69-AVERE FEDE-Discepolato
Gesù sulla barca |
MARCO 4, 35-41 Matteo 8,23-27 Luca 8,22-25 Salmo 107,25-30
La
vicenda di questo episodio, raccontato nei sinottici, può sembrare a
prima vista la cronaca di una giornata sul lago che poteva finire
male.
Da
come la situazione si svolge, sembra che Gesù voglia far conoscere
ai suoi discepoli la sua vera identità. Vuole mostrare che quello
che è scritto nel Salmo
107,25-30, quello
assistito dallo scrittore, è la potenza di Dio, che può esercitare
in qualsiasi momento, ed è anche profezia svelata a lui e ai suoi
compagni, che vuole tramandare scrivendo questo episodio
Gesù
sta cercando di fare conoscere ai suoi seguaci che Lui è più di un
maestro, un profeta, come forse potevano pensare; come pensano ancora
oggi molte persone.
Vuole
inoltre prepararli all’esercizio della fede. Insegnamento pratico
di come si devono comportare i suoi discepoli in situazioni scabrose
e di pericolo.
Saper
dipendere da Dio: l' Onnipotente, l'Onnipresente, al di sopra delle
apparenze, e quando le circostanze sono sfavorevoli.
Insegna
loro a non soffermarsi alla salvezza personale, ma vuole che essi
stessi diventino strumenti di liberazione.
Sta
dimostrando come si affronta un combattimento spirituale e
psicologico.
Seguire
Gesù, cercare di conoscerlo come l'Onnipotente, vuol dire essere
fiduciosi perché le circostanze sono controllate dalla sua presenza
ed in questa intimità, Egli vuole ammaestrare ed equipaggiare,
rendere sensibili e attenti, calmi e auto controllati, anche se sa
che non sarà semplice.
Rassicura
a non avere paura, a non abbattersi quando le difficoltà sono gravi
e non si sanno sopportare, perché Lui è sveglio, anche se sembra
che dorme.
Sgrida
il vento e calma la tempesta, come lo avesse fatto Dio stesso.
E’sera, Gesù vuole passare all’altra riva su una barca. Questa frase, per alcuni predicatori del passato, veniva riferita e spiegata durante le commemorazioni funebri di credenti come indicazione del paradiso. Studiando bene il testo e la sua sequenza è vero proprio il contrario. La barca è diretta verso il paese dei Geraseni. Località non appartenente al popolo ebraico, gente pagana, senza Dio; morti senza speranza in sepolcri da dove esce fuori un indemoniato nudo e senza dimora al quale porta guarigione.
Gesù
sta insegnando ai suoi il servizio cui Dio chiama, anche in
quest'altra sponda del mare: due sponde, due popoli per farne uno
soltanto.
Il
mare, simbolo oscuro, pauroso e negativo, per il popolo ebraico
simboleggia la moltitudine, la massa degli uomini di ogni tipo e
natura.
Ricorda
l’umanità distrutta dal diluvio, che sommerse le anime dissolute e
corrotte.
Gesù
vuole portare
guarigione, salvezza, assegnare nuove identità, portare la Buona
Notizia e raccontare le grandi cose che Dio può fare, in ogni parte
del mondo.
Vi
erano altre barche. La moltitudine si era disciolta, rimasti coloro
che vollero seguirlo. “
Salì sulla barca e i suoi discepoli lo seguirono.”
Matteo
8:23
Nel
tragitto, Gesù stanco, si addormenta, il suo sonno è calmo, sereno,
senza turbamento.
Il
vento comincia a soffiare, il mare si agita fortemente, le barche
sballottano e sembrano essere in pericolo.
L’oscurità
è simbolo di brutti presagi, la falsa luce e le ombre della notte
che avanza, il vento forte, le onde nere e tumultuose, smuovono gli
animi turbati da paure ancestrali che non sanno trattenere, non
riescono a vedere più bene, neppure dentro di loro.
I
discepoli si sentono soli, smarriti, agitati, hanno paura di morire,
pensano soltanto a loro stessi, le altre barche non interessano,
sanno che non possono dare aiuto perché sono nella stessa
situazione.
Forse
vorrebbero essere sulla terra ferma, come tanti che non si sono
imbarcati in questa avventura, forse non vorrebbero essere nelle mani
di Gesù, che mai hanno trovato il Lui che non si cura neppure di
loro, pensano: moriremo tutti
Svegliano
il Maestro che dorme sereno sul guanciale e non si sente coinvolto
dall'evento.
Lo
rimproverano per la sua tranquillità, la sua noncuranza per le loro
vite.
Tutto
questo avviene perché Gesù è voluto uscire in barca.
Come
altre volte, spiega che queste cose sono state preparate per coloro
che lo seguono.
Sgrida
il vento, dice al mare di calmarsi, e invita i discepoli a
considerare che hanno dubitato, hanno messo in discussione la sua
identità.
Chiede
il perché della loro preoccupazione, della loro paura e li stimola
alla ricerca della fede. Alla consapevolezza di ciò che vedono: Gesù
in azione che sottomette gli elementi e gli ubbidiscono: soltanto il
Dio che conoscono, tramandato attraverso la loro religione, ha fatto
quelle stesse cose, questo dovrebbe rafforzarli e non renderli
timorosi.
Tutto
questo è valido soltanto per i discepoli di Gesù, oppure è attuale
ancora oggi?
Dio
sembra voglia mettere alla prova la fede dei credenti nel percorso
della vita.
Certamente
vuole che lo chiamiamo, che lo preghiamo, che gridiamo a Lui, e non
perché è sordo, ma vuole stimolarci affinché ci muoviamo verso di
Lui con un rapporto diverso.
Ci
invita quindi a fidarsi di Lui, ad essere calmi, perché noi
possiamo dominare ogni situazione con la pace e la serenità, con la
fede nelle sue promesse.
Gesù
ci salva, ma ci insegna che vorrebbe fossimo noi ad intervenire,
perché vuole mandarci sull'altra sponda del mare, sulle strade buie
e burrascose dell’uomo, con più fiducia e autocontrollo,
con fede e fedeltà;
con la sua autorità che deve diventare nostra.
Noi siamo saliti su questa barca per essere con Lui ed imparare!
Noi siamo saliti su questa barca per essere con Lui ed imparare!
Quante
tempeste dobbiamo ancora attraversare? Temiamo con paura della nostra
vita, o cerchiamo di adempiere al suo mandato con fede certa?
Chi
può aggiungere qual’
cosa alla sua persona, alla sua vita, alla sua salvezza.
Gesù
è il nostro maestro, ma nostro Dio, sulla barca della vita, a noi è
richiesto di seguirlo nonostante le avversità, più ci riusciremo e
più dimostreremo fede.
La
paura di morire e il dubbio sono più forti del pensiero che Dio è
sovrano, e che le circostanze stanno nella sua mano
Nella
fede tutto dipende da noi.
Ma
chi ha vera fede allora?
Gli
stessi apostoli dimostrano di possederne poca. Nelle altre barche, le
chiese; la chiesa nella storia, cosa hanno dimostrato. Dio è
soddisfatto del cammino della sua chiesa, è un percorso di fede?
Fidarsi
di Dio è andare aldilà della nostra comprensione, del nostro modo
di essere, del nostro stato, uomo o donna, forte o debole, sano o
ammalato, istruito o ignorante, pauroso o coraggioso.
Importante
è non abbandonare, non abbandonarsi allo scoraggiamento, al pensiero
di non potercela fare.
“Tutte
le cose che domanderete in preghiera, se avete fede le otterrete”
“Fino
a quando vi sopporterò” “Se aveste fede e non dubitaste”
“Fino
ad ora non avete chiesto nulla nel nome mio; chiedete e riceverete,
affinché la vostra allegrezza sia completa”.
Per
chi sono state scritte queste frasi. C’è qualcosa di pratico da
attuare?
L’allegrezza
dipende dal vedere Dio all’opera, questa è la differenza tra il
credere ed invece avere fede.
Posso
ben credere che Gesù possa fermare il vento e calmare le acque, ma
avere fede è salire sulla sua barca e farmi portare all’altra riva
con il mare in burrasca.
Posso
anche credere che Gesù è la resurrezione e la vita, ma avere fede è
consegnarmi nelle sue mani e fare quello che mi dice: farlo diventare
il signore della mia vita.
Avere
fede è certezza della sua presenza, della sua Signoria.
Il
dubbio è insistente, la paura è rimasta, tutto questo non ci deve
fermare.
“ Chi rimane nel dubbio rimane nella morte”
Non
rimanere nella solitudine del proprio stato, del proprio peccato, in
preda allo svilimento e all’angoscia, all’ansia e alla paura.
Non
rimanere nel buio sulla barca che affonda in preda alle acque in
burrasca.
Chiamare
Dio. Gesù risponderà!
Dio
opera, se credo, che Gesù è L’Onnipotente.
"Signore
mio e Dio mio" Giovanni 20,28
Può
fare luce dove c’è buio, dare calma dove c’è tempesta.
La
sua forza non è cambiata. E’ il Dio creatore!
Il
Signore!
Gesù
interviene, nella misura e nella proporzione della fiducia che gli
rapportiamo.
I
dubbi comportamentali non intaccano certamente la salvezza, ma
fermano il cammino, stoppano la fede.
Come
usiamo ed esercitiamo il muscolo della fede?
Usare
fede è vedere Gesù all’opera,
accostarsi a Lui e seguirlo al largo verso l’altra sponda.
Navigazione incerta e oscura che si pianificherà man mano.
Tutto
ciò che avverrà è già sotto il suo controllo, ti porterà, se
occorre, in braccio, ti farà camminare sulle acque e sarai testimone
delle grandi cose che può fare a te alle altre barche.
Attraverso
la prova il Signore corregge ed istruisce.
Lui
vuole farci forti, appunto, dove siamo deboli; parla a me, parla a
TE, alle chiese.
Se
siamo con Gesù, nell’orto in pace, o nella barca in burrasca, in
qualunque situazione, dobbiamo vivere la Signoria di Gesù. Lui
dorme, ma è il Signore.
La
barca sballottata dalle onde ci rappresenta molto bene.
“Ed
ecco levarsi una gran bufera di vento che gettava le onde nella
barca, tanto che questa già si riempiva.”
Marco
4:37
Nel
mondo troviamo: pericoli, ansietà, sofferenze, paure nascoste,
misteriose ed improvvise come il colore e la violenza delle onde.
Credere che ogni realtà, anche quelle negative sono sottomesse a Gesù, è acquistare certezza, autorità.
La
situazione a volte è difficoltosa, ci troviamo forse nel turbinio
del vento e nell’oscurità delle acque, del mare in burrasca.
Se
ci sono ancora zone scabrose, oscure dove non arriva la luce e la
calma, dove non c’è la signoria di Gesù; se Lui rimane il nostro
salvatore ma non completamente il nostro Signore, allora ci saranno
ancora in noi sensi, sentimenti in burrasca, dubbi abissali
incontrollati.
Soltanto
Gesù può calmare, ristabilire equilibrio. Ogni potere ha nelle
mani.
«Ogni
potere mi è stato dato in cielo e sulla terra.”
Matteo
28:18
Occorre
chiamare Lui: risponde sempre anche se sembra che dorma.
Se
dimostri con i fatti di fidarti di Lui, tu puoi sconfiggere il tuo
stato ansioso e pauroso.
Chi
libera è Gesù, e vuole che cerchiamo e proviamo a diventare uomini
e donne di fede.
Qualunque
sia in questo periodo la tua tempesta, credi nella signoria di Gesù.
Essa
porterà calma, serenità, pace, costanza, la Buona Notizia all'altra
sponda.
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