21-LA STRADA DELLA CROCE-Amicizia vera

Strade di Gerusalemme, ritrovate dalle scoperte archeologiche, calpestate dal Maestro, Messia, Figlio dell'Altissimo.
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MARIO SCAPPINI
LA STRADA DELLA CROCE
Ricordi evangelici
|
In
questo racconto assistiamo al cammino di Gesù per le strade di
Gerusalemme condotto dalle guardie romane verso il luogo chiamato
Golgota, qui deve essere crocifisso; è il suo supplizio.
Lo
segue una gran folla di popolo e di donne che fanno cordoglio e si
lamentano per il destino che gli sta capitando: era uso accompagnare
il condannato con alte lamentazioni; tanto più in questo caso perché
è un uomo che si è sempre comportato bene e molte persone sperano
sia il Messia.
La
morte sulla croce è stata considerata da sempre come un segno
negativo, nefasto, “Il
supplizio degli schiavi o dei ribelli contro il potere di Roma”
diceva Tacito, storico romano.
La
croce di Gesù è il martirio di un uomo giusto che muore per gli
ingiusti ci dice la parola di Dio.
Gesù ha predicato la Buona Notizia del regno di Dio; la salvezza per ogni uomo peccatore, perdonato dall'amore del Padre verso la sua creatura.
Gesù ha predicato la Buona Notizia del regno di Dio; la salvezza per ogni uomo peccatore, perdonato dall'amore del Padre verso la sua creatura.
Tutti, come peccatori perdonati, abbiamo bisogno di
conoscere questa salvezza.
Gesù
mandato per questo scopo, è venuto a cercare e salvare quello che
era perduto; l’uomo che si è smarrito dietro alla sua
disubbidienza, all'errore di disconoscere e fare a meno di Dio.
Gesù
richiama tutta la popolazione di Gerusalemme, i romani, e degli
stranieri sulla strada che deve percorrere e che conduce alla croce.
Qui
assistiamo a comportamenti umani di diverso genere, addirittura
contrapposti.
Un
cireneo lo aiuta a portare la croce, alcune donne sono chiamate a
lamentarsi, piangono e fanno cordoglio. Alcuni soldati diligenti nel
loro dovere, ma abituati e indifferenti alla sofferenza della
persona, dividendosi le vesti le tirano a sorte e altri lo
ingiuriano.
Dei
magistrati lo prendono in giro. Uno dei malfattori che deve essere
crocifisso con Lui lo offende, mentre l’altro gli prende le parti
sapendo che non merita questa condanna.
Un
capitano di centuria glorifica Dio. La popolazione dopo il misfatto
se ne ritorna in città battendosi il petto per togliersi il senso di
colpa, mentre gli amici e conoscenti guardano le cose da lontano per
paura: solo nella morte.

Queste sono le risposte di comportamento di una città, delle città di esseri umani verso la morte di una persona che soccombe ingiustamente: menefreghismo, disinteresse.

Queste sono le risposte di comportamento di una città, delle città di esseri umani verso la morte di una persona che soccombe ingiustamente: menefreghismo, disinteresse.
Quante
città, quanti uomini poi nel mondo danno questo tipo di risposta .
Il
mondo è coinvolto in questo cammino verso la croce di Gesù ed è
chiamato a rispondere.
L’uomo
indifferente, insensibile davanti alla morte di un suo simile: un
omicidio, provocato da lui stesso, come Caino non si sente peccatore,
tanto meno perduto. A Lui è toccata questa sorte.
Questo
è il suo comportamento: Orgoglio e presunzione, negazione e non
accettazione, ingiuria e scherno, rifiuto ed uccisione.

L’uomo
non accetta Gesù, ne il messaggio, ne le parole di amore universale
ed infinito; non capisce i miracoli, e il bene che ha dimostrato alle
persone, alla natura.

L’uomo
non accetta quello che Gesù è venuto a compiere, non vuole che Dio
comprenda la sua personalità, il suo essere uomo o donna, che lo
capisca, che lo consideri mancante, che gli proponga il perdono, che
lo cerchi e lo voglia salvare ed accogliere.
Attende
un fatto, una manifestazione, una presenza tangibile, una
visualizzazione.
Non
sa che sarà esaudito, ma non nel modo che si aspetta.
Tentando
Dio vorrebbe vedere da Lui il prodigio, l’esaltazione, la sua
potenza, la sua magnificenza: mai il suo annichilimento.
Si
dispone davanti all'evento che si aspetta ed attende la
manifestazione di Dio prevenuto ed arrogante. Se fossi dio, farei
così...mi salverei, scenderei dalla croce e manifesterei la mia
potenza contro i miei nemici.
I
sentimenti della folla:
1) ribellione e vanità, disprezzo e
malvagità,
I
più numerosi e le classi più facoltose (i ricchi, gli istruiti, i
sapienti).
I
dominanti, quelli che non vogliono essere destabilizzati da nuove
teorie, nuove ideologie, nuovi
profeti.
2)
Sconfitta e delusione, abbandono e paura
I
pochi nelle classi più indigenti, gli inermi.
I
dominati, coloro che per paura di ritorsioni non prendono decisioni e
accettano anche
le cose che non sono giuste.
Tutti
sono attratti e si muovono dietro Gesù, seguono la via della croce
Lo
stato, il regime: comandanti e militari.
La
legge: magistrati e giudici.
La
chiesa: sacerdoti e religiosi, farisei e sadducei.
Il
popolo: giudei, samaritani, zeloti.
Le
nazioni: gentili; greci, romani, cirenei.
Una
folla, moltitudine varia e dissimile con fatti, pensieri e problemi
di ogni genere: sapienti
ed ignoranti, credenti ed atei, calunniatori e benpensanti, sani e
ammalati.
Gesù attira il mondo sotto alla croce.
“Quando sarò innalzato trarrò tutti a me” Giov.3,14
Gesù attira i peccati del mondo sopra la croce. E li inchioda.
“Il
sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato” 1^ Giov.1,7
1,9
Gesù
sulla croce abbraccia tutto il mondo e lo perdona perché lo ama.
“Perdona
loro perché non sanno quello che fanno”
Gesù
attira il mondo sotto alla croce affinché gli uomini vedano quello
che Dio è capace di fare e possano, o contemplare e ammirare la
manifestazione, o possano rifiutarla.
Sotto
alla croce c’è la diversità della carne: Uomini, donne, razze,
tribù, nazioni, colori di pelle, fattezze del corpo.
Sotto
alla croce c’è diversità di anime: culture, religioni,
denominazioni, etiche e religiosità, sensi e sentimenti diversi,
magari ostili e in conflitto tra loro.
Ci
sono inimicizie e rancori, discriminazioni e razzismi, guerre e odi.
Scelte
diverse, politiche diverse, strade diverse.
Siamo
chiamati tutti e a portare tutto sotto alla croce e a lasciare tutto
li affinché Gesù lo annienti.
Dobbiamo
accettare la visione! Credere! Ma non basta.
Troppi
vedono e dicono di credere, troppi si fermano soltanto a questo.
Dio
ha “compiuto tutto”. Il massimo per l’uomo. Non ci sarà
un altra manifestazione.
Dio
ha dato tutto se stesso! Certo, ma vuole che vedendo questo, io sia
disposto ad arrendermi a Lui... arrendermi al suo amore per me.
Sotto
alla croce vedo la carnalità di tutti e la mia.
Il
mio essere peccaminoso, la mia natura malvagia deve essere inchiodata
sulla croce.
Soltanto
sulla croce muoio la morte della carne e dell’anima.
Dio odia il peccato, ma salva il peccatore!
Dopo la croce c’è la risurrezione. Sono perdonato e salvato. L’unita dello Spirito, la pace come vincolo, l’amore il collante tra tutti gli uomini.
Dopo la croce c’è la risurrezione. Sono perdonato e salvato. L’unita dello Spirito, la pace come vincolo, l’amore il collante tra tutti gli uomini.
Dopo
la croce vedo la spiritualità di tutti e la mia e vivo la vita dello
Spirito.
Il
messaggio centrale dell’evangelo è: l’opera di Gesù sulla
croce; la visione per un'umanità che non sa quello che fa.
“ Il regno di Dio si è avvicinato”
“Cristo vive in me”. "
Vive nell'umanità con il suo Spirito.
Vive nell'umanità con il suo Spirito.
Morte...
ma soprattutto risurrezione per me, per tutti.
Il
Salvatore è venuto ad abitare in noi mentre eravamo morti negli
errori e nei peccati, sotto alla croce a guardare il misfatto.
La
croce era necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo finale di
Dio, donare lo Spirito a chi lo accoglie, che lo accompagnerà uniti a Lui per
l’eternità.
Gusteremo
l’opera soltanto a metà? Dio muore per la salvezza del mondo e
basta? Vedremo soltanto questa visione?
Quanti
cristiani sono fermi a metà strada, ancora sotto alla croce, quanti,
più o meno sono ancora dispersi per la “via crucis”.
Stanno
ancora andando a crocifiggere Gesù.
Lui ha già percorso quella strada
per la città: per le città del mondo!
“stanno crocifiggendolo un’ altra volta...”
Per questo è ancora inchiodato al crocifisso.
“stanno crocifiggendolo un’ altra volta...”
Per questo è ancora inchiodato al crocifisso.
Quanti
sono fermi a qualche stazione religiosa: penitenza, pietismo, voti,
miracolismo, ascetismo, le confessioni, le opere...
E’ un volere portare ancora Cristo alla croce?
Forse non si accorgono di essere fermi a qualche stazione religiosa.
Forse non si accorgono di essere fermi a qualche stazione religiosa.
Troppo spesso i cristiani si sentono ancora sotto la croce.
E’ un volere rimanere ancora nei propri peccati?

E’ un volere rimanere ancora nei propri peccati?

Stanno ancora pensando
questo? Dio
dov'è? “Salva te stesso e noi?”
Dopo
la croce che è già avvenuta, c’è la via della fede, un’unica strada, Gesù con i suoi,
nei suoi, che vuole percorrere con loro l’altra metà della strada, dove
la salvezza è certa, dove c’è la santificazione e la
consacrazione, una trasformazione sempre più simile alla sua
immagine.
Quanta
fatica portare la propria croce e depositarla al calvario.
Il
peso sarà a mano a mano più leggero se riusciremmo a farci aiutare
da Lui che può e vuole portare i nostri pesi, avendolo già fatto.
Gesù
ha portato il mondo sotto alla croce (impersonalmente) per risorgere
dalla croce ed accompagnare (individualmente, personalmente) chi lo
vorrà seguire aldilà della croce.
Dio
è all'opera per salvare e trasformare lavorando nel cuore
dell’uomo, nei suoi sentimenti, nella sua mente.
Dio sta lavorando nel mio cuore: cosa penso e credo della croce?
“L’opera
di Cristo sulla croce per me, mi rende sicuro. L’opera di Cristo in
me mi rende felice.”
John Mitchell
L’opera
inizia andando verso la croce, sotto alla croce, e attraverso di essa
per la strada della risurrezione, prima del nostro arrivo in cielo
Dio completerà il suo atto d’amore. Fil.1,6
“Affinché
giungiate ad essere ripieni di tutta la pienezza di Dio” Ef.3,19
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TIZIANO |
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