21-LA STRADA DELLA CROCE-Amicizia vera























Strade di Gerusalemme, ritrovate dalle scoperte archeologiche, calpestate dal Maestro, Messia, Figlio dell'Altissimo.



MARIO SCAPPINI


LA STRADA DELLA CROCE


Ricordi evangelici



 LA CROCIFISSIONE DI GESÙ Luca 23,26÷49-Fil. 2,5÷11

In questo racconto assistiamo al cammino di Gesù per le strade di Gerusalemme condotto dalle guardie romane verso il luogo chiamato Golgota, qui deve essere crocifisso; è il suo supplizio.
Lo segue una gran folla di popolo e di donne che fanno cordoglio e si lamentano per il destino che gli sta capitando: era uso accompagnare il condannato con alte lamentazioni; tanto più in questo caso perché è un uomo che si è sempre comportato bene e molte persone sperano sia il Messia.
La morte sulla croce è stata considerata da sempre come un segno negativo, nefasto, Il supplizio degli schiavi o dei ribelli contro il potere di Roma” diceva Tacito, storico romano.

La croce di Gesù è il martirio di un uomo giusto che muore per gli ingiusti ci dice la parola di Dio.



Gesù ha predicato la Buona Notizia del regno di Dio; la salvezza per ogni uomo peccatore, perdonato dall'amore del Padre verso la sua creatura. 
Tutti, come peccatori perdonati, abbiamo bisogno di conoscere questa salvezza.
Gesù mandato per questo scopo, è venuto a cercare e salvare quello che era perduto; l’uomo che si è smarrito dietro alla sua disubbidienza, all'errore di disconoscere e fare a meno di Dio.
Gesù richiama tutta la popolazione di Gerusalemme, i romani, e degli stranieri sulla strada che deve percorrere e che conduce alla croce.



Qui assistiamo a comportamenti umani di diverso genere, addirittura contrapposti.
Un cireneo lo aiuta a portare la croce, alcune donne sono chiamate a lamentarsi, piangono e fanno cordoglio. Alcuni soldati diligenti nel loro dovere, ma abituati e indifferenti alla sofferenza della persona, dividendosi le vesti le tirano a sorte e altri lo ingiuriano.
Dei magistrati lo prendono in giro. Uno dei malfattori che deve essere crocifisso con Lui lo offende, mentre l’altro gli prende le parti sapendo che non merita questa condanna.
Un capitano di centuria glorifica Dio. La popolazione dopo il misfatto se ne ritorna in città battendosi il petto per togliersi il senso di colpa, mentre gli amici e conoscenti guardano le cose da lontano per paura: solo nella morte.














Queste sono le risposte di comportamento di una città, delle città di esseri umani verso la morte di una persona che soccombe ingiustamente: menefreghismo, disinteresse.

Quante città, quanti uomini poi nel mondo danno questo tipo di risposta .
Il mondo è coinvolto in questo cammino verso la croce di Gesù ed è chiamato a rispondere.

L’uomo indifferente, insensibile davanti alla morte di un suo simile: un omicidio, provocato da lui stesso, come Caino non si sente peccatore, tanto meno perduto. A Lui è toccata questa sorte.
Questo è il suo comportamento: Orgoglio e presunzione, negazione e non accettazione, ingiuria e scherno, rifiuto ed uccisione.




 L’uomo non accetta Gesù, ne il messaggio, ne le parole di amore universale ed infinito; non capisce i miracoli, e il bene che ha dimostrato alle persone, alla natura.
L’uomo non accetta quello che Gesù è venuto a compiere, non vuole che Dio comprenda la sua personalità, il suo essere uomo o donna, che lo capisca, che lo consideri mancante, che gli proponga il perdono, che lo cerchi e lo voglia salvare ed accogliere.
L’uomo ha il cuore prevenuto e disonesto e con questo cuore non si può comprendere l’amore.



Attende un fatto, una manifestazione, una presenza tangibile, una visualizzazione.
Non sa che sarà esaudito, ma non nel modo che si aspetta.
Tentando Dio vorrebbe vedere da Lui il prodigio, l’esaltazione, la sua potenza, la sua magnificenza: mai il suo annichilimento.
Si dispone davanti all'evento che si aspetta ed attende la manifestazione di Dio prevenuto ed arrogante. Se fossi dio, farei così...mi salverei, scenderei dalla croce e manifesterei la mia potenza contro i miei nemici.

I sentimenti della folla: 
1) ribellione e vanità, disprezzo e malvagità,
I più numerosi e le classi più facoltose (i ricchi, gli istruiti, i sapienti).
I dominanti, quelli che non vogliono essere destabilizzati da nuove teorie, nuove ideologie, nuovi profeti.

2) Sconfitta e delusione, abbandono e paura
I pochi nelle classi più indigenti, gli inermi.
I dominati, coloro che per paura di ritorsioni non prendono decisioni e accettano anche le cose che non sono giuste.
Tutti sono attratti e si muovono dietro Gesù, seguono la via della croce

Lo stato, il regime: comandanti e militari.
La legge: magistrati e giudici.
La chiesa: sacerdoti e religiosi, farisei e sadducei.
Il popolo: giudei, samaritani, zeloti.
Le nazioni: gentili; greci, romani, cirenei.
Una folla, moltitudine varia e dissimile con fatti, pensieri e problemi di ogni genere: sapienti ed ignoranti, credenti ed atei, calunniatori e benpensanti, sani e ammalati.















Gesù attira il mondo sotto alla croce.

“Quando sarò innalzato trarrò tutti a me” Giov.3,14 

Gesù attira i peccati del mondo sopra la croce. E li inchioda.

Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato” 1^ Giov.1,7 1,9
Gesù sulla croce abbraccia tutto il mondo e lo perdona perché lo ama.

Perdona loro perché non sanno quello che fanno”

Gesù attira il mondo sotto alla croce affinché gli uomini vedano quello che Dio è capace di fare e possano, o contemplare e ammirare la manifestazione, o possano rifiutarla.

Sotto alla croce c’è la diversità della carne: Uomini, donne, razze, tribù, nazioni, colori di pelle, fattezze del corpo.
Sotto alla croce c’è diversità di anime: culture, religioni, denominazioni, etiche e religiosità, sensi e sentimenti diversi, magari ostili e in conflitto tra loro.
Ci sono inimicizie e rancori, discriminazioni e razzismi, guerre e odi.
Scelte diverse, politiche diverse, strade diverse.
Siamo chiamati tutti e a portare tutto sotto alla croce e a lasciare tutto li affinché Gesù lo annienti.



Dobbiamo accettare la visione! Credere! Ma non basta.
Troppi vedono e dicono di credere, troppi si fermano soltanto a questo.
Dio ha “compiuto tutto”. Il massimo per l’uomo. Non ci sarà un altra manifestazione.
Dio ha dato tutto se stesso! Certo, ma vuole che vedendo questo, io sia disposto ad arrendermi a Lui... arrendermi al suo amore per me.

Sotto alla croce vedo la carnalità di tutti e la mia.
Il mio essere peccaminoso, la mia natura malvagia deve essere inchiodata sulla croce.
Soltanto sulla croce muoio la morte della carne e dell’anima.
Io muoio e mi identifico con Gesù e il Padre mi vede in Lui. 
Morto al peccato: da Gesù salvato. 



Dio odia il peccato, ma salva il peccatore!

Dopo la croce c’è la risurrezione. Sono perdonato e salvato. L’unita dello Spirito, la pace come vincolo, l’amore il collante tra tutti gli uomini.
Dopo la croce vedo la spiritualità di tutti e la mia e vivo la vita dello Spirito.

Il messaggio centrale dell’evangelo è: l’opera di Gesù sulla croce; la visione per un'umanità che non sa quello che fa. 
“ Il regno di Dio si è avvicinato” “Cristo vive in me”. " 
Vive nell'umanità con il suo Spirito.
Morte... ma soprattutto risurrezione per me, per tutti.
Il Salvatore è venuto ad abitare in noi mentre eravamo morti negli errori e nei peccati, sotto alla croce a guardare il misfatto.
La croce era necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo finale di Dio, donare lo Spirito a chi lo accoglie, che lo accompagnerà uniti a Lui per l’eternità.
Gusteremo l’opera soltanto a metà? Dio muore per la salvezza del mondo e basta? Vedremo soltanto questa visione?



Quanti cristiani sono fermi a metà strada, ancora sotto alla croce, quanti, più o meno sono ancora dispersi per la “via crucis”.
Stanno ancora andando a crocifiggere Gesù. 
Lui ha già percorso quella strada per la città: per le città del mondo! 
“stanno crocifiggendolo un’ altra volta...”

Per questo è ancora inchiodato al crocifisso.

Quanti sono fermi a qualche stazione religiosa: penitenza, pietismo, voti, miracolismo, ascetismo, le confessioni, le opere...

E’ un volere portare ancora Cristo alla croce?
Forse non si accorgono di essere fermi a qualche stazione religiosa.
Troppo spesso i cristiani si sentono ancora sotto la croce.
E’ un volere rimanere ancora nei propri peccati?






Stanno ancora pensando questo? Dio dov'è? “Salva te stesso e noi?”

Dopo la croce che è già avvenuta, c’è la via della fede, un’unica strada, Gesù con i suoi, nei suoi, che vuole percorrere con loro l’altra metà della strada, dove la salvezza è certa, dove c’è la santificazione e la consacrazione, una trasformazione sempre più simile alla sua immagine.
Quanta fatica portare la propria croce e depositarla al calvario.
Il peso sarà a mano a mano più leggero se riusciremmo a farci aiutare da Lui che può e vuole portare i nostri pesi, avendolo già fatto.
Gesù ha portato il mondo sotto alla croce (impersonalmente) per risorgere dalla croce ed accompagnare (individualmente, personalmente) chi lo vorrà seguire aldilà della croce.
Dio è all'opera per salvare e trasformare lavorando nel cuore dell’uomo, nei suoi sentimenti, nella sua mente.

Dio sta lavorando nel mio cuore: cosa penso e credo della croce?

L’opera di Cristo sulla croce per me, mi rende sicuro. L’opera di Cristo in me mi rende felice.” John Mitchell

L’opera inizia andando verso la croce, sotto alla croce, e attraverso di essa per la strada della risurrezione, prima del nostro arrivo in cielo Dio completerà il suo atto d’amore. Fil.1,6
Affinché giungiate ad essere ripieni di tutta la pienezza di Dio” Ef.3,19


TIZIANO

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