105-LA COLLETTA Speranza



                                                    LA COLLETTA 2^Corinzi 9,4-15 

Perciò ho reputato necessario esortare i fratelli a venire a voi prima di me e preparare la vostra già promessa liberalità, ond'essa sia pronta come atto di liberalità e non d'avarizia. 
Or questo io dico: chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina liberalmente mieterà altresì liberalmente. 
Dia ciascuno secondo che ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza perché Iddio ama un donatore allegro. E Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate in ogni opera buona; siccome è scritto: 
Egli ha sparso, egli ha dato ai poveri, la sua giustizia dimora in eterno.Or Colui che fornisce al seminatore la semenza, e il pane da mangiare, fornirà e moltiplicherà la semenza vostra e accrescerà i frutti della vostra giustizia. Sarete così arricchiti in ogni cosa onde potere esercitare una larga liberalità, la quale produrrà per nostro mezzo rendimento di grazie a Dio. 
Poiché la prestazione di questo servigio sacro non solo supplisce ai bisogni dei santi ma più ancora produce abbondanza di ringraziamenti a Dio; in quanto che la prova pratica fornita da questa sovvenzione li porta a glorificare Iddio per l'ubbidienza con cui professate il Vangelo di Cristo, e per la liberalità con cui partecipate ai bisogni loro e di tutti. 
E con le loro preghiere a pro vostro essi mostrano d'esser mossi da vivo affetto per voi a motivo della sovrabbondante grazia di Dio che è sopra voi. Ringraziato sia Dio del suo dono ineffabile! 

Questo capitolo, come quello precedente, contiene istruzioni circa l’offerta per i santi: fratelli poveri di Gerusalemme. Donazione raccolta da Paolo probabilmente in tutte le chiese dell’Asia Minore, anche se ne cita soltanto alcune. 

Paolo scriveva queste cose essendo in questi luoghi ed evidenziava quanto interesse di sentimento avevano dimostrato, persino i più poveri a saper dare gratuitamente. Istruzioni che completano quello che diventerà l’etica del donare nella chiesa e per la chiesa.
Un servizio che servirà da guida per le chiese nella raccolta delle offerte sia per quelle di autofinanziamento che per quelle di beneficenza.
Raccolta volontaria, sistematica, proporzionata, che risalta lo spirito di amore fraterno, chiamato Il dono ineffabile. Dono spirituale della liberalità che consiste nel desiderio di saper donare e di farlo secondo la volontà di Dio. 


Chi possiede questo dono si sentirà spinto a donare da una chiamata interiore e saprà elargire con felicità. Tutti sono possessori di questo dono che Dio ha assegnato alla chiesa.
 Più felice il dare che il ricevere è l’invito a raccogliere questa parola di Gesù per compiere con letizia lo scopo della vita nella comunità. 
 Come il pittore trova gioia a dipingere, il musicista a suonare o il predicatore ad annunciare l’evangelo. Questo dono porta in se tutta la saggezza divina: sa donare al momento giusto, quanto è giusto e la dove è più giusto. Con diligenza senza secondi fini, con generosità, con larghezza: questo è il significato originario, etimologico; la disposizione senza calcolo egoistico, senza ripensamenti. 
Gesù consigliava: Non sappia la tua sinistra quello che fa la destra, che vuole significare di non ricordare ed ignorare quello che riesci a donare.
 E’ necessario notare che il dono è prerogativa, virtù della chiesa locale, qua dove può essere esercitata la liberalità in modo più efficace e fedele al piano di Dio. 
L’insistenza di Paolo ci fa capire che il tema è strettamente legato alla sua teologia alla prospettiva di una chiesa missionaria. Tema molto attuale nelle nostre chiese dove si intravvede una tenue luce di azione missionaria e c’è poco impegno per l’esterno, l’estero. 
Alcune nostre chiese disperse nel tessuto italiano si sentono diaspora del mondo valdese mentre si svuotano, non c’è ricambio generazionale, le persone anziane lasciano poco spazio, sono conservatrici e i giovani delegano volentieri gli impegni ecclesiali. 


 Le contribuzioni mancano quindi da ogni lato, mentre altre persone che frequentano la comunità non si sentono di contribuire alle economie della chiesa senza contare quelle che proprio non frequentano più ed il Sinodo ci chiede di prendere provvedimenti. 
L’apostolo Paolo ci invita a riflettere sul senso della contribuzione per la vita della propria chiesa, per quella delle consorelle e per la missione, dove tutti i credenti sono coinvolti. 
Il donare è il frutto di una decisione che deriva dall’amore di Gesù, dalla sua grazia incondizionata e irresistibile. Donare è una virtù di Dio, noi possiamo e dobbiamo farlo perché lo abbiamo interiorizzato e ricevuto con la fede e la nuova vita che ci ha donato.
 La nostra nuova esistenza deve considerare il sapersi donare completamente e compiutamente come espressione dell’amore di Gesù verso i fratelli, il prossimo. 
Dono che è il ringraziamento al Signore e che si traduce nel saper donare tutto se stessi e il tutto di se anche in termini economici. Risposta alla grazia di Dio che ci ha donato Gesù per liberarci e darci la caparra del suo Spirito per saper rispondere con consapevolezza, con gratuità, spontaneità e immediatezza dimostrazione dell’impegno quotidiano della nostra vita.
 Essere Evangelici è partecipare con gioia, comunione e solidarietà alla vita della comunità per essere fedeli e annunciare l’Evangelo. 
E’poter contare su un locale, che ha bisogno di manutenzione di legge e di abbellimento con strutture correnti, un pastore, un consiglio e un’assemblea, i circuiti, i distretti, il sinodo: tutti organismi comunitari e democratici.


Le opere diaconali: ospedali e asili anche per anziani e la solidarietà tra le chiese come all’epoca di Paolo. Questo è il servizio, il senso della colletta di Paolo: ma anche il nostro. 


La contribuzione in piena libertà, davanti al Signore, ciascuno faccia come è meglio e dia sempre con un cuore sereno perché il dono in moneta fa parte della propria vocazione e chiamata, espressione del proprio ringraziamento a Dio per quel dono incommensurabile della sua grazia che ancora ci riporta a donarlo non soltanto ai fratelli e sorelle che vediamo e amiamo ma anche a quelli che non conosciamo perché è una forma di preghiera e benedizione che ha valenza divina. 


Questa meditazione, rivolta a tutti e tutte, vuol mettere in evidenza il nostro dono, il segno della nostra solidarietà e della nostra appartenenza alla comunità locale, ma anche alla chiesa nazionale, alla comunità dei credenti, alla chiesa universale e al corpo di Gesù Cristo.  
La generosità del dare è illustrata con l’immagine della semina: chi spande con generosità diventa più ricco, mentre chi si trattiene diventa sempre più povero. 
Forse Paolo aveva in mente Proverbi 11,24 per questo l’offerta del credente deve essere come la suggerisce il cuore, senza lasciare spazio ad ulteriori preoccupazioni perché sarà Dio ad arricchirlo e ad arricchire la chiesa. 



Nella nostra comunità c’è varietà di donazioni, questo è un elogio per quello che già stiamo facendo: 
La colletta settimanale non nominativa, che non è indirizzata e serve per quanto sopra ho esposto, poi i diversi progetti in corso: i carcerati sono visitati, ai rifugiati viene offerta ospitalità, gli orfani sono ricordati con le adozioni a distanza, il buon mercato e il pianoforte con i concerti per il bene della città…etc. 
Chi dona, dia con semplicità e dove vuole. Dio conosce ogni cosa, cerchiamo e troviamo in noi stessi quella liberalità e quella gioia di sentirsi in questa grande famiglia allargata, colorata ed essere nella volontà di Dio.



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