122 LA PIENEZZA DELLA SPERANZA-Speranza
LA PIENEZZADELLA SPERANZA Isaia 29, 17-24
Ancora un brevissimo tempo, e il Libano sarà mutato in un frutteto, e il frutteto sarà considerato come una foresta.
In quel giorno, i sordi udranno le parole del libro, e, liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno; gli umili avranno abbondanza di gioia nell'Eterno, e i più poveri fra gli uomini esulteranno nel Santo d'Israele.
Poiché il violento sarà scomparso, il beffardo non sarà più, e saran distrutti tutti quelli che vegliano per commettere iniquità, che condannano un uomo per una parola, che tendon tranelli a chi difende le cause alla porta, e violano il diritto del giusto per un nulla.
Perciò così dice l'Eterno alla casa di Giacobbe, l'Eterno che riscattò Abrahamo: Giacobbe non avrà più da vergognarsi, e la sua faccia non impallidirà più.
Poiché quando i suoi figliuoli vedranno in mezzo a loro l'opera delle mie mani, santificheranno il mio nome, santificheranno il Santo di Giacobbe, e temeranno grandemente l'Iddio d'Israele; i traviati di spirito impareranno la saviezza, e i mormoratori accetteranno l'istruzione.
Isaia si spinge oltre il suo tempo: nella rivelazione escatologica.
Considerando tutto il libro, partendo appunto da questi versetti, il messaggio che propone è essenzialmente messianico con punte seguenti di escatologia che individua nel ritorno dell'Unto di Dio, nella sua predicazione della salvezza e nelle opere fino al giudizio finale e alla restaurazione completa di Israele operata dal Cristo. Il testo letto è breve e le profezie, come questa, che Isaia propone vengono espletate nei capitoli sucessivi.
E’ la profezia più completa dell’impegno che l'Eterno
svolge nei confronti di Gerusalemme nel tempo e nella storia.
Isaia insiste sul potere dell'Esistente in questo territorio. Una voce di
teologia diretta al popolo: affermazione della Signoria
dell'Onnipotente che deve avere in ogni epoca. Il giudizio che
afferma su Giuda non è l’ultima parola.
Dio porterà la grazia e la pace, Shalom, in tutto Israele.
La profezia vuole rimarcare che le grandi super potenze, ora
Babilonia, sono soggette alla volontà del Dio di Israele.
Per questo sostiene il popolo e offre ad Israele la speranza che il suo
Dio è quello che giudicherà anche tutte le nazioni, sopratutto quelle c
he mettono i popoli nell'ingiustizia sotto il loro giogo.
Una parte viene chiamata piccola Apocalisse, che fa rivelazioni
cosmiche assolute in nome di Colui che E'..
Caratteristica che esprime la convinzione della restaurazione
completa in difesa di coloro che soffrono per fede, per cui neppure
la realtà della sconfitta e dell'esilio può opporsi alla fedeltà di Dio.
L'Eterno è il grande rivale del suo giudizio dichiarato: per amore
lo fermerà includendolo nella sua volontà.Una poesia che anticipa
una gioiosa risurrezione del popolo per sempre.
Affermazione non nuova, ma coerente, che il popolo deve sapere.
Il Creatore è sovrano su tutto, sul tempo, sul mondo, sul cosmo.
Questo scritto anticipa il recupero di Gerusalemme e il lieto ritorno
degli esiliati dalla deportazione. La liberazione da ogni giogo
terreno, umano, è un dono dell'Onniscente, il Dio che rimane fedele
ad Israele e lo è in questo racconto, lo è in questo tempo vicino e lo
sarà ancora in quello finale.
Il giudizio su Gerusalemme va oltre la crisi, ora anticipa il ritorno dall’esilio, riafferma il dominio dell'Onnipotente su tutte le forze ribelli: i violenti, i malvagi, il male e anche la morte.
Il testo successivo riporta lo sconvolgimento dei territori la disfatta
di Israele e l'esilio.
Gli eventi storici ricordano che Ciro dopo non molto tempo per
volontà di Dio permetterà ai deportati di Gerusalemme di ritornare
alle proprie case.
L’anticipazione teologica di questa poesia presenta il Re dei Re
protagonista del miracolo e afferma il suo intervento concreto.
Caratteristica della bibbia è questa convergenza teologica che si
realizza con l’evento storico che dovrà avvenire.
La volontà dell'Onnipotente, in questo episodio, è voler restaurare e
dare benessere a Israele dopo l’esilio,
Il debito di Gerusalemme è saldato dal Dio di misericordia e amore
per il popolo: il tuo Dio regna e prenderà l'iniziativa della
riconcigliazione.
Testo poetico svolto con notevole visione futura.
Contiene grandi dossologie che celebrano L'Eterno come creatore.
Profetizza la salvezza e garantisce che sarà dalla parte di Israele.
Vuole destare nuova speranza negli esiliati e dare avvio alla
partenza da Babilonia come nell’esodo dall’Egitto.
La tradizione di Isaia si concentra sulla ricostituzione del popolo di
Israele come popolo del patto.
Questa duplice tradizione di giudizio e promessa viene sviluppata
anche nello svolgimento successivo dei capitoli e prosegue con la
medesima convinzione che il giudizio e la liberazione
dell'Onnipotente influiscono sulla realtà storica nel tempo di Isaia
ma continua a vivere nel mondo di cui L'Eterno è il Creatore,
mantenitore e Regna.
Questo capitolo parla del futuro benessere di Israele, sociale,
famigliare e territoriale che esprime una anticipazione della nuova
era dove il governo di Dio è stabilito.
Fondamento e promessa al suo popolo fin dall'inizio che si
concretizza nella rivelazione dell'ultimo capitolo di Apocalisse.
La pienezza della speranza biblica è un nuovo cielo e una nuova
terra, dove giustizia abita ma con una nuova Gerusalemme, un n
uovo popolo: uno solo: Israele e la Chiesa.
Anticipa la restaurazione totale dove l'Unto di Dio riafferma il
potere di Dio, il Regno di Dio e porterà il nuovo popolo verso la
riconciliazione completa e il benessere.
I peccatori saranno perdonati, i disperati saranno ristabiliti, i poveri
gioiranno nella giustizia e tutta l’umanità vedrà la gloria di Dio.
Questa è la buona notizia di Isaia, ma pure il proseguimento della
speranza, il cuore attuale del vangelo di sempre.
Questa è la nostra nuova salvezza e dell’umanità, annunciare la
riconciliazione futura totale, il buono della vita e dell’amore attuali
proporsi e prodigarsi per la pace e il benessere a tutto il creato.
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