35-INDIGENZA-DEI FRATELLI POVERI-Speranza

DEI FRATELLI POVERI Deuteronomio15, 4÷15






 







La lettura di questi capitoli ci parla dei fratelli poveri e bisognosi. 

Dio da delle prescrizioni a questo proposito, se il popolo ubbidirà, avrà grandi benedizioni ed erediterà il paese che l’Eterno gli ha assegnato, altrimenti affonderà. Ogni membro della fratellanza ha l’obbligo di sostenere il fratello, in larga misura, grande liberalità, senza interessi, senza danneggiamenti fino ad arrivare ad un riscatto completo della sua vita indigente. La fratellanza deve sviluppare rapporti chiari, equilibrati e giusti affinché nessuno si senta soggiogato dall’altro fratello, ne schiacciato da una stretta economica che non può sopportare e potrebbe indurlo ad adirarsi e gridare a Dio, annullando così il ricordo della liberazione e della redenzione dal giogo egiziano che Lui ha attuato per tutto il popolo.
Dio afferma: “Non vi sarà alcun bisognoso tra voi; poiché l’Eterno senza dubbio ti benedirà”. E’ Dio che parla!



Mi viene alla mente un’altra frase simile che Gesù dice: “I poveri li avete sempre con voi” Marco 14,7. Qui è Gesù che parla! Ed aggiunge che si deve far loro del bene. 



 Come è possibile che Dio affermi due cose completamente opposte? Come conciliano queste due affermazioni di Dio che apparentemente sono contraddittorie e in antitesi. Non è forse lo stesso Dio che parla: la stessa Parola di Dio.
La chiave è che queste frasi non sono affermazioni assolute, ma relative al tempo presente e sembra dipendano dal nostro comportamento: se siamo capaci ad ubbidire, se facciamo o no del bene ai nostri fratelli poveri. L’Eterno dice questa prima frase come norma da rispettare e si aspetta un fatto concreto di ubbidienza, non tanto dal singolo quanto dal popolo. Sa, poiché Lui è Onnipotente e noi siano creature fallaci, che non sarà ubbidito in pieno; vuole dire al suoi, quindi: cercate di sforzarvi, fate in modo, fatelo con tutte le vostre energie affinché non vi sia alcun povero tra voi che siete fratelli. Io vi benedirò! 



La seconda è appunto la constatazione amara di quello che pensava “i bisognosi non mancheranno mai nel paese”: fatto certo in quel tempo e oggi ancora è sempre il prodotto dell’uomo, che anche se facente parte del popolo di Dio non sa risolvere. Dio ricorda: vi ho dato queste prescrizioni, vi ho avvertito molte volte con la Torah, con i Profeti, con mio Figlio: ubbidite a queste mie parole per il bene vostro e quello comune, per essere sotto la mia protezione ed essere felici. Ho chiamato il popolo a vivere questo impegno preso con me con sincerità dimostrando affetto alla terra, ai beni comuni, all’uomo, alla fratellanza, senza spirito di competizione o di accaparramento ma di solidarietà ed equità tra tutti. 



Le cose però non sono cambiate ne cambieranno perché siete voi a non voler cambiare, il vostro cuore incline all’egoismo è di parte e non vuol condividere.
Ora noi credenti, siamo chiamati come popolo di Dio a vivere il solito impegno o no?
Gesù ci dice, guardate che i poveri sono ancora con voi, cosa aspettate a far loro del bene, ad ubbidire alle parole del Padre non ci sia più alcun povero tra di voi”. Guardate la realtà del mondo, guardate i vostri fratelli poveri sparsi: gli oppressi, gli emarginati, i diseredati, gli immigrati, i clandestini, i terremotati. Cosa producono le guerre, che danni fa la mancanza di cibo, le distruzioni, e che irrisori interventi dispongono i governi su queste priorità.












La giustizia economica è possibile? E’ possibile un mondo senza povertà? Sono i vostri poteri umani a governare ogni cosa nel globo.




Stiamo assistendo ad un progressivo impoverimento di interi popoli e di fasce sempre più grandi di popolazioni. Tra i principali fattori che determinano questa crisi mondiale vi sono delle scelte economiche. Vengono utilizzati i suoli produttivi per ottenere combustibile, e le guerre occupano altro territorio. Invece di costruire aratri per rendere fertile altro terreno per sfamare, si fabbricano armi per uccidere e diminuire la popolazione. Il prezzo dei prodotti alimentari di base è aumentato, soprattutto i cereali, pane, pasta, riso. Tutto corrisponde ad una condanna a morte delle persone nei popoli meno abbienti. Dieci anni sono passati dalla richiesta di ridurre il debito ai paesi poveri, ma ancora rimane! 



Un miliardo e settecentomila persone vivono e muoiono in condizioni di sottoalimentazione e malnutrizione. Non c’è più cibo per tutti, ma gli investimenti in agricoltura sono diminuiti. La disponibilità alimentare globale non è più sufficiente a soddisfare i bisogni della popolazione del nostro pianeta. La produzione di biocarburanti, i cambiamenti climatici, le speculazioni finanziarie sui beni alimentari specialmente di base affamano e impoveriscono i popoli. La mancanza di terre da coltivare, la mancanza di infrastrutture per il nutrimento e l’alimentazione, la scarsità d’acqua provocano fame e povertà; ma non sono ne inevitabili ne irreversibili. La vita, il nutrimento, un’esistenza di qualità sono diritti inalienabili dell’uomo. Bisogna agire affinché i governi definiscano bene le priorità e gestiscano le risorse con equità.















Gesù ci ricorda “I poveri sono ancora con voi”affinché facciate loro del bene. “Io da sempre sto con loro” non ve l’ho detto! Parteggio per i poveri, i vulnerabili, visito le baracche, le casse di cartone dove abitano, i rifiuti e le immondizie, della vostra aberrante economia, dove i bambini razzolano cercando cibo per non morire. 



Sono sceso a vedere le rovine dei disastri che fate con le guerre, come soggiogate i popoli: li deportate da un luogo ad un altro per impossessarvi del terreno e poterlo sfruttare al massimo. L’ingiustizia è diventata la regola e i miseri ne sono soprafatti. Vedo che ancora oggi, con vani pretesti, sprecate grandi opportunità di fare il bene come vi ho insegnato. Non avete imparato da Me come sta scritto: Egli ha sparso, egli ha dato ai poveri, la sua giustizia dimora in eterno” Salmo122,9 -2^ Cor. 9,9.





Ecco ancora un richiamo profetico che si riferisce a Gesù che ha saputo fare del bene, ha dato con equità, soprattutto ai più bisognosi .
Infatti, IO SONO ancora qui con voi perché i poveri sono ancora con voi ed Io sono con loro.
                             


Dov’è il mito dell’infinito sviluppo della produzione agricola e alimentare: cibo per tutti, del progresso a tutti i costi, e che costi? Per una vita di benessere falso e falsificato per pochi, si riducono alla fame milioni di persone. L’economia che è stata instaurata ha fallito come pensiero e come azione ora ne siamo spettatori inermi. Che fare?
La terra aspetta, la natura aspetta, l’umanità aspetta: aspetta…i credenti che sono chiamati ad essere comunità di veri fratelli che cercano la giustizia sociale e vogliono la pace, che sanno che stanno vivendo una realtà che non è loro ma che va cambiata, trasformata, ora più di prima. Occorre riscoprire l’etica della responsabilità, un cambiamento concreto della nostra coscienza. In un mondo inquinato e ingiusto: riformarsi oggi, vuol dire convertirsi ad un diverso stile di vita che affermi la Parola di Dio: voce di giustizia, equità, solidarietà, eguaglianza, contro la moltitudine delle altre parole ingiuste, guerre, razzismo, vandalismo, sopruso, speculazione, disuguaglianza, ostruzionismo politico, camorra.
 

Denuncia aperta contro l’economia dei pochi, il commercio speculativo, la politica delle tangenti, le banche, gli interessi, i mutui, la borsa, (idoli di oggi). Occorre inventare nuove economie su basi diverse dalle precedenti dove non ci sarà più alcun povero ne chi morirà di fame. Diventare banche di solidarietà e condivisione, instaurare politiche di sostegno, praticare la giustizia e l’equità come si fa tra fratelli.














In verità vi dico che quando lo avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, lo avete fatto a me” Matteo 25,40. Gesù, Dio si identifica ancora nelle persone più indigenti, insignificanti, ma sempre fratelli e ci invita a non stancarci nel fare del bene perché quando viene compiuto, rimane incancellabile perché è come averlo fatto a Gesù ed e eterno.




Facendo questo, si compie la volontà di Dio non ci sia più alcun povero tra di voi”allora certamente “gli umili avranno abbondanza di gioia nell'Eterno, e i più poveri fra gli uomini esulteranno nel Santo d'Israele” Isaia 29:19. 

Abbondanza e gioia richiamano convivialità, condivisione in ogni cosa specialmente nell’amore: e il tutto è chiamato Agape. Gesù è il pane della vita di Dio per il mondo, la festa, il convito, le nozze con ogni popolo, lingua e nazione: la dimensione sociale dell’amore che si dona a tutti liberamente fino in fondo, che si forma in azioni espresse con le sue parole migliori
amatevi come io vi ho amato”
sostenetevi, confortatevi, consolatevi, sfamatevi, arricchitevi l’un l’altro e non soltanto di cose materiali. 
Io sarò con voi. 
Questo evidenzia ancora la differenza tra il nostro amore, quello che dovremmo dare ed il suo che è già stato donato e che è sempre fedele, che resta oltre il tempo perché Gesù è l’Agape di Dio, il suo amore più forte di ogni altra cosa: eterno.









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