77-PERCORSO E TESTIMONIANZA

Presentazione del libro alla manifestazione nella sala presso il Circolo Ricreativo della OTO Melara nella Giornata dedicata agli Artisti, Dicembre 2000.



PREFAZIONE O DEDICA

Questa mia raccolta è parte d’alcuni messaggi svolti nella chiesa evangelica di Avenza veduti e ricorretti a favore dell’evangelo per questa fabbrica, sono stimolo alla lettura di questo libro meraviglioso che è la BIBBIA, LA PAROLA di Dio.
Se gli scritti sacri, sono veramente la Parola di Dio, bisogna davvero che allora sia presa in considerazione seriamente!
Dedicato a tutti, ai quali sono debitore, come ricordo di una vita passata insieme, per gli insegnamenti, l’educazione, l’istruzione, ed anche comprensione e consolazione.
Maturazione della mia personalità, del mio comportamento per questi 30 anni e più vissuti in questo stabilimento.
Vuole essere dimostrazione d’affetto e simpatia sincera, ed è testimonianza di quello che ho raggiunto e ora credo.

Mi rendo conto che il contenuto non sarà semplice a tutti perché per comprenderlo occorre la chiave della fede ed è appunto e soprattutto indirizzato ad aumentare la fede a chi già la possiede e ad approssimare chi invece n’è estraneo.

                                                      

Dedicato:
1) Al mio posto di lavoro, “La Sala Disegno” Ufficio tecnico progetti e studi, ricerca e sviluppo, dove fino ad oggi ho lavorato.
Alla mia scrivania, che dopo tutto il tempo ed il lavoro svolto sopra di essa, mi “consigliano” di lasciarla per l’utile mio e dell’ azienda. Essa è memore di tanti giorni trascorsi, dei problemi, delle vicissitudini di lavoro e di quelle della vita che non sono mai state disgiunte.
Alla mia professione, al mio essere intero maturato e sviluppato in quest’ambiente di lavoro, ma soprattutto al cambiamento che è cominciato dal pianto sopra il Sacro Libro, che ha visto la mia conversione a Cristo, i miei sentimenti, le mie prospettive e le mie visioni, modificate in positivo.

2) Allo staff Dirigenziale di questa ditta in questi ultimi
trent’ anni, se non altro per il mantenimento almeno fino
ad ora dello stato di questi ultimi edifici e strutture rimaste.
Un ringraziamento anche generazionale (mio nonno e mio padre ne furono dipendenti) perché lo stipendio, anche se poco, ci ha permesso di mantenere le nostre famiglie in modesta tranquillità; e questo non è poca cosa!


             
   

 














            







Voglio credere che ci sarà un prospero futuro nel segno della giustizia, dell’equità, del rispetto dell’uomo, e nella verità nel segno di Dio “In hoc signo vinces”.

Vedo modifiche e cambiamenti ma ancora ristagnano frange di tradizione e superstizione aziendale che vuole essere da guida e pretende ancora di muovere a suo piacimento le cose. Siamo stati condotti dal caso, dal fare le cose sperando che vadano bene o dalla capacità e dalla nostra bravura?


3) Ai miei superiori ai quali ho parlato spesso del Padre Nostro senza mai incontrare considerazione, né benevolenza, ma soltanto sufficienza, diffidenza e distacco.

4) Ai miei colleghi ed amici con i quali non mi sono mai stancato di essere sempre me stesso in ogni luogo, di portare le mie idee, le mie visioni, ma sopra ogni cosa, quello che Dio consigliava nella sua parola. Il pane della vita consegnato nelle loro mani con le parole e con l’esempio, non debba sbriciolarsi e perdersi nel nulla come la sabbia in un pugno aperto. Al tempo trascorso con loro sia di lavoro che no, alle preghiere per loro, alla loro poca disponibilità all’ascolto, alla loro autosufficienza, al loro umorismo.

5) Alle maestranze tutte, che si riconoscono in queste parole, “capacità, competenza, bravura” alla loro cultura, al loro lavoro.
Alla professionalità di tutti, a questa qualità specifica dell’individuo che tiene conto delle sue doti intrinseche come: la serietà, l’onestà, l’affezione al lavoro, la correttezza, l’efficienza, la qualità del lavoro, la quantità di lavoro, che si matura con lo studio e con l’esperienza nell’anzianità lavorativa sia attinente alla professione che no.
Si dimostra nei rapporti con gli altri: colleghi dipendenti, superiori dirigenti, con il personale in genere d’uffici, interni o esterni, tecnici o amministrativi, sui problemi che nascono (sociali, tecnici, culturali, sindacali).
La professionalità non è altro che l’insieme di culture personali, il bagaglio di tutta l’esperienza e la sapienza individuale maturata negli anni e messa a disposizione degli altri. E’ la vita l’etica condotta dall’individuo, la sua personalità, la sua maturazione, le sue certezze, il suo credo. Un uomo è professionale quando sa quello che esercita nella sua professione, nel lavoro, nella vita; quando risolve le problematiche che incontra.
Agli anni passati nel sociale, in Consiglio di Fabbrica, al Circolo Ricreativo, alla disponibilità, al senso comunitario e progressista, alle amicizie incontrate, alla coerenza, alla condivisione della classe lavoratrice.
A questa “Oto Melara” …”Alenia Difesa” che riconosco e rispetto.




6) A Graziano, mio precursore e fratello maggiore in fede che mi ha condotto nella Chiesa Evangelica Spezzina dove ho imparato a pregare.

7) Ad Aldo mio collega e compagno in questo cammino, alla sua conversione, alla sua amicizia, alle nostre preghiere per il cambiamento di questa non trasparente politica aziendale.

8) Alla chiesa Evangelica di Avenza che abbiamo edificato e che per molti anni ha accolto la mia persona il mio senso di servire ed amare Dio, di cui questi messaggi spero lascino segni e ricordi.

10) Alla mia famiglia, che mi ha condiviso, compreso, consigliato e sostenuto.

11) A Roberto per l’incoraggiamento, la correzione, le modifiche, la recensione, a Sandro e Marco per la fratellanza e l’amicizia.

12) Alle chiese, ai cristiani in genere che si ritengono degni di questo nome, “fratelli”, seppur nella diversità. Auspico che possano arrivare, com’esprime nella sua lettera pastorale Mons. Silvestro Staffieri vescovo di La Spezia, “Nulla anteporre a Cristo” perché questa è la vita e la vita eterna.

         


Due poesie nella raccolta.

L’INGIURIA

  I CANNONI SONO PUNTATI VERSO L’ALTO 
NON ARRIVERANNO MAI ALLE STELLE

TUTTO CIO CHE L’UOMO GRIDA VERSO IL CIELO
RAPIDAMENTE E CON GRAN ROVINA CADRÀ’ SULLA TERRA

LA SFIDA E’ RIVOLTA ALL’ ETERNO... CHE NE SORRIDE
L’IRA CONSUMERÀ’ LE LABBRA OFFENSIVE














Com'è scritto:

«Non c'è nessun giusto, neppure uno.
Non c'è nessuno che capisca, non c'è nessuno che cerchi Dio.
Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti.
Non c'è nessuno che pratichi la bontà, no, neppure uno».
«La loro gola è un sepolcro aperto; con le loro lingue hanno tramato frode».
«Sotto le loro labbra c'è un veleno di serpenti».
«La loro bocca è piena di maledizione e d’amarezza».
«I loro piedi sono veloci a spargere il sangue.
Rovina e calamità sono sul loro cammino e non conoscono la via della pace».
«Non c'è timore di Dio davanti ai loro occhi».
    
Romani 3:10-18


















LA FABBRICA

La fabbrica dove lavoro non è fatta soltanto di macchine utensili, di parchi materiali, di uffici, reparti macchine e parcheggi.

La fabbrica dove lavoro non è fatta soltanto dal rumore dei cannoni, dal fuoco dei missili, dai carri armati che corrono e dai telefoni che squillano.

La fabbrica dove lavoro non è fatta soltanto da capi e comandanti messi e rimessi per l’economia aziendale.

La mia fabbrica ha occhi che a volte piangono di sofferenza, orecchi che  sentono la differenza della dolcezza, della comprensione e della solidarietà.

La mia fabbrica ha mani che lavorano sodo e non vengono remunerate, ha piedi che inciampano sulla fiducia dell’amicizia sapendo di essere stati usati e traditi.

La mia fabbrica ha labbra che timidamente parlano senza essere ascoltate, ha cuori che comunque non godono dell’ingiustizia gratificata.

La mia fabbrica ha famiglie a casa, coniugi che lavorano per una dignitosa quotidiana vita, bambini che attendono il caldo abbraccio dei genitori, ragazzi che ricercano indirizzi ed esempi di vita.

La mia fabbrica è piena di anziani pensionati che aspettano l’arrivo di un sorriso.

La mia fabbrica è piena di persone che vivono nove ore al giorno dentro, ma che muoiono fuori d’essa.

La nostra fabbrica non è fatta soltanto di ore che scandiscono l’evolversi delle giornate sempre uguali, di umanoidi numerati e condizionati.

La nostra fabbrica ha un cuore che è il lavoro, la cultura e la professionalità di tutti, ha una mente che è l’intelletto, il sentimento e l’affezione.

La nostra fabbrica è fatta di donne e di uomini per i quali Cristo venne sulla terra e pianse, è fatta di anime per le quali mori e per loro resuscitò.



Molti capitoli del libro sono sparsi ad argomento come messaggi 
nei post del BLOG.

INDICE
  1. ) Poesia, L’ingiuria pag.5
  2. ) Prefazione o dedica pag.6
  3. ) Disubbidienza pag.10
  4. ) L’uomo e la creazione pag.19
  5. ) Poesia, Mondo perso pag.34
  6. ) Sotto la croce pag.35
  7. ) La grazia pag.44
  8. ) I segni pag.53
  9. ) Adamo, Cristo pag.63
  10. ) Vedere Gesù pag.74
  11. ) La difficoltà pag.83
  12. ) Cuori circoncisi pag.90
  13. ) Regole semplici pag.99
  14. ) Le spighe e la pazienza pag.109
  15. ) I doni naturali pag.120
  16. ) La coscienza e l’accoglienza pag.182
  17. ) La preghiera pag.196
  18. ) La lode pag.208
  19. ) La libertà pag.221
  20. ) La pace pag.248
  21. ) La fabbrica pag.257
  22. ) L’ora della pensione pag.259
  23. ) Il giorno del riposo pag.268
  24. ) Le feste natalizie pag.275
  25. ) La vita pag.280

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