28-GIONA-Profeta di oggi- Profeti e profezie






Giona personaggio e profeta : capitolo 3-4,10-11



Il profeta Giona, personaggio fantastico che dimostra tutta l’ansia umana nel rapporto con il Trascendente ed è soprattutto una persona che non è in pace ne con Dio ne con se stesso.
Un uomo che è restio e disubbidiente alla chiamata dell’Eterno, come molti di noi.

GIONA     CHAGALL


Gli abitanti di Ninive, città pagana, invece, rispondono
all'annuncio: credono, si pentono e si convertono tutti dalle vie malvagie e disoneste che avevano intrapreso.
Sono state persone che hanno capito il momento, il tempo per una conversione sincera e hanno cercato la riconciliazione, la pace con se stessi e con Dio.
Il re è obiettivo, misura la situazione e la risolve in positivo, si sente peccatore come primo responsabile e cerca il cambiamento per se e per tutto il popolo.
Paragoniamo la situazione al nostro tempo, allo stato, ai nostri governanti.
I dirigenti del nostro paese si comportano come il re di Ninive?
Sono pochissimi quelli che ritenendosi colpevoli si coprono con un sacco, si siedono sulla cenere e si pentono. Ai nostri giorni almeno dovrebbero dimettersi dall'incarico che hanno ricevuto come fanno in tutti gli altri paesi dove c’è un giusto senso di responsabilità e democrazia




CORRUZIONE 

CORRUZIONE-IMMUNITA' PARLAMENTARE




Torniamo al nostro racconto: Giona è dispiaciuto, reagisce e si irrita di come pensa possano dover andare le cose perché conosce la grandezza e la bontà di Dio: misericordioso con tutti.



Quanto è simile a certe persone che a volte si irritano e reagiscono in modo sconveniente davanti agli avvenimenti che accadono, la violenza, la guerra, i rifugiati, i clandestini, i terremotati, gli alluvionati. Danno la colpa a Dio di tutto ciò che accade.
Quante volte vediamo assumere atteggiamenti passivi, deprimenti e d’adagiamento, oppure reattivi di esaltazione negativa (se non testimonio io, Dio manderà qualcun altro; se non le costruiamo noi le armi, le costruiranno e le venderanno le altre nazioni; se non c’è lavoro per noi figuriamoci per gli immigrati).



      



In questa situazione esasperata dai media e dai poteri di governo le persone sono condizionate e frastornate. Sono irritate e piene di arroganza, non esaminano attentamente la situazione, e finiscono per allearsi anche inconsapevolmente a quei poteri che fanno credere che le cose che propongono sono sempre giuste. Onorano quei politici che proferiscono vanità bugiarde e non fanno niente per modificare le loro opinioni e le conseguenti azioni sbagliate. Pieni d’egoismo non vedono altro che loro stessi, non si preoccupano di nulla, non vedono la sofferenza di uomini, donne e bambini, che vogliono raggiungere il benessere, la giustizia e la pace. Pensano soltanto alla loro temporanea comodità.
Hanno l’ombra dell’albero di ricino sulla testa e solo questo le appaga.



      


Se il mondo a destra o a sinistra cade, sono ferme sulle loro convinzioni.
Questi politici che fanno vedere d’essere altruisti, di pensare agli altri, specialmente ai più deboli, di battersi per i soprusi del mondo, per le violenze, per la sicurezza, per la fame, per le ingiustizie: sono corrotti e si vendono al migliore partito offerente.
Per mantenersi la poltrona sono costantemente in battaglia con tutti e su ogni cosa con argomenti vani e insignificanti. In queste persone l’interesse per gli altri e per la nazione, smette quando hanno raggiunto il proprio interesse.
Beati quelli che s’adoperano alla pace perché essi saranno chiamati figli di Dio Mat.5,9
I facitori di pace non sono soltanto quelli che parlano di pace, o che aspirano alla pace, ma quelli che s’impegnano a stabilirla, nella prospettiva di una giustizia globale e della riconciliazione dei popoli.










Atteggiamenti contrari, incerti ed equivoci dimostrano che in noi non c’è né gioia né pace ne comprensione di quello che sta accadendo, ne ricerca della giustizia che viene dal vangelo.
Attorno a noi non è resa alcuna testimonianza.
La pace prima bisogna sentirla dentro il cuore; essere uomini di pace, portatori della giustizia: come Giona, i credenti sono chiamati per questo scopo.
Dio conduce Giona alla riflessione, gli parla, gli fa capire le Sue logiche, le azioni.
Anche oggi Dio interviene sulle ragioni e le reazioni di certi suoi figli per portarli a riflettere sul perché ritrae la sua mano, perché usa misericordia, vuole la riconciliazione e pretende la concordia fra tutti, pagani ed Ebrei, atei e credenti. 
                       
Da al credente però la forza d’essere diverso perché ha pace nella coscienza, perché dimora nella comunione con Lui ed è tranquillo, in armonia con tutti.
Gode pienamente dell’evangelo di Dio stesso, della sua grazia, e non teme nulla, non vede l’altro, lo straniero come nemico, denuncia il male e le ingiustizie che vede intorno a se.
Vuole cambiare il male in bene, per tutti, affinché ognuno ne goda; non cambia, neppure se questo dovesse procurargli dispiaceri, pene maggiori, procurate da oppositori snaturati.
E’ sicuro, ha la certezza che Cristo ha fatto la pace mediante il sangue della sua croce.





            
                       






I cristiani si chiamano figli di Dio, ma si adoperano alla pace come si conviene, si preparano per un servizio fedele in questo mondo sempre per mezzo dell’evangelo della pace?
Sanno manifestare pace a tutti, la pace che è nel nostro interiore, quella che ci ha dato Gesù, sanno trasmetterla agli altri, insegnarla agli altri, fino ad arrivare, questa è la cosa forte, ad amare i nemici e pregare per quelli che perseguitano? Riescono a farlo?
Il mondo, come può altrimenti riconoscerli come figli dell’Idio altissimo, figli di pace, in pace e per una pace universale.




               

Il mondo segue anche se inconsapevolmente la distruzione. Questo aberrante detto: mors tua, vita mea, provoca guerre e disastri. Sembra che questo alimenti le economie, le ricchezze, certamente di pochi speculatori a discapito dei molti, ne costatiamo le conseguenze disastrose nella natura in Amazzonia, l’inquinamento nel Messico, la centrale nucleare in Giappone, la guerra in Libia, le barche scassate del Mediterraneo.
Quest’inesorabile gestione di forze oscure e potenti, “La guerra, la violenza, la falsità, il predominio” che opera con poteri decisionali sulle sorti dell’uomo e lo sottrae da ogni sentimento di responsabilità, d’umanità, di solidarietà, di pietà, di misericordia e di perdono: deve essere denunciata e fermata!
  
  

















Per molti uomini di potere, il problema pace, sicurezza, giustizia è diventato una sorta di speculazione, di pubblicità, di strumentalizzazione.
Per loro è la maschera del momento, quello che vogliono veramente invece è il Potere: comandare, contrastare, prevaricare, sottomettere, per ottenere denaro, agevolazioni, guadagni illeciti, fama, megalomania.
Vogliono essere sempre i migliori, avere sempre ragione ed essere sopra le leggi.
In loro non c’è ne giustizia ne pace, né la ricerca di società più libere e imparziali.
Come cristiani non dobbiamo rimanere inerti e passivi.
Se così fosse, faremo senz'altro il gioco dei nostri nemici, nemici del vangelo e di Dio.
Come figli di Dio non dobbiamo esimerci dal procacciare pace!
Da noia e disturbo parlare di pace: a chi? Forse a chi progetta la distruzione!
La speculazione per chi vuol confondere ancora di più la verità, è presentare il male come un bene: fare la guerra per avere la pace, produrre nucleare per avere più energia in economia, privatizzare l’acqua per averla più pulita.




                     
















I cristiani devono ricercare la verità e la giustizia con tutte le loro forze, non rinunciare all'impegno quotidiano, il tempio di Dio che è il nostro corpo deve essere usato, tutti i sensi devono essere tesi a glorificare il Dio della pace, con parole, movimenti e comportamenti di pace. 
Durante la giornata come ci rapportiamo?
Rinneghiamo l’Idio della pace o lo esaltiamo nei rapporti con gli altri, nel lavoro, nella strada, dove abitiamo?
Soltanto Dio vuole veramente la pace! Ma con la giustizia, la libertà, l’uguaglianza.
Or il Signore della pace vi dia del continuo la pace in ogni maniera” Rom.16,20
Dio dona la pace con Gesù ad ogni credente, e lui la deve portare sempre con se stesso e la deve saper donare agli altri. Oggi non è soltanto tempo di ascoltare, ma di proclamare, di professare, di gridare, di agire per ogni concordia.
Dimostrare per la pace, la giustizia in ogni tempo e in ogni luogo, quando se ne intravede la necessità, è un modo, un farsi riconoscere soprattutto qui che siamo cristiani, figli di Dio.



  









La pace non ha colore, rosso, verde, bianco; senza paura condanniamo la guerra da qualsiasi parte. Contro governi e governanti che la vogliono imporre e la eseguono sugli altri paesi più deboli e più poveri.
Noi italiani che sembra siamo in democrazia, dobbiamo fare vedere come la pensiamo sulla guerra. Dovremo essere noi cristiani a promuovere discussioni, formare movimenti di pace per ottenere una pace più sicura e più a lungo, per tutti.
Alcune nazioni del nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo stanno ricercando la libertà, la pace, la giustizia, un lavoro, una sopravvivenza dignitosa.
Dobbiamo saperli aiutare!


         

Razze diverse, bianchi, neri e color cioccolato che cercano di capirsi, di comprendersi, perché si riconoscono fratelli e sanno che Dio li ama in misura uguale.
Dio usa misericordia, da il suo giusto consiglio, aspetta che si riesca a capire a solidarizzare e così ci possa tutti salvare.
Cosa sappiamo dei piani di Dio? Se lascerà in vita questa o quella persona, se risparmierà questa o quella città, se libererà questa o quella nazione?
La salvezza appartiene all'Eterno, agli uomini appartiene la conversione, la svolta.
Rimuovere la guerra da ogni stato e portare la pace su tutto il pianeta.
Sia pace sulla terra! ci dice l’apostolo Luca.


  

Le discussioni, ma soprattutto le prese di posizione, potranno essere un’altra occasione per annunciare l’unico vero piano di salvezza e di pace per l’uomo, di riconciliazione con Dio e con l’umanità: Gesù Cristo.






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