101-LA SAPIENZA DI DIO-L' Eterno, Dio
PROVERBI 9,1- 12 La Sapienza
Questo testo dei proverbi ci parla della Sapienza. Il testo fa parte di una raccolta più antica che ha risentito della più generale tradizione sapienziale
orientale. Contiene unità poetiche di rilievo sul piano teologico e consegna un insegnamento della sapienza antica, dandogli un risultato intellettuale e
teologico molto importante.
Israele riflette e si riorganizza mettendo in relazione la teologia del patto e la teologia sapienziale in questo nuovo ambiente multietnico giudaico, ampio, sofisticato e intellettuale.
Occupandosi della vita quotidiana mette in evidenza direttamente o indirettamente il ruolo di Dio che interessa ogni dettaglio della vita umana.
Il Dio qui rappresentato è il Dio Creatore, pieno di sapienza che ha ordinato il mondo e lo vuole mantenere ordinato.
La saggezza che l’uomo dovrebbe avere deve percepire i legami che la natura, creata da Dio, da alle cose come l’ordine che questa realtà ha, è una realtà di vita.
Il disprezzo di quest’ordine conduce alla morte.
Questo ordine divino deve essere osservato con attenzione, per saper percepire e poi seguire il giusto orientamento verso la vita.
Per pervenire a questa Sapienza pura, l’umanità, deve cercare di contemplare Dio attraverso le leggi che già regolano la natura e il cosmo, cercare di conoscerlo più a fondo per arrivare a conoscere se stessa, e, quindi, trovarsi mancante, non giusta, se non si specchia con il Dio della vita e dell’esistenza di ogni cosa, che è la regola con cui si deve confrontare e allineare.
Cercare di conoscere Dio e il suo giusto ordinamento, è l’insegnamento che ci perviene da questo testo che ci esorta in questo ad acquistare sapienza da Dio che la elargisce grandemente nella realtà ed è visibile a tutti.
La sua volontà e il suo disegno per la vita sono gli elementi primari della conoscenza. L’ordinamento del mondo produce vita o morte all’uomo a seconda delle sue scelte di comportamento.
La Sapienza ha fabbricato la sua casa…La Sapienza creatrice di Dio, quella che era nel principio con Lui, ha fondato la terra, con tutto il necessario per vivere e crescere, fino ad arrivare a gioire e fare festa, ad apparecchiare la sua mensa per avere degli invitati: degli amici ed essere compiaciuta di quello che ha creato e desiderato.
Fare convito e condividerlo. Perché?
La Sapienza vuol bene all’umanità, si rallegra nella parte abitabile della terra, in quelle case, quella semplicità, quella familiarità che vi trova. E’ esuberante di gioia tra i figliuoli degli uomini ogni volta che vi trova pace, quando trova ristoro, accoglienza, disponibilità, quando trova sentimenti umani e caldi, quando trova il profumo di nardo dell’amicizia vera, come nella casa di Lazzaro.
Qua si sente parte integrante dell’amicizia del mondo, amica tra amici, sorella tra sorelle e fratelli, per fare eredi di beni reali quelli che m’amano e per riempire i loro tesori.
La sua purezza: tutte le parole della mia bocca sono conformi alla giustizia e all’ equità, sembra non volerla manifestare appieno, come se la tenesse in sospeso, per un’altra occasione: ora vuole stare in compagnia e condividere per farsi trovare da chi la sta ad ascoltare, da chi raccoglie l’istruzione, da chi non la rigetta, ma la cerca e l’ama, per trovare la via, la verità e la vita.
Ha lavorato le colonne della sua casa per sostenerla in modo perfetto da poter invitare e contenere tutti. Purtroppo c’è chi non vorrà essere saggio e troverà scuse per non voler entrare. Per questo nella parabola delle nozze si afferma che radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni , e la sala fu piena di tantissime altre persone.
Dovevano avere l’abito adatto però, che paragonandolo al nostro testo diremmo: vestiti di scienza e sapienza. Chi non fu trovato vestito troverà la sua pena fuori dalla sala.
Comunque la Sapienza continuerà, Dall’alto dei luoghi elevati della città a gridare… ai figli del popolo. Imparate o semplici, e voi stolti diventate intelligenti…dirò cose eccellenti.
Il grido riecheggia da un luogo elevato ad un altro… Forse qualcosa si perde nel vacuo e nel tempo, ma ancora oggi quell’eco si sente. Chiama e cerca in ogni strada e ogni angolo delle città, con la sua forza, ma con tutta la sua dolcezza, la femminilità, come soltanto una madre sa fare per i suoi figli, come soltanto una sorella o amica sa essere anche quando è discriminata, derisa o violentata in quelle medesime strade. Come soltanto una donna sa amare… e sa chiamare e parlare …perdona loro perché non sanno quello che fanno: sono sciocchi, smarriti, folli e violenti. La voce, lassù dal luogo elevato, dal legno, non è disperata per questa follia turbolenta dell’uomo: per questo continua ancora a chiamare e a fidarsi del Padre che per amore può cambiare le cose e a tutti elargire la grazia senza merito alcuno.
Esorta: mangiate e bevete, riempitevi tanto di me e dei beni che vi ho elargito.
Dimenticare la vostra stoltezza, cercatemi con intelligenza e se mi troverete: vivrete.
Il beffardo, il privo di senno, che deride il Signore e non riconosce le bellezze create, e l’empio, che non ragiona, non crede e vuol rimanere nel suo stato di errore: lasciateli andare al loro destino e non opponetevi resistenza. La loro fine è vicina.
Chi è saggio invece e vuol diventarlo ancora di più, gli saranno aumentati i giorni, gli anni, gli amici, la vita.
Poiché il timore di Dio è il principio della sapienza e conoscere il Santo è l’intelligenza.
Parole che esortano ancora a riflettere per avere un giusto rispetto di questo Dio Sapiente di luce, Creatore di vita e di bene per l’umanità. Poi cercare di conoscere il Santo, il Messia, l’inviato di Dio su questa terra: questa è l’intelligenza che ci insegnerà a sconfiggere il male, la stoltezza e la perversa follia e così attraverso di Lui seguire la via della vita.
La Sapienza, in questo testo, ci vuole spiegare che alle azioni sono connesse conseguenze prestabilite che il Dio creatore garantisce senza esitare.
Così la sapienza lega le azioni al destino, e le articola in questa maniera:
Buona azione-Benedizione; Azione malvagia-Sventura e le applica agli individui.
Se sei saggio lo sei per te stesso, e se sei beffardo tu soltanto ne porterai la pena.
Oggi, però, noi riconosciamo la nostra debolezza, ma la forza in ogni tempo dell’amore di Dio per l’umanità, che è sempre al di sopra di tutto e di tutti e può superare i confini già definiti.
Dio ha cercato sempre di insegnare, di educare: con la Legge, la Sapienza, i Profeti, La Parola di Dio, Gesù, ed ora con la sua Chiesa; di indicare all’uomo la via della vita.
La chiesa, su questo insegnamento, deve continuare a proporsi con perseveranza e con molta sapienza contro ogni forma di malvagità e di violenza, procacciando giustizia e pace e annunciando la discesa e l’ascesa della Sapienza di Dio sulla terra in forma umana: Gesù, nato in una capanna, vissuto pieno di grazia e di intelligenza nella semplicità, morto come un peccatore benché senza peccato, ma elevato in gloria.
Forse questa è la strada ?
La vera sapienza e l’intelligenza consistono nell’essere stati liberati dal male da Gesù, Parola di Dio e sapienza di Dio e che proseguendo con il suo aiuto, continuo, aspettiamo come promessa la fine della conoscenza per essere così illuminati perfettamente e completamente da Dio.
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