con noi; quindi noi ora parliamo di Lui. Della sua vita, della sua coerenza, della sua obbedienza, del suo essere al nostro posto , del suo perdono nella sua morte, della sua salvezza nella resurrezione, della sua autorità, della sua potenza, della sua divinità regale, ora ed in eterno.
Andate, presentatevi nel tempio e annunziate al popolo tutte le parole di questa vita” Atti 5:20
Lo ha innalzato con la sua destra, costituendolo Principe e Salvatore, per dare ravvedimento a Israele, e perdono dei peccati. Noi siamo testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono” Atti 5:31,32
Ogni giorno, nel tempio e per le case, non cessavano di insegnare e di portare il lieto messaggio che Gesù è il Cristo.” Atti 5:42



  



                                 



Siamo chiamati...! Ma abbiamo cercato di guadagnarci il diritto di essere ascoltati?
La nostra vita parla?
Gesù si è guadagnato il diritto di parlare:
-al corpo, (miracoli-guarigioni)
-all’ anima, (perdono-salvezza)
-allo spirito dell’uomo (amore-Dio Padre)
mentre era ancora peccatore, per stabilire con lui un profondo rapporto intimo, interiore, personale; donandosi e amandolo completamente.



Abbiamo cercato di stabilire profondi rapporti, di fiducia, di stima, di affetto con il nostro prossimo?
Abbiamo azioni e relazioni pacifiche in contrapposizione a quelle che causano contese e divisioni?
Le parole sono il nostro primo atto d’incontro, di accoglienza, di uguaglianza con gli altri.
Le parole benevoli sono pure agli occhi Suoi”. Proverbi 15:26
Si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca”. Luca 4:22
La risposte dolce calma il furore, ma la parola dura eccita l’ira”. Proverbi 15:1
Cominciare a praticare nella nostra vita questi rapporti con parole positive in modo che si veda come frutto esteriore il nostro comportamento determinato da un interiore autentico, spirituale.
Cerchiamo di cambiare le radici dell’amarezza, della gelosia, della rivalità con quelle della grazia e delle virtù per fare maturare attorno a noi il frutto dello spirito più visibile a quelli che ci sono attorno e ci frequentano.
Soltanto avendo compreso sino in fondo l’amore e la grazia di Gesù per noi ci porterà a cambiare, a modificare atteggiamenti e parole della nostra vita.
Sostituire il vecchio frutto, quello della carne, non sarà semplice né immediato, ma Dio sarà con noi e ci esorterà ad essere facitori della parola, a metterla in pratica, a trarne esperienza e saggezza.

          






                       



Quando comunichiamo comportamenti o parole agli altri, o reagiamo con loro, dobbiamo farlo con gran cura per cercare sempre da essi azioni o reazioni positive. Non dobbiamo provocare in loro atteggiamenti difensivi, offensivi, o di nascondimenti per paura di giudizio. Se provochiamo negli altri queste reazioni negative, dobbiamo mettere in discussione la qualità di come ci rapportiamo, e se abbiamo sbagliato, cercare subito di recuperare chiedendo scusa e ristabilire il rapporto in positivo.
Come vorreste che si esprimessero le persone con voi; con modi bruschi e duri, o con dolcezza e comprensione.
“ Tutte le cose che volete che gli uomini vi facciano, fatele voi a loro”. Matteo7:12
Alcuni vogliono invece che crediamo che il miglior modo per diventare cristiani, oppure essendo già credente, la santificazione, sia il confronto diretto con il proprio peccato.
Il peccato va denunciato! Deve esserci il pentimento! Certo! Ma se Gesù avesse fatto così con dei peccatori quali eravamo? Cosa avrebbe prodotto? Recupero o perdita?
E noi cosa vogliamo produrre abbandono o salvezza.
Sono venuto a salvare ciò che era perduto”.



        



La durezza, lo scontro, il giudizio cosa compiono su una persona ferita e bisognosa?
Essi producono: paura, rifiuto, nascondimento, rabbia.
Nessuno vorrebbe essere trattato così male, quando sta male.
E noi quante volte...?



Ricordatevi del buon samaritano.



Noi quindi vogliamo invece curare quelle ferite, aiutare, raccogliere, perdonare e stabilire quei profondi rapporti di fiducia che soltanto dopo potranno consigliare, informare, ammonire e potranno pretendere attenzione.
Nelle conversazioni sono disponibile ad aprirmi, a raccontare di me, della mia vita, senza reticenze, ma con verità e sobrietà; sono attento ad ascoltare gli altri senza essere prevenuto dalla loro condizione, (cultura, etica, religione, razza, idea politica, stato civile, genere).
Fino a che grado posso farlo.
Candidi come colombe, ma scaltri come serpenti”
Fin dove voglio farlo io?

                                 




Qual è però il limite che ci insegna la parola di Dio.
Il bene per gli altri è: Paziente, non invidia, non si vanta, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non si inasprisce, non sospetta il male, né lo tiene di conto se glielo fanno, non gode delle ingiuste avversità di cui lui e gli altri ne possono venire colpiti, gioisce quando la verità viene detta.
Il bene per gli altri è: Sopportare e soffrire, ma credere e sperare certamente ogni cosa che viene buona da Dio.”
Nei dialoghi più saremo espositivi, più l’altro si avvicinerà e non troverà ostacoli.
Sono i nostri preconcetti, le nostre prevenzioni, le nostre idee diverse, le reazioni istintive, le contrapposizioni in automatico, i puntigli: che allontanano.
Il confronto e il contrasto devono essere sostituiti con il comprendersi ed accogliersi anche nella diversità.
Qualsiasi cosa del mio comportamento che denota reticenza, chiusura, mancanza di affetto, disinteresse; negli occhi, nell’ascolto, nella voce; sarà notato, e accrescerà nell’altro la sfiducia di noi e quindi non avremo potuto comunicare nulla alla sua anima invece bisognosa.

       

Non giudicate affinché non siate giudicati...” Matteo 7:1-5
Se accogliamo con grazia, amore, accettazione e perdono ne riceveremo altrettanto in questa vita e in quella futura; poiché quello che “pesiamo”, offriamo, doniamo agli altri, sarà proposto anche a noi.
La parte di noi stessi che non vogliamo donare, che vogliamo tenere nascosta, fa da ostacolo all’altro e inconsapevolmente produce informazione negativa di noi; che difficilmente sarà recuperata.
Dall’abbondanza del cuore la bocca parla”. Luca 6:45
Gli altri colgono dei segni di ciò che giace nel profondo del nostro cuore, osservano le parole, le analizzano, considerano il tono della voce, ciò che diciamo, come ci esprimiamo.
La parte di noi stessi, che neppure noi conosciamo, il nostro profondo viene comunque rivelato quando la bocca parla.
Gesù ci dice nella parola che dobbiamo rendere dolce il frutto purificando la radice; quell’abbondanza del cuore che esce dalla bocca. Se quell’abbondanza; dove ci sta il passato e il presente; il vecchio e il nuovo; la legge e la grazia; la carne e lo spirito; non è guarita, ( liberato dalla colpa e dal peccato che così facilmente ci avvolge) usciranno ancora pensieri, emozioni, azioni che Paolo chiama “ il frutto della carne”.
Prima di ogni cosa bisogna cercare di guarire noi stessi fino nel profondo attraverso la parola di Dio.
Essere facitori di essa mettendola in pratica con continue modifiche dei nostri comportamenti; pensare in positivo e agire in positivo sempre e comunque questo deve essere il nostro obiettivo primario.
Non amiamo a parole e con la lingua, ma a fatti e in verità” 1^Giovanni 3:18
Porre il fondamento delle nostre parole e delle azioni sulla roccia che attraversa i secoli; la parola di Dio.

       




Utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni opera buona.” 2^Timoteo 3:16
Imparare a ridurre i nostri atteggiamenti difensivi, i nascondimenti, le contrapposizioni, le diversità di religiosità, di tradizione, di lingua, di razza, di sesso.
Imparare a come trasmettere parole gentili, osservazioni sicure, consigli preziosi a tutti e farlo diventare un’abitudine.
Sviluppare bene il dono della parola; (preghiera, lode, evangelizzazione, consolazione, pastorato, dottorato) Dio ci ha dato la voce proprio per questo, diventare abili e capaci in tutta onestà e verità, affinché le nostre parole non rimangano inascoltate
Sapere essere equilibrati ma sicuri valutando il tempo e il luogo dove poterla lanciare e a chi.
-A Dio “ Io ti rendo lode o Padre...”Matteo 11.25
0 Signore sia la mia bocca piena della tua lode .” Salmi 71:8

               




(Preghiera e lode, due aspetti della voce del credente che tratteremo in seguito.)
-Al prossimo “ Ravvedetevi dunque e convertitevi, onde i vostri peccati siano cancellati...”
Atti 3:19
-Al nemico “ Con la parola caccio gli spiriti…” Matteo 8:16
“ Gesù lo conosco e Paolo so chi è; ma voi chi siete?” Atti 19:15
Quando il credente loda il Signore con voce sicura le forze della malvagità tremano.

                




Chi siamo noi? Dei timidi, dei paurosi? L’amore perfetto caccia via la paura, la timidezza: questa è la chiave. Avere affetto, dimostrare benevolenza, spandere parole buone per gli altri, avere buoni rapporti con il prossimo; questo ci da franchezza. Questo è Evangelo! Questo è evangelizzare.
Questo è adempiere il mandato, (andate e predicate) è dare gloria a Dio con la nostra voce, con la nostra vita.
Questo è il nostro grido per l’umanità!







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