109-FUGA in Egitto di Giuseppe e Maria-Gesù nasce-Emanuele

 

Fuga in EGITTO di GIUSEPPE e MARIA Matteo 2,13-16

Ora, dopo che furono partiti, ecco un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e rimani là finché io non ti avvertirò, perché Erode cercherà il bambino per farlo morire».

Egli dunque, destatosi, prese il bambino e sua madre di notte, e si rifugiò in Egitto.

E rimase là fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta, che dice: «Ho chiamato il mio figlio fuori dall'Egitto».

      

Questo episodio di Matteo è l'unico nei vangeli a riferirlo. Viene riproposto anche in alcuni scritti apogrifi e in altre fonti non cristiane facendone diventare polemica contro l'evento raccontato, l'autenticità del viaggio e del soggiorno e l'identità del Cristo.

L'intenzione di questo racconto, probabilmente è proprio quella di rispondere a questo tipo di polemiche facendo rilevare la veridicità del racconto e del suo vangelo. Verità teologica del Figlio di Dio e quella storica del soggiorno in Egitto. Fatto che sottolinea il legame di Gesù come figlio del popolo di Israele con l'Egitto e con la storia che intesse e rivive e che ripropone ben aldilà della conservazione del popolo eletto e della sua liberazione per diventare liberatore e salvatore delle nazioni, del mondo intero.



La congruenza dei sogni di come il Dio che esiste si rivela è anche identità del popolo ebreo a partire dai primi Patriarchi. Giuseppe marito di Maria e Giuseppe figlio del Patriarca Giacobbe, fanno tutti e due un sogno, più di uno, e tutti e due hanno a che fare con l'Egitto per la salvezza del popolo e in questo caso quella di Gesù legata a quella del popolo.

Mosè grande condottiero e salvatore del popolo di Israele, nel quale troviamo grande similitudine con Gesù, anche lui viene salvato da neonato. Il padre schiavo in Egitto, è avvisato in sogno e lo affida al Nilo per salvarlo dal Faraone, che informato dagli astrologi della nascita di un liberatore del popolo, decide di annegare tutti i bambini maschi ebrei.


Similitudine con l'episodio di Erode che pure farà uccidere tutti i bambini ebrei per gelosia della nascita di un nuovo re su Israele.

Tutte coincidenze raccontate nella Bibbia!

In questi episodi, si deve mettere l'enfasi sull'Egitto. Liberazione e schiavitù si intersecano, il luogo di schiavitù e nemico diventa luogo di protezione e rifugio per il popolo, per Gesù. Consente agli ebrei di nutrirsi e vivere anche se come rifugiati, come pure per Gesù: rifugiato in una terra pagana che da asilo, protezione, nutrimento, vita. Terra di schiavitù ma terra di accoglienza, terra amica quando gli stessi fratelli ebrei diventano nemici.

La permanenza di Gesù in Egitto è certa, fino alla morte di Erode.

Non sappiamo dove? Alcuni scritti lo farebbero soggiornare nella città di On (Eliopoli) città consacrata al dio sole divinità egizia di cui il Faraone ne era l'incarnazione e ne rappresentava tutta la divinità invincibile, con i suoi simboli, il pastorale e il flagello, come li vediamo nei sarcofagi: il potere, la giustizia, la vita e la morte su persone animali e cose.



Il sole rappresenta la luce e la vita nelle maggiori religioni dell'antichità.

Il 25 dicembre è il giorno della nascita del Sole invincibile per la religione politeista della grande Roma che è di derivazione greca.

La Chiesa Cattolica ha trasformato il 25 dicembre nella nascita di Gesù. Questo sarebbe tra l'altro per alcuni scettici ricercatori la dimostrazione del sincretismo, della contaminazione di Cristo con il paganesimo, che ha dato origine al Cristianesimo. Gesù per tutti i cristiani non è il figlio di un astro luminoso, ma è la luce stessa di Dio: sole di giustizia per tutti i popoli.

La Parola di Dio è Dio. La Parola è la Luce che crea gli astri e tutto il firmamento: la Luce del mondo, la vita.


Matteo certifica, Gesù figlio, essere nel Padre, ma nel contempo figlio del suo popolo, radicato in esso, che al tempo stesso diventa il redentore e salvatore del popolo e dell'umanità. La liberazione che porta è l'abbattimento di ogni barriera, di ogni religione antropomorfa, di ogni pregiudizio razziale, di ogni diversità fisica o intellettuale. Dottrina che non pretende di uniformare radicalmente, ma vuole formare nella libertà il popolo, i popoli, nell'apertura agli altri popoli, all'altro, nostro prossimo, rimanendo fedeli al programma che Gesù si è dato e ci ha dato: diffondere il suo evangelo di giustizia, equità e pace in questo nostro mondo per essere chiesa, parola nuova del popolo, fedele e discepola.



Quale insegnamento possiamo dedurre da questo episodio, Matteo il più ebreo ma al tempo stesso universalista che evidenzia e sottolinea costantemente la missione di Cristo verso le nazioni pagane: dei due popoli ne ha fatto uno solo. Scambio di vita in questo alternarsi di rifugiato, prigioniero, collaboratore ma anche liberatore, redentore inclusore.

Messaggio rivolto ad un'umanità che spiega un futuro che ancora non si vede, come non lo vedevano Giuseppe e Maria, ma che è certo noi ne siamo testimoni volenterosi o no.

Vedere cosa? Se non la vita che avanza e cresce in un paese che si è dimostrato amico e accogliente della vita.

Noi nazioni cristiane sappiamo fare altrettanto ai rifugiati, esiliati, affamati, sofferenti che soggiornano nel nostro paese.


Sappiamo nutrire la vita con la luce che ha cominciato a schiarire i sogni, e il giorno sta vincendo e noi lo sappiamo e lo vediamo.

Questi giorni che abbiamo trascorso nel ricordo della sua nascita, anche se il tempo non è quello esattamente perfetto, nel ricordo della sua esistenza come uomo sulla terra, della sua morte e della risurrezione, ci accorgiamo che la sua Parola qualcosa ha cambiato in noi e attorno a noi.


Non tutto però, saremmo pazzi a dire che tutto è stato risolto, ma basta guardarsi intorno e affermare che le promesse stanno prendendo una linea più chiara. Questa vittoria mattutina di astro nascente sull'oscurità della notte, che guida Giuseppe e Maria, ci afferma che la vera Luce è giunta nel mondo e tutto si schiarirà; le ombre oscure però non sono scomparse.

Chi ha visto la luce come i Magi d'oriente sa che le tenebre sono sconfitte, il bambino salvato è diventato un gran Re e vive all'interno e all'esterno del popolo suo. Chi lo ha riconosciuto è per lui il salvatore del mondo, Dio di pace e d'amore.

L'oscurità definitivamente sconfitta apre la gioia che sopprime dubbio e tristezza ed il Regno appare tra cumuli e nembi disciolti.



Il futuro nel Regno con Cristo è certo e sicuro ed è reale perché Gesù è nella pienezza della deità, voi siete in me come io sono nel Padre, certezza di una speranza ancora invisibile, perché l'unica cosa che possiamo vedere è il Figlio dell'uomo e ancora possiamo sentire le Parole dell'uomo e del Dio che ha abitato tra noi pieno di grazia e di verità e in lui possiamo riconoscere la Voce dolce e suadente dell'Onnipresente che ci è fratello e Padre amoroso e che ancora ci chiama tutti: pagani ed ebrei, rifugiati e stranieri, indigeni e pellegrini alla vita e al suo amore.

Quel bambino salvato da ingiusta uccisione siamo un po' tutti noi e ciascuno può vedere se stesso rinato con Lui e risorto in quell'uomo portatore di verità e di vita.                                                            Ora viviamo, contemplando e camminando verso il futuro che sappiamo sta nelle mani di Dio, Onnipotente ed Eterno che ha tanto amato il mondo e ha dato suo Figlio per la nostra salvezza e noi come testimoni per quella del mondo.





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