54-ABRAMO VISITATO, SARA RIDE-Fede


ABRAMO visitato SARA ride Genesi 18,1÷19

L’Avvenimento rimasto impresso nella memoria collettiva e quindi inserito nella tradizione e tramandato nella narrazione del Patriarca. Dio rivela, avverte Abramo che ha intenzione di fare di lui una grande nazione. Noé, Abramo, i Profeti, l’uomo è avvertito prima di ogni movimento o giudizio, come sempre ce lo ricorda la sua parola. Dio avvisa l'uomo in modo che capisca che ha a che fare con il Dio potente e vero. 


Lo avvisa oggi molto più spesso con la natura, con i terremoti, le alluvioni, le migrazioni come in questo racconto, con gli angeli come in questo episodio; oppure come sta facendo anche ai giorni nostri: si verificano inondazioni in varie parti del mondo, i tornado sono aumentati enormemente, i diluvi devastano molte regioni, le migrazioni sono all'ordine del giorno nel nostro Mediterraneo. 















Non si vedono angeli, almeno non come li immaginiamo? Troviamo personaggi, associazioni che si prodigano nella solidarietà, nell'accoglienza, nella salvezza di migliaia di persone immigrate e rifugiate. Qualcuno sta avvisando anche ora: se non ci fermiamo ad ascoltare i lamenti di questa umanità, presto ci saranno gravi problemi alla natura, all’uomo, alla terra: le economie salteranno, le guerre aumenteranno, le popolazioni si sposteranno in massa, e poi l’odio, la fame, le malattie...




Torniamo al nostro episodio, Abramo corre incontro agli uomini, corre incontro a Dio, corre incontro alla vita. Riconosce la Signoria di questi uomini e vuole accoglierli con tutti gli onori del caso. Conosce la solitudine del deserto e la difficoltà di trovarvi cibo; sa che non è solo sulla terra e può fare incontri, buoni incontri; quel Dio di cui ha fede può essere nell'incontro per questo deve essere sempre pronto ad accogliere, nutrire, alloggiare e proteggere ogni viaggiatore, lo straniero che si ferma davanti alle sue tende.


















E' un peccato mangiare da soli. Infatti, la legge mosaica raccomanda l’ospitalità, è un dovere religioso.
Questo mangiare assieme, questo pane, questo vino, questa convivialità, che è sempre presente ancora oggi nel popolo Ebraico e si rifà alle parole di Dio.

Chagall-Abramo e gli angeli
Abramo e Sara sono consapevoli della rivelazione divina di questi uomini: impotenti, rimangono davanti all'impossibile e Sara sorride sentendo quello che quest'uomo particolare dice: gli uomini sono tre, non si possono paragonare alla trinità, ma ad una teofania come tante altre nella Bibbia.




Ecco lo scopo, la parola promulgata, la promessa rivelata senza pentimento di Dio: “ tra un anno quando tornerò, tu avrai un figlio da Sara”. Ecco il disegno di Dio per questa coppia Abramo vecchio e Sara, che non ha più vita in se, sterile, ma ora coinvolti direttamente in questo movimento di vita che questo Signore potente pronuncia per loro e per l'umanità, le nazioni. “Abramo deve diventare una nazione grande e potente e in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra”.

Tiepolo- Sara e gli angeli
Sara sorride, si: ma troviamo nel sorriso ironico la sofferenza di chi ha sofferto la sterilità di chi non può avere figli, il dubbio, il sospetto, senza speranza, ma la sofferenza di chi non ne può avere o di chi li perde. Sara non è l'unica donna che soffre, lo sanno bene le donne di oggi, quelle che attraversano il mediterraneo con in corpo o in braccio un figlio. Donne responsabili dei figli per natura come la h di donna.















Il cambiamento del nome come progetto di Dio sulla persona, sul popolo, sui popoli: Sarah significa mia principessa; della vita, di questa coppia, ma di tutte le nazioni del mondo. Dio diventa presente e futuro. L''incommensurabile benedice e promette una vita feconda ed esuberante.

Paura imbarazzo, autodifesa, “non ho riso”, possiamo leggere in questo: il nostro sorriso, le nostre finzioni davanti alla parola di Dio, il non essere adeguati alla sua franchezza e potenza. Comunque il riso di Dio sa dare la vita, sa chiamare una nuova umanità, la sua promessa è certezza, dono per l'uomo, per l'umanità.

Isacco, “Dio ha riso”. Dio ride, ride della vita, perché vede davanti la storia vede la fine della sua promessa, che non ha ostacoli, che spazza via ogni perplessità di Sara ma dell'uomo, ogni paura, ogni male umano, ogni violenza.

Nell'incontro con la vita Sara scopre l'amore di Dio una strada diversa un nuovo rapporto un nuovo cammino. Un nuovo sorriso, quello di Dio che promette la vita, la terra, l'amore: anche in terra straniera.




Quante donne, quelle che vi sono, giunte in terra straniera, depredate, violentate, con la morte nel cuore per aver perso anche il proprio bambino; hanno potuto sorridere ancora e capire il sorriso di Dio?   

Dio sente il grido che sale dal mare. Ode il lamento delle donne, "l'urlo nero" delle madri nere, dei bambini: maltrattati dalla fame e dalla povertà, violentati, uccisi sopra gelide barche inzuppate d'acqua salata e petrolio. 
Ascolta il non grido dei corpi sopra le spiagge e dentro i flutti sommersi. Scende a vedere il degrado che avviene nel Mare Nostro.



Ieri un barcone di 500 e più migranti è affondato a circa 30 Km dalla Sicilia. L'aberrazione e l’ingiustizia è diventata la regola su quei lidi africani e i miseri ne sono sopraffatti e a decine affogano i bambini nel mare.
Nell'incontro con la morte: non si può ridere, Dio non ride di tutto questo marciume e sfacelo.

Far ritrovare a questi il sorriso, molto dipende da noi cristiani, sopratutto, non soltanto con le preghiere: ma con i nostri sorrisi, con le mani e i piedi pronti all'accoglienza, alla solidarietà, all'affetto, all'amore, almeno su quelli che riescono ad approdare.




Dio chiama alla vita Isacco ... Dio chiama l’umanità a questo sorriso, a questa vita: “in te saranno benedette moltitudini di nazioni”.

La promessa è affascinante perché la grazia è irresistibile e vera. Chi ha ricevuto la vita secondo il proposito suo, è chiamato ad un percorso di vita nuova, gioiosa, benedetta, e di novità, in compagnia di molti, di amici, parenti o stranieri, di colori e stili diversi, di testimonianza e di fede. 
Dio vuole inserire tutte le nazioni in una terra promessa diversa, con un orizzonte diverso ed una vita che si trasforma e si adatta al beneficio della vita che da e della salvezza che ha proposto a tutte le genti.

Questo piano di vita, vita del mondo, delle nazioni ancora una volta Dio lo rivela con la sua voce parlando ad Abramo.

Caravaggio-salvezza di Isacco
Poco è cambiato dai tempi di Abramo, la natura è ribelle, ci sono le guerre, e le migrazioni infinite...e quello che il mondo ancora ci offre è: un domani instabile, incerto, senza prospettive concrete. Una sopravvivenza preoccupante, con grande fatica per tutti e con una vita che di male va peggio ogni giorno dove il male e la malvagità sembrano prevalere, come ai tempi di Gomorra e di Sodoma.
Il Signore invece ci da una soluzione uno sbocco, una vita insperata; non meritata, ma reale e concreta: rispettate la vita e ne siate ambasciatori nel mondo.



Questa vita che dà è per amore e per Grazia, lo hanno capito Sara ed Abramo, ed il punto di arrivo è la terra promessa, il suo regno: ora qui sulla terra per tutti.
Se osiamo, se come Abramo sappiamo la promessa accettare e intervenire: facciamo da adesso qualcosa di buono che ci identifichi e ci risvegli, per avere un mondo migliore di equità e di giustizia, ora su questo terreno. Allora Dio sorriderà e ci esaudirà? Farà molto di più di quanto la nostra speranza possa sperare.






Le cose che dobbiamo fare e sviluppare insieme e con convinzione perché siamo fratelli, sono quelle di cui ci ha parlato suo Figlio Gesù. L’amore, la solidarietà, la giustizia, la pace e l’accoglienza, rivolte all’uomo e alla natura.
Esse rimangono sempre le stesse nel tempo, nella storia, nel mondo.
Non è un caso ma qualcosa deve muoversi fra tutti ed in tutti: questo soffio, questo vento è la vita e possiamo sentirlo e dargli valore per saperlo trasmettere a tutto il creato ed insieme vedere nel Volto il suo riso e scoprire il suo Regno.

   

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