42-LE BEATITUDINI-Sequela
MATTEO 5,1-12
Le Beatitudini
Gesù
vede le folle, che lo seguono: gli apostoli, i discepoli e i
credenti, quelli a Lui più vicini, poi altra gente comune e
altolocata, ebrei, samaritani, e pagani, coloro che sperano nei
miracoli, quelli che vogliono acquistare potere dalla sua
personalità: cerca un posto comodo per poterli vedere tutti, e poter
essere ascoltato.
Molti
volevano toccarlo per essere guariti, conoscerlo di più ed essere
istruiti e rincuorati, il Maestro fa ordine e li dispone sparsi
sull’altopiano.
Forse
è il momento del ristoro e le pecore nella loro tranquillità, nel
sentirsi sicure, guidate amorevolmente dal Buon Pastore che le
conosce una ad una, si fanno gestire serenamente.
Gesù
ammaestra e benedice, dice bene, cose buone, a questa moltitudine di
uomini, donne bambini, diversi tra loro di nazionalità, razza,
religione e lingua.
Disposti
in gruppi, qua e là, disseminati nella pianura del mondo,
formicolanti con dietro ognuno i propri problemi: malattie, interessi
ed aspettative comuni o differenti.
Tutti
quassù ora in questa quiete, dove si può ascoltare con più
tranquillità, per attendere non più: una guarigione, un conforto,
un indicazione, un cammino.
Tanti
non sanno perché sono qui, sono frastornati dal vocio di tutti gli
altri e dalla fatica del giorno. Messi in movimento da una forza
interiore che non sanno comprendere appieno, dimentichi ora in questa
siesta, in questo riparo, questa pace; che alcuni sono sordi, ciechi,
storpi, con pustole di lebbra, epilettici o posseduti e ossessionati
da turbe.
Si
sono raccolti tutti insieme per sapere dal grande maestro, guaritore,
profeta; definito da alcuni Figlio di Dio, il grande dilemma,
l’interrogativo essenziale, il bisogno eccelso, che ognuno ragiona
dentro se stesso, ma non sa esserne certo.
Sanno
tutti che Lui sa bene di cosa l’uomo ha bisogno, ed oggi previene e
prevede la loro domanda. Risponderà ad ognuno e a tutti, nulla è
esclusivo o riservato.
Esiste
la vita dopo la morte? Dopo una vita così? Tu vedi e conosci chi
siamo, e cosa facciamo, cosa sarà? Questo Dio di cui parli, che fa
doni e che dona gratuitamente, e si dona, se esiste dov’è? Per
chi è questo regno, per noi, per loro, indicando gli apostoli e
quelli a Lui più vicini, i credenti?
E’ soltanto futuro, o è il
presente quello che tu ci presenti, qua sulla terra? Come avverrà?
Possiamo essere noi, loro ad ottenerlo, perché fa parte di tutti
come una meta a cui non si può arrivare?
Gesù
ora non fa miracoli, non stende le mani per guarire le malattie, non
benedice gli alimenti per moltiplicarli e fermare la fame.
L’Emmanuele parla, la sua parola è vera e potente ed essi vogliono
sapere della felicità, della gioia.
E’
il miracolo, il più grande di tutti, il prodigio del destino
dell’uomo, l’esistenza di questo immenso ammasso di popoli, la
vita, il futuro. Il Figlio di Dio annuncia al mondo la buona notizia.
“Ciò che Dio benedice è benedetto per sempre”
pensando ai giorni della creazione.
Gesù afferma la felicità e insegna a saperla sentire nel profondo del cuore, come una benedizione, una promessa certa che Dio manterrà. “BEATI ”
Questa
parola arriva sia alla persona più povera indigente e frustrata come
il lebbroso samaritano, che al ricco e istruito sacerdote levita, il
primo e l’ultimo nella posizione sociale per comprendere tutti.
Le
beatitudini parlano già da ora di gente felice. Non è una parola
gettata così a caso senza cautela, è diretta, vera, senza preamboli
o discorsi elaborati e sontuosi, è l’annuncio della grazia.
“Beati
i poveri in ispirito…” Poveri
perché non credono, non hanno saputo o potuto avere la capacità
della fede, perché la tristezza li ha chiusi in se stessi e non
credono più ad un domani migliore, alla speranza di un Dio che porta
salvezza.
Quelli
che hanno oscurato la fantasia con il nulla e non sanno vedere il
futuro neppure con il desiderio ed i sogni. Quelli che guardano le
bellezze del mondo, il firmamento e le stelle, ma la mente si blocca
e non vede che il buio e nessuna promessa.
“Beati
quelli che fanno cordoglio…”
perché si son liberati del pianto che placa l’ira e il rancore e
così può arrivare il perdono del Padre su un odio che già è
disciolto, quando il cuore brucia e si spacca e l’anima lacrima e
prova pietà di noi stessi e dell’altro; così che la consolazione
di Dio seminata da Cristo col singulto è arrivata all’interno e
all’esterno e non trova confine perché tutto si mescola in tutti.
“Beati i mansueti perché erediteranno la terra” perché usati, strappati, sfiancati, dalle guerre per essere sepolti nelle cave di terra o sparsi come cenere al vento sulle dune di sabbia e tra i flutti del mare o impressi, come ombre sulle rocce di morte dalle atomiche bombe.
“Beati
quelli che affamati, assetati e perseguitati per la giustizia”
perché la giustizia
è un bene irrinunciabile e gioisce con la verità, e l’ingiustizia
discrimina e soffoca la solidarietà. La carità non verrà mai
meno, cosìché saranno saziati nel regno dei cieli.
“Beati
i misericordiosi…”
quelli che avranno rimesso i peccati, il denaro, la vita ai loro
debitori perché a loro fatta sarà, misericordia, grazia e perdono.
“Beati
i puri di cuore…” Quelli
con il cuore purificato, poiché la carne si contamina spesso, il
peccato così facilmente ci avvolge, che almeno il cuore, la
coscienza, rimangano semplici, come fanciulli ché vanno a Gesù,
perché di essi è il regno dei cieli.
“Beati
i pacifisti…” che
non vuol dire essere pacifici, e vivere in pace, non è disertare la
lotta contro il male, la guerra, la morte, ma battersi senza armi e
senza violenza contro i torturatori di sempre. Un esempio sono i
desaparecidos trafitti, traditi ed uccisi da falsità e dalle
occulte omertà. Saranno chiamati figli ed eredi.
“Beati
voi quando vi oltraggeranno, e vi perseguiteranno…” perché
il regno, il cielo, lo Spirito Divino è già intorno, è dentro la
vita, all’interno dell’uomo che sente il richiamo; per questo il
Signore chiama beato chi ascolta e riceve nel cuore questo messaggio,
vangelo di Dio.
Sull’altipiano,
oggi è giorno di festa, è riposo per questi popoli e genti, che
soffrono e sognano felicità. Il grande miracolo che stravolge il
cuore dell’uomo, capovolge il mondo e lo fa nascere alla vita nuova
che viene; ora è a portata di voce e parola che si trasmette l’un
l’altro.
Cristo
è la spada vivente, affilata a due tagli che penetra anima e
spirito, giunture e midollo, sentimenti e pensieri ed assegna
l’investitura.
I
piangenti, gli affamati ed assetati, i poveri, gli esclusi sono
portati in trionfo e fatti oggetto di invidia ed occupano il cielo in
gran numero.
I
mansueti, i pacifisti, sono di esempio perenne su questa terra
recuperata al violento ed i perseguitati sono davanti a vessillo di
pace e giustizia del regno che è e che viene.
Rallegratevi
e giubilate perché la grazia, il regno è gratuito e la felicità è
per tutti.
Gesù
è quel regno attuale e concreto, quel re che prende a regnare e farà
cessare ogni male, ingiustizia e peccato, responsabili di
emarginazione, discriminazione e sofferenza.
Tutti
avranno una parte di felicità, di bene e di eternità in questo
regno, e non perché essi siano buoni o giusti, ma per grazia, questo
è il dono, perché Dio ama e non sopporta più il pianto e il
dolore. Significativo è che l’evangelo, l’entrata nel regno
cominci con gioia, felicità e benedizioni a tutte le genti ed è
molto importante che i credenti, le chiese rendano al mondo questa
parola felice
di riconciliazione e di pace.
Commenti
Posta un commento