141-LA SPERANZA VIVA
Benedetto sia Iddio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale nella sua gran misericordia ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, ad una speranza viva in vista di una eredità incorruttibile, immacolata ed immarcescibile, conservata ne' cieli per voi, che dalla potenza di Dio, mediante la fede, siete custoditi per la salvazione che sta per esser rivelata negli ultimi tempi. Nel che voi esultate, sebbene ora, per un po' di tempo, se così bisogna, siate afflitti da svariate prove, affinché la prova della vostra fede, molto più preziosa dell'oro che perisce, eppure è provato col fuoco, risulti a vostra lode, gloria ed onore alla rivelazione di Gesù Cristo: il quale, benché non l'abbiate veduto, voi amate; nel quale credendo, benché ora non lo vediate, voi gioite d'un' allegrezza ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime.
Pietro all'inizio di questa lettera ai credenti benedice Dio e Padre di Gesù Cristo che ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.
Signore e Padre di tutti coloro che hanno una speranza viva in vista di una eredità incorruttibile, immacolata ed immarcescibile, conservata ne' cieli per noi, che dalla potenza di Dio, mediante la fede, siamo custoditi per la salvazione che sta per esser rivelata negli ultimi tempi.
Queste parole di Pietro sono informazioni escatologiche, profetiche che fanno riferimento alla speranza nella fede che è viva: continuamente presente e pulsante in ogni credente di ogni tempo, soprattutto nostro, ora che siamo i questi tempi particolari: di violenze globali, discriminazioni esacerbate, guerre tra nazioni; le più acculturate che avrebbero dovuto insegnare pace e democrazia.
Pietro asserisce che siamo custoditi e per questo esultiamo sapendo che la fine della malvagità sulla terra e la vittoria ottenuta da Cristo su Satana che ne detiene il potere è alle porte. Il giudizio finale come giustizia universale, per una liberazione cosmica, sarà la fine di tutta la malvagità e di tutti i malvagi.
Il compimento della verità nelle promesse verso il popolo e la Chiesa: Cristo Regnerà sulla terra mille anni con i popoli. Apoc.20.
Nell’attesa di questi eventi, che saranno chiari soltanto agli occhi di chi li vede e li vive; sebbene ora, per un po' di tempo, se così bisogna, siate afflitti da svariate prove, affinché la prova della vostra fede, molto più preziosa dell'oro che perisce, eppure è provato col fuoco, risulti a vostra lode, gloria ed onore alla rivelazione di Gesù Cristo.
Pietro esorta a credere, ad essere costanti, vigili, non abbandonare la speranza viva, continuare a superare le prove con la preghiera, soprattutto quella comunitaria, dove, si dimostra più facilmente l'amore verso Gesù e quello reciproco.
L'affetto, il bene gioisce d'un' allegrezza ineffabile e gloriosa, che non sarà dimenticato perché ottiene il fine della fede: la salvezza delle anime.
La fede, molto più preziosa, nel quale credendo, in Gesù, i suoi seguaci hanno, è questa speranza viva che mantengono e conservano in ogni tempo.
"I tuoi fratelli serbano la testimonianza di Gesù e la testimonianza di Gesù è lo Spirito della profezia" Apoc. 19,1 Chi vince erediterà queste cose; ed Io gli sarò Dio ed egli mi sarà figliuolo. Apoc. 21,7
Pietro da concretezza all'affetto verso Gesù, pur non vedendolo, esponendo un esempio concreto: la costanza dei cristiani verso Gesù e verso la chiesa. Asserisce che dobbiamo saper resistere a prova di fuoco come oro puro, saper accogliere ogni anima sulla via della salvezza con tenerezza e con serenità, senza essere prevenuti, senza discriminazioni, senza antagonismi: Gesù vuole una famiglia sincera e vera perché siamo tutti fratelli, figli di uno stesso Padre.
Il quale nella sua gran misericordia ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo.
Fede autentica, libera, manifesta anche in situazioni non sempre positive: difficoltà, avvenimenti sofferenti della vita possono portare incertezze o dubbi.
Lo Spirito di Gesù l'amore verso di Lui ci da piena fiducia, si prodiga per affermare questi rapporti nella sua famiglia mostrando come si possa vivere in serenità e in amicizia, condividendo pace, giustizia, case, luoghi, lavoro, ma anche il cibo; fare in modo che ce ne sia per tutti e la speranza viva del Regno che tutti accomuna.
E' Lui a giudicare, a perdonare, distribuire doni, a formare le nostre esistenze.
Qui non c'è Greco ne Giudeo, circoncisione e incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, uomo, donna, ma Cristo è ogni cosa e in tutti. Coloss. 3,11
E questo è il comandamento che abbiam da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello. 1^Giov. 4,21
Il fascino e l'importanza di questo testo fa leva allo Spirito di Cristo nel credente: chi ama Gesù, ami anche sua sorella e suo fratello. Invito alla buona coscienza e alla responsabilità che come il Padre Amoroso ha cura per tutti i suoi figli, vuole insegnare ad essere tutti fratelli e sorelle, ed avere cura gli uni per gli altri affinché si erediti la salvezza delle anime.
Questa è la principale sfida del mandato, ereditare per essere eredi; quindi disposti all'accoglienza no al rifiuto, all'amicizia no alla guerra, alla via della vita no a quella della morte. Qualsiasi rapporto umano che voglia andare oltre la consuetudine, la banalità, la superficialità dell'omofobia, del razzismo, dell'odio verso l'altro, dell'omicidio, scopre la propria coscienza, la personalità: il proprio volto riflesso su quello del proprio fratello che deve essere quello di Gesù figlio di un Padre che insegna la libertà la pace nella giustizia; attende, aspetta e perdona.
In vista di una eredità incorruttibile, immacolata ed immarcescibile.
Questa relazione tra fratello e fratello, Gesù la mantiene ferma, non la interrompe neppure alla croce e muore non rinnegando quest'amicizia: non c'è cosa migliore di quella di dare la vita per i propri amici. Nella sofferenza perdona; nella morte rinasce per farci rinascere. Un perdono completo quello che Gesù esprime che arriva ad insegnare a non uccidere e ad amare anche i propri nemici.
"perdona loro perché non sanno quello che fanno".
Questa umanità che sono fratelli e sorelle che non si accorgono e non accolgono l'azione della sua grande misericordia, la non distruzione dell'umanità, l'amore di Dio per il mondo. Gesù ci invita ad evangelizzarli, a riconciliarli con il perdono e la grazia irresistibile che riesce a superare ogni dubbio e può instaurare per tutti una vita serena, in pace e di qualità: il suo Regno.
Oggi in questi giorni sconsiderati ed ottusi il Signore si presenta davanti alla porta di casa, di chiesa come il fratello/sorella che non conosciamo, che forse non vogliamo; ferito/a, malandato/a, mal nutrito/a, violentata/o, rifiutata/o. Perché continuiamo ad essere prevenuti, pronti a denigrare, subito a sminuire, screditare e sparlare. E' con lui/lei che dobbiamo convivere e condividere l'eredità: la terra, il sole, le acque, la natura completa, il nutrimento materiale e spirituale e il cielo e il Regno.
Il quale nella sua gran misericordia ancora ci dice, non vuoi riconoscere questi esseri umani: donne e uomini, lontani e vicini, credenti e pagani, liberi o carcerati, clandestini e immigrati, sofferenti e malati, bambini ed anziani, disabili e sani che sono miei figli di fede, di grazia e di amore.
Le comunità sono pronte a parlare di pace e di fratellanza. Pronte a dare la mano al fratello disperso, disorientato e di sale bagnato: di colore, straniero e immigrato. A condividere, riconciliare, gioire ed amare e la pace insieme trovare. Pronte ad accogliere e a dimostrare con la testa e con cuore solidarietà, amicizia e giustizia che nutre e ristora sorelle e fratelli, tutti coinvolti in una viva speranza verso il Regno di Cristo e di Dio Onnisciente. Lo scopo è rivelato e l'attesa certamente premiata: ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime
A questo punto è di obbligo domandarsi perché Pietro asserisce che la salvezza sta per esser rivelata negli ultimi tempi. Interrogazione rivolta ai primi seguaci:
o appunto ai lettori credenti di ieri e di oggi, agli ascoltatori di oggi e di ieri, ai fuori dai bordi, ai derelitti drogati, alle città impenitenti nel mondo, ai loro governi, alla politica falsa e ladra, ai religiosi bigotti e agli stati guerrieri e bombardieri.
Annuncio questo degli ultimi tempi?
“Or imparate dal fico questa similitudine: Quando già i suoi rami si fanno teneri, e mettono le foglie, voi sapete che l’estate è vicina. Cosi anche voi, quando vedrete avvenir queste cose, sappiate che egli e vicino, alle porte.” Matteo 24,32 Se oggi, siamo negli ultimi tempi!
Gli scritti si stanno lentamente schiarendo: la nostra speranza viva è nell’attesa del Re dei re – Signor dei signori. I credenti esultano e affermano che Dio è presente, che la vittoria sul male è un reale fatto compiuto. Gesù è il Salvatore; sulla croce ha inchiodato la ribellione dell’umanità, vinto il Principe di questo mondo, ed eliminata la morte. Sebbene ora, per un po' di tempo, se così è bisogna sperare.
Il Diavolo, purtroppo, sapendo che è stato sconfitto e che non ha più tempo, non tralascia occasione per continuare ad asservire il mondo e sedurre l’umanità a se. Riconosciamo quindi la nostra debolezza, ma la forza in ogni tempo dell’amore di Dio per tutti sorelle e fratelli e per tutti gli umani, dando piena fiducia alla sua bontà e alla sua potenza.
Pietro quando asserisce che amiamo Gesù pur non vedendolo, lo facciamo come farlo al prossimo e ci invita a farlo con la forza della fede, con la speranza viva, quella che il suo Spirito ci da; e ci fa ricordare che il non parlare, il rifiuto del vangelo al prossimo, il rifiuto dei fratelli, il disprezzo degli umani, possono diventare per noi conseguenza di non ottenere il fine della fede: la salvezza delle anime
Lo Spirito di Gesù nel credente, la sua esultanza, l'annuncio del vangelo, la qualità di come sappiamo accogliere, il rispetto della diversità, il servizio e le assistenze, portano la chiesa a vivere la piena uguaglianza tra fratello e fratello tra nazione e nazione e a glorificare Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e l'imperio nei secoli de' secoli.
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