44-RICERCARE GESU'-Gesù Cristo
MATTEO
11, 2÷6 Ricercare Gesù
Giovanni,
il Battista, precursore di Gesù, inviato da Dio per preparare
il popolo alla sua venuta. Sappiamo dalle scritture che era figlio di
Elisabetta, cugina di Maria madre di Gesù, e quindi cugino di Gesù.
Si trovava in prigione perché nella sua fedeltà a Dio aveva
denunciato Erode, re di Galilea, per la situazione di peccato in cui
si trovava, convivendo con la moglie di suo fratello.
Per
questo motivo venne imprigionato. Riconosciuto come grande profeta,
rassomigliava in molti aspetti ad Elia, era molto popolare ed aveva
dei seguaci tra la popolazione ed alcuni discepoli lo andavano a
trovare in prigione e gli raccontavano quello che accadeva fuori:
Gesù, faceva grandi cose ed acquistava celebrità.
Il
suo stato: Prigioniero in una cella buia, angusta, fredda, con pochi
vestiti e poco cibo da mangiare: ma a questo era abituato: viveva ai
margini del deserto con quello che poteva offrirgli. Ora,
interiormente turbato, forse anche abbandonato dai suoi per paura del
potere, scoraggiato: si sente smarrito ed invia alcuni degli ultimi
discepoli dal Maestro per sapere se Lui è veramente il Messia, il
grande Salvatore atteso dagli Ebrei e mandato da Dio.
Giovanni
prevede un po’ il suo futuro, sa cosa può accadergli, e cerca
conferma al suo mandato, vuole sentire la promessa di Dio reale ed
attuale, ed uscire dal dubbio che lo assilla.
Giovanni
ha questa necessità capire chi è veramente Gesù.
“Sei
tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?”
Gesù
risponde:“Andate a riferire a Giovanni
quello che avete visto e udito: i ciechi ricuperano la vista, gli
zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti
risuscitano, il vangelo è annunziato ai poveri.”
La
sua parola non è esplicita, perché vuole suscitare un’ulteriore
attenzione a ciò che accade.
La
Parola cerca l’incontro, vuole convincere anche con i fatti, e lo
invita ad una decisione personale, sentita, forse anche un po’
sofferta, ma vincente.
Anche
nella nostra vita, abbiamo bisogno di dimostrazioni e per questo
ritorniamo spesso a ricercare chi è veramente Gesù, come in un altalena tra dubbio e fede.
La
strada, a volte dura, difficoltosa oscura, solitaria, incompresa, ci
può isolare.
In
carcere o nelle nostre chiusure, non sempre è facile essere uomini e
donne coerenti.
Ci
sono dubbi, i pensieri si accumulano, ci vengono in mente i nostri
comportamenti di vita, le coerenze, le scelte, il cammino ecclesiale.
Ci
troviamo nell’angustia e nel buio di una cella, o nella cecità
offuscata della nostra intelligenza che non vede le cose semplici e
cerca le cose difficili, sapienti, che sanno di cultura; così
restiamo rinchiusi dai cancelli della carne, dell’ Io, della
vanità.
Qua, anche per noi, C’è necessità di conferme ulteriori? Direi di si! Dove trovarle?
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Gesù salva ancora ogni giorno |
La vita continua nonostante gli errori dell'uomo |
Certamente nelle cose semplici che ci stanno davanti, posso suggerire: il mondo, la natura, gli amici, i parenti, le circostanze che abbiamo vissuto, le realtà che viviamo, le promesse di Dio realizzate, i credenti, le chiese.
Non siamo mai soli!
Forti di questa convinzione, Gesù ci confermerà, rischiarerà con delle certezze, forse non come ce le aspettavamo, ma Dio ci invita a saper analizzare i tempi, il passato per quello che riguarda Gesù, il presente per quello che ha fatto e che è il Salvatore dentro noi, e pensare al futuro, al ritorno.Il dubbio a volte è insistente e l’ansia ci assale, tutto questo non ci deve sconfortare.
Non
rimanere nella solitudine del proprio stato precario, in preda allo
svilimento e all’angoscia,
Può
fare luce dove c’è buio, dare calma dove c’è inquietudine,
aprirà i cancelli e le inferiate della nostra prigione.
Attraverso
la prova il Signore corregge ed istruisce. Dona tranquillità
interiore, riposo.
Gesù,
la chiama pace.
Se
siamo con Gesù, in una cella, di materia o spirituale, in qualunque
situazione, dobbiamo riconoscere che Gesù è il Salvatore, il Messia
di Dio per la nostra vita.
Giovanni
in quella cella, angusta e oscura ci rappresenta molto bene.
Nel
mondo troviamo: pericoli, peccati, dubbi, sofferenze, oscurità,
paure nascoste, misteriose ed improvvise come il colore e la violenza
del nostro inconscio, a volte purtroppo ne restiamo imprigionati.
Nostro
solo conforto è se guardiamo, come Giovanni, a Gesù che è venuto
sulla terra, la sua nascita semplice e umile in una mangiatoia: forse
anche noi non lo aspettavamo così.
Vedere
la nostra salvezza, la strada percorsa con Lui al nostro fianco, il
suo mandato, quello che ha fatto per noi e cosa vuol fare di noi.
Troviamo
conferma al nostro vivere nelle benedizioni che Lui ci ha dato:
guardare ai risultati della nostra vita, (parenti, amici,
colleghi...) come l’abbiamo vissuta, con chi l’abbiamo condivisa.
I
credenti che vivono attorno a noi, con noi, sono strumenti, mezzi del
Signore per confermarci.![]() |
CONFERMAZIONE |
I
discepoli riferirono a Giovanni tutte le cose viste e udite.
Sono
la nostra vista, l’udito; sono certezze, che arrivano alla nostra
anima annebbiata, nel buio della nostra cella; saper comunicare con
loro, provare esperienze, saper partecipare.
Riguardare
quindi alla chiesa, che serve, consola, ristabilisce; che aiuta,
accoglie. Che prega e che esiste.
Credere
che ogni realtà, anche quelle negative sono sottomesse a Gesù, è
riconoscere che Lui è.
È
ri..conoscerlo!
Se
ci sono ancora zone oscure dove non vediamo la luce, dove non
sentiamo la sua Parola, se Lui rimane ancora un salvatore lontano, ma
non il nostro Salvatore e Signore, allora ci saranno ancora in noi
sensi, sentimenti nel dubbio, ansietà.
Soltanto
Gesù può calmare, ristabilire l’equilibrio momentaneamente perso.
“Riferite a Giovanni quello che udite e vedete”
Gesù
offre un’indicazione di ricerca, nella realtà, nel quotidiano.
Gesù
vuole aprire gli occhi, rendere sensibili i sensi, sollecitare i
pensieri non soltanto nell'aspetto materiale per soddisfare la nostra
fisicità, seppure sia necessaria e lecita.
Gesù
vuole fare ragionare l’uomo sulla più che mai necessaria venuta
del Salvatore nella vita, nel mondo, nel tempo, nella storia, e nel
tuo vivere personale.
Gesù
si presenta come colui che vuole salvare, ma anche dirigere, aiutare,
consolare nella distretta, sostenere nella debolezza.
Gesù
vuole indicare la strada per arrivare ad analizzare i segni che sta
facendo e convincere che Lui è Dio.
Giovanni,
il credente, ha bisogno di ricercare e scoprire dentro se
stesso quello spirito che gli ha donato la vita, che lo fa vivere, e
lo fa essere consapevole di esistere e di riconoscere quello che si
muove attorno a lui e di condividerlo con gli altri. Il credente sa
di avere un mandato ma ha bisogno di vedere e di credere, e gli
necessita la parola di Dio, la sua presenza: che Dio parli e si muova
nella storia con noi credenti.

LO SPIRITO SANTO SOFFIA DOVE VUOLE |
Giovanni,
cosa ricerca da Gesù?
Noi
credenti, , cosa ricerchiamo da Gesù?I discepoli di Giovanni, cosa cercano in Gesù?
Il
Messia, i miracoli. Non soltanto questo?...
Cosa
ci spinge a ritornare a Gesù? Cosa trova il credente in Cristo.
Giovanni
si sarà saziato della parola, ha compreso i segni.
Anche
i credenti hanno bisogno di segni: constatazione della presenza di
Dio sulla terra, ma ci soffermiamo, cerchiamo di spiegarne il
significato.
Quante
volte anche ascoltando la parola di Dio rimaniamo soltanto in
superficie, non approfondiamo di più, non ne comprendiamo il
significato più profondo.
L’uomo
vede soltanto quello di cui ha un bisogno immediato: la sua salute
prima di tutto, un po’ come Giovanni che sapeva di dover morire.
Il
credente spesso fa la stessa cosa.
Bisogna
analizzare di più, soffermarsi a ragionare di più sui fatti che ci
accadono, sulle parole della Parola che ci arrivano.
Vedere
qualcosa di più nei segni che Gesù sta lasciando dentro di noi e
attorno a noi.
Vedere
Gesù all’opera, nella città e dentro di noi è usare fede.
Dobbiamo
diventare sensibili a ciò che Dio vuole farci vedere e farci sentire
per dargli la gloria che gli spetta ed aumentare la nostra fede.
I
segni sono: rivelazione della potenza e della gloria di Dio.
Strumenti
per dare forza all’evangelizzazione e fare acquisire
e
accrescere la fede. Anticipano il regno.
I
segni rivestono una funzione molto importante nei quattro evangeli.
Il
segno non deve essere interpretato soltanto come un atto clamoroso,
un prodigio che suscita interesse e stupore e null’altro; un
segnale può essere anche una promessa esaudita, e quindi la
normalità, la quotidianità.
Il
segno è qualche cosa che indica qualcos’altro di più importante,
più spirituale, più celeste.
Mediterranean hope |
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Mediterranean hope |
Questi segni vogliono farci capire e interiorizzare che c’è qualcosa di diverso
della razionalità, della positività, della sostanza; c’è in loro
il senso della divinità, la presenza di Dio che dona la vita e che è
spirito che comanda e guida la materia.
L’invito
di Gesù “a guardare i segni che sta lasciando” cerca
ancora di arrivare nell’intimo per colpire la coscienza, la
responsabilità, i sentimenti.
Cerca
con la parola detta in un certo modo di arrivare la dove i segni non
sono serviti.
Da
ancora un’occasione a Giovanni e quindi al credente per arrivare a
credere di più.
Stimola
Giovanni a ricercarlo internamente, ad analizzare i segni e a dargli
il loro giusto valore ma ad andare oltre e sentire la sua Parola, la
promessa di Dio adempiuta In Lui, il Salvatore del mondo.
La
Parola ci esorta:
“Manteniamo
ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché
fedele è colui che ha fatto le promesse.” Ebrei
10:22,23
“Non
abbandonate la vostra franchezza che ha una grande ricompensa!
Infatti
avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio,
otteniate quello che vi è stato promesso. Perché:
«Ancora
un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà e non tarderà; ma
il mio giusto vivrà per fede; e se si tira indietro, l'anima mia non
lo gradisce».
Ora,
noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma
di quelli che hanno fede per ottenere la vita.” Ebrei
10:3539
Il
segno più importante per noi è la nostra conversione. Essa deve
essere un segno visibile e concreto per le persone che ci stanno
attorno. Come i discepoli di Giovanni anche noi
dobbiamo
essere un segno per gli altri, nel cambiamento, nella testimonianza,
nella coerenza, nella fermezza; e per essere questo, dobbiamo sapere
confessare chi è veramente Gesù.
“Chi
dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io riconoscerò lui
davanti al Padre mio che è nei cieli.
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