98-IL SERVITORE DILIGENTE-Discepolato


IL SERVITORE DILIGENTE Luca 12,33÷40 
parabola, testo di appoggio Giovanni 13,1÷17

La parola servitore: servo, nella Bibbia, è un termine generico che implica un servizio, volontario o obbligatorio che designa tutti coloro che devono servire: schiavi, prigionieri di guerra, servitori comuni; ma anche funzionari privilegiati di persone potenti o sacerdoti al servizio di un tempio. 
Il termine viene applicato anche ai popoli vinti. Israele, servo dei romani.
Dio da il nome di servitori a coloro che lo adorano, che lo riconoscono come L’eterno e compiono fedelmente la sua volontà.
Israele, in quanto popolo eletto, è il servitore sofferente del Signore per glorificarlo tra le nazioni.



                          

                           

Isaia ci spiega ancora.
Il Messia che il popolo attende è il vero servitore di Dio: servitore sofferente che si colloca in continuità a Israele. L’unto di Dio, senza peccato che porterà luce, libertà e la salvezza al popolo e alle lontane nazioni: per noi è Gesù, il re dei re, venuto sulla terra, in umiltà, per servire gli uomini senza però essere servo di nessuno.
Quanti sulla terra, nei secoli hanno voluto asservire il Cristo, e si sono serviti del suo nome per farsi grandi e sottomettere genti e nazioni e ci sono riusciti.
Un esempio di servitore onesto è Giuseppe: schiavo al servizio di un padrone che gli aveva affidato tutta l’amministrazione dei suoi beni e fatto ministro dello stato d’Egitto.
Mardocheo, che salvò il re di Persia e occupò il secondo posto nell'impero.
Per citare le donne: la regina di Persia Ester e Maria madre di Gesù, che si definisce l’ancella: la serva del Signore.


                                    

                                    

                                    

Cosa significa diventare discepoli di Gesù.
Questo testo, che richiama i seguaci di Gesù, al servizio e alla vigilanza, raccontato già in Marco, continua sul contesto precedente, e benché sembra abbia un riscontro immediato di facile interpretazione, può nascondere diversi significati.Cerchiamo di capire comunque questo scrittore che si fa chiamare Luca e che trovandosi già nel tempo del dopo Gesù, scrive, conoscendo e usando molto bene i termini servitori, servizio e padrone, con la prospettiva che intravvede il tempo presunto del ritorno imminente del Signore innegabilmente allungato e pensa al presente, al compito che impegnerà i seguaci di Gesù. Cerca con questa allegoria di insegnare e istruire i discepoli per prepararli ad un ministero universale di dottrina e pratica da svolgere nel presente.
Vuole rafforzare i discepoli nella fede, insegnando cosa significhi diventare discepolo di Gesù e come vivere la condizione di servitore; perché è l’esigenza della propria conversione che si sposa ad un’etica forte, di sana fede, di trasformazione di vita, senza reticenze, ne dubbi.

                             

Gesù attraverso Luca parla di compassione per i poveri, i malati, gli emarginati, gli stranieri, mobilita costantemente un grande afflusso di persone di questi generi, mentre ai dodici che si distinguono dalla folla è a loro, soprattutto, che indirizza la sue attenzioni e le esortazioni.
Gesù dichiara qui molto nettamente che i suoi seguaci devono cercare di essere come dei servi che benché il padrone potrebbe venire in ritardo, devono trovarsi vigilanti, come di giorno, ben vestiti, con la cintura ai fianchi.
Avverte che verrà molto tardi, a buio inoltrato, quando le tenebre avvolgono la casa e non solo quella: per questo bisogna tenere la lampada accesa.
Luca avverte che Gesù arriverà più tardi di quello che i credenti possano pensare, ci sarà un’attesa più lunga di quella prevista, quando molti non l’aspettano più.

                           

Allora Egli verrà. C’è chi non si rassegna a questo ritardo, e vivono come se il Cristo stesse per tornare subito, e non sono mai presenti al presente. Aspirati dal suo ritorno, negano questo tempo o lo dimenticano e non si impegnano a modificarlo.
Altri pensano che non verrà mai, o che il ritardo sia talmente lontano che non riguarda il loro presente. Gli uni non prendono sul serio il ritardo, gli altri non prendono sul serio Gesù. Nessuno ha una vera speranza uno scavalca e nega questo tempo, l’altro ha soltanto speranze limitate nel tempo.



Persone che sperano con sicurezza l’attesa è essere discepoli
L’autore induce i seguaci di Cristo ad essere persone che sperano veramente, ma anche persone che sono presenti al loro presente. Persone piene di fede, ma di pazienza e coerenza. Vivere il tempo come se Cristo dovesse tornare domani, ma anche come se dovesse venire più tardi.
Presenti al mondo sperando nel ritorno del Figliuol dell’uomo. Veri uomini, pieni di umanità e veri credenti pieni di spiritualità. Questo è stare vigili.
Cosa stiamo facendo ora? Se Gesù tornasse?
Luca stimola e spinge nei suoi scritti i seguaci a diventare rappresentanti, servitori del Maestro: destinati a perpetuare la sua azione dopo la sua dipartita. Testimoni di un tempo unico già concluso, il tempo di Cristo e quindi carichi di fatti e di parole importanti da dare agli altri.
Luca, attraverso Gesù, adopera un linguaggio forte e chiaro, senza vincoli, per preparare i seguaci del Cristo nel suo tempo e in quello futuro.
L’autore mette in evidenza prevalentemente il rovesciamento degli archetipi di cui è composta la società: la politica, l’economia, la religione. I poveri trovano un posto sicuro dove stare, hanno giustizia e felicità, mentre i ricchi malagevolmente entrano nel regno del Padre, a meno che, non rinuncino a tutto e abbandonino i loro beni e gli averi: così come tutti.

             

Gesù è il cambiamento
Donne e uomini che hanno fatto una svolta particolare, improvvisa, hanno trovato un senso nuovo alla loro vita, non un programma politico o un’idea religiosa, ma una svolta radicale, il cambiamento di direzione, che nessuno ne nulla riesce a dare: Gesù è la svolta.
L’orizzonte che da passione alla vita, la speranza che progetta la nuova condivisione nel mondo, che riconsegna l’umanità che è fratello e sorella, che fa conoscere la natura che non è più nemica ma si deve salvaguardare e rispettare.
Questa è la norma della sequela, che per noi oggi può essere la trasformazione della società e la fede per attuare un vero rovesciamento dei valori sociali, politici ed economici del mondo attuale; abbandonando quelli vecchi che ci hanno portato a questo stato di ingiustizia e diseguaglianza.
Così dunque ognuno di voi che non rinunzi a tutto quello che ha, non può esser mio discepolo. Questa è la logica in cui si inserisce il nostro testo.
Vendete i vostri beni e fatene elemosina; fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro che non venga meno nei cieli.
Su queste frasi inflessibili, discorsi scandalosi, parole inaccettabili, nasce la storia dei discepoli, dei servitori di Cristo; ma anche la nostra. La nostra fede e la nostra vita è provata qui, sul presente e il passato, sull'umano e il divino, sull'incerto e sulla verità, sulla croce e sulla tomba vuota, sulla Parola di Gesù che è penetrata, ma che è ostacolata o si diffonde nella nostra imperfezione e incostanza.

                    

Incapacità ad essere discepoli sicuri.
Perché questa Parola di verità è entrata, ma a volte è astratta impalpabile e sfuggente come il respiro che non riesci a tenere, e questa nostra insicurezza che insiste a resistere allo Spirito;
ci fa incoerenti, paurosi e ci porta a meschinità sconcertanti: ho avuto paura e non ho trafficato il tuo talento, non mi sono vestito a giorno, ne ho in mano nel buio la lampada per la notte.
La cristianità incerta non si è messa al servizio di Dio ma a quello dell’uomo imperfetto.
Dove ci ha portato questa imperfezione? L’Europa: tutti paesi cristiani!
Dove ci ha portato questa politica, questa religione, questa economia: esistono ancora i padroni, i re, i papi e i cardinali, i potenti: quando mai si sono o si comportano come il Padrone nella metafora, quando mai hanno saputo separarsi da beni e averi per fare l’umanità più giusta.
I media, di cui si servono, danno più importanza alla futura nascita di un reggente che alla morte di centinaia di bambini che nascono nei paesi più poveri: sei su dieci non raggiungono l’infanzia. Assistiamo, impotenti, ogni giorno alla strage degli innocenti. I Governi non fanno niente. Dov'è per tutti, la responsabilità come cristiani?

                                           
                                           



Esempi di fede.
Avessimo trovato mille, ma che dico, centomila, un milione di uomini e donne come Valdo, Lutero e sua moglie Caterina, Le donne della riforma, Wesley, Martin Luter King , nella storia dell’uomo: servi e serve di Dio, scomodi, che hanno cercato un cambiamento di libertà del loro presente per il bene comune. Per il Potere invece: persone da non imitare, da non seguire, da eliminare come Gesù, messo in croce.
Per questo Luca avverte ancora: Anche voi siate pronti.
E’ un richiamo alla vigilanza per prepararsi alla novità, alla modifica dello stato delle cose e delle persone, come hanno fatto questi servitori dell’umanità.
Accettare Cristo radicalmente? La scelta dovrà fare i conti con la vocazione, e scoprire che nella risposta c’è nascosta, per i più, la paura del cambiamento.
Paura che apre la crisi interiore, perché Gesù è una persona sconvolgente.
Questo è il momento della verità: decidere perché la svolta comporta un abbandono, un allontanamento dai beni o da qualcuno. Dice che questo è il tempo delle scelte, difficili, radicali e di rompere i ponti. Insegna da che parte stare: vivere una vita privata, agiata, in modo finto; oppure vivere una vita in rivolta, in camino, piena di incontri, di sorelle e di fratelli.

                     

Conclusione
Una vita di seria predicazione, di sostegno e di solidarietà, aperta a tutti, e che non si ferma perché questa è la domanda alla nostra fede: crediamo ancora a Cristo ? Sì!
In questa crisi, appunto, cerchiamo Lui, che ha soddisfatto l’esigenza di servo completo di nulla mancante, che fa la differenza e cambia le nostre priorità.
Gesù vuole stimolarci a raggiungere ora e subito un servizio attivo, nella chiesa, nella città. Può essere possibile cambiare il mondo perché la salvezza sta nella nostra attesa sicura. Contro la corruzione e la violenza che c’è oggi nella società, nella politica, nel potere. Servi volenterosi che si impegnano per modificare questo mondo iniquo e diviso, questa visione distorta del progredire comune. Ci invita a lasciare le economie, gli averi, il potere: a non preoccuparci di che mangiamo o vestiamo perché siamo: ben vestiti, alla sua tavola, assieme a tanti nuovi amici e parenti: le nostre agapi? Serviti da Lui e nominati eredi su tutti i suoi beni.
Ci esorta a essere pieni di speranza in colui che ci manda nella parte oscura del pianeta uomo, con la lampada della fede, che bisogna confessare ed affermare per i principi di uguaglianza, di giustizia e di libertà.






                            

Questo Padrone ci chiama per disporci al suo servizio: al servizio di Dio, del Signore dei signori, in ogni tempo e in ogni momento: 
nel nostro presente.







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