66-LA DIFFICOLTA' di percepire DIO-Gesù Cristo

File:Alexandr Ivanov 015.jpg
 RAPPRESENTAZIONE DELLA TRASFIGURAZIONE

La difficoltà di VEDERE il volto di Gesù Luca 19,14
La difficoltà di SENTIRE la presenza di Gesù Luca 8,4347

In questi due racconti troviamo un uomo, un pubblicano e una donna, persone anonime, comuni, tra la folla che accalcava Gesù.
Vediamo che per arrivare al loro scopo utilizzano due sensi, il vedere e il sentire, e che per la loro caparbietà e ostinatezza, ottengono degli effetti speciali e dei cambiamenti radicali nella loro vita.
Trasformano questi sensi in sentimenti veri e di effettiva fede verso Dio.
E’ avvenuto così anche per moltissime altre persone e noi pure arriviamo a conoscere Dio attraverso queste vie principali:
La VISIONE. Abbiamo bisogno di vedere Gesù.
Il SENTIRE. Vogliamo sentire, toccare, udire Dio.

La prima, confermata dalla coscienza e dalla ragione ci suggerisce che per vedere Gesù, occorre guardare. Guardare attorno a noi, cercarlo tra la folla, nella moltitudine della diversità, tra le persone comuni che sono loro stessi in cerca di Dio.


                           
La seconda, cercando insistentemente di avvicinarci e di toccare, siamo a nostra volta sfiorati dal soffio di Dio e sentiamo dentro di noi attraverso la Parola che c’è annunciata lo Spirito che ci rivela l’esistenza del Padre Celeste.

                           

Questo in sintesi e con semplicità è ciò che la salvezza ha prodotto e che ora altresì deve caratterizzare la nostra vita con una coerenza più appropriata.
Queste esperienze, queste considerazioni, devono condurci per tutta la vita.
Le tappe più importanti del nostro esistere, traguardi personali, quelli famigliari, quelli sociali, devono fermarci.
Sono questi i momenti per meditare, ragionare, fare il punto della situazione in cui siamo e analizzare il percorso che abbiamo fatto.
I consuntivi della scuola, del lavoro, del tempo libero che valore hanno?
I rapporti instaurati nella famiglia, nella società, vanno bene?
La condivisione e l’Agape nella chiesa, la solidarietà e l’accoglienza agli stranieri, aidiversi è sentita e praticata?

La vera fede cristiana non vive e si caratterizza per i fatti religiosi che osserviamo.

Il credere in verità si forma appunto attraverso le analisi introspettive che possiamo aver fatto, attraverso le prese di coscienza degli stati interiori che abbiamo vissuto o che stiamo vivendo.
Gli alti e i bassi della nostra spiritualità, le decisioni o le posizioni che abbiamo preso o che stiamo prendendo nella nostra vita.

                                   

La folla, il mondo però coi suoi problemi, le difficoltà, le ansietà, gli errori, ci attornia, ci schiaccia, e ci allontana.
La sensibilità nell’ascolto della parola di Dio, per fare la sua volontà, è sempre costante, o svogliata.
Queste sono le scelte che ci avvicineranno o ci allontaneranno dal vero volto di Gesù, dalla sua presenza, dal suo tocco.
Sapere ascoltare Gesù, saperlo vedere, non sempre è semplice perché il rumore della folla è alto, e le immagini che il mondo ci somministra sono lucenti e ci vogliono ammagliare facendoci perdere la nostra personalità, la voglia di cercare e vedere Dio.
La cosa principale quindi è riconoscere il nostro stato, la nostra situazione precaria, la nostra confusione.

Non avviene questo purtroppo, se non siamo sinceramente convinti dei nostri sbagli, dei nostri errori, se non li confessiamo, se non usciamo allo scoperto come la donna.
Il peccato e l’infermità possono rimanere. Non si vedranno gli effetti speciali di Dio nella nostra vita ne in quelli della chiesa.
Poiché dite in cosa abbiamo sbagliato, la colpa rimane”

Tutta la nostra religiosità non serve più a nulla, possiamo anche sapere che Gesù è vicino a noi, ed è vero! Non ne identifichiamo però più il volto. Non lo sentiamo più.
C’è la folla, la confusione, le voci di tutti, i volti di tutti, i peccati di tutti, non il volto di Gesù che non ha commesso peccato e ci fa da maestro.
Ritorna un velo sopra i nostri occhi, e un tappo nelle nostre orecchie.
Le ombre della mondanità e i rumori dei mas-media offuscano la nostra sensibilità.
Possiamo anche credere di essere in pace con Dio e con il mondo, di essere in comunione con la chiesa, di non essere razzisti, ma questa è pura illusione, se non una grande ipocrisia.
Dio vuole un cuore onesto e sincero, se la nostra vita non v’à, se ci sono impedimenti, affollamenti nella nostra mente e nel nostro cuore, dobbiamo sopra ogni cosaricercare la comunione che con Lui si è bloccata: con preghiere, a volte gridi d’aiuto.
Conoscere Dio è anche e soprattutto, conservare memoria della nostra comunione con Lui.


                            


Del nostro cammino con Lui. Delle sue orme sulla sabbia mentre ci porta in braccio.
E' sentire il suo alito benevolo ed il suo amore che ci accompagna proprio nei momenti più difficili delle nostre tentazioni, delle nostre scelte.
Dio vuole che lo cerchiamo per il nostro bene. Si farà vedere, ci donerà le sue virtù. Gioiscano in te, o Dio, tutti quelli che ti cercano” Sal.70,4
La fonte della nostra gioia, della tranquillità, della pace, della serenità della nostra vita è il Signore.
Per questo è naturale che chi cerca Lui sia felice.

                                   

Molti cristiani purtroppo sono infelici, tristi, oppressi.
La difficoltà è vedere il volto di Gesù, sentire la presenza di Dio.
Si accontentano di religiosità personali, di vedere un volto sul crocifisso, d’immagini religiose di “Santi e Patroni”, di iconografie celesti di grandi pittori, di vedere alla T.V. il Santo Padre” per credere di vedere il volto di Dio e sentirne la presenza.
Si limitano inoltre a pensare che Dio sia il creatore del mondo, che sia in ogni luogo, onnipotente, ma non ne conoscono la potenza e non sanno che possono averlo vicino, addirittura dentro il proprio cuore: dubitano del suo amore.
Non ne vedono il volto (sofferente) perché non guardano la sofferenza del mondo. 

        



Non vedono la sua luce perché vogliono rimanere nelle tenebre delle proprie visioni.
Non ascoltano la sua voce perché confusa dai suoni della mondanità.
Non seguono la sua via perché è stretta, in salita con difficoltà da superare.
Non desiderano la sua vita perché a volte è una croce pesante da portare.
Non accolgono la sua verità perché è scomoda e giudica i sentimenti del cuore .
Non amano del suo amore perché è un amore che si dona, e ti lascia senza forze.
Non perdonano con la sua misericordia perché pensano di essere migliori.



Il Signore ci dice: mi chiamate Maestro e non mi ascoltate. Mi chiamate buono e non mi cercate. Mi chiamate porta e non bussate. Mi chiamate onnipresente e non mi vedete, mi chiamate giusto e onnipotente e non mi temete, mi chiamate amabile e non mi amate, mi chiamate pane e non mi mangiate, mi chiamate acqua viva e non mi bevete.
Mi chiamate via e non mi seguite. Mi chiamate verità e rimanete nella falsità, mi chiamate vita e volete rimanere nella morte.
Volete vedermi e sentirmi, perché?

Il segreto di una vita vittoriosa e gioiosa sta, infatti, nell’ubbidienza ai suoi comandamenti e avere un rapporto onesto e costante con Lui.

                 

Vogliamo essere trasparenti con Dio e con il prossimo invece di nasconderci.
Vogliamo vedere anche in noi stessi invece d’essere ciechi.
Vogliamo ascoltare la voce di Dio invece di turarci le orecchie.
Vogliamo amare invece di odiare. Vogliamo costruire invece di distruggere.
Desideriamo guarire invece di ferire. Desideriamo parlare invece di tacere e passare sugli errori.
Desideriamo perseverare invece di rinunciare. Desideriamo agire bene invece di rimandare.
Desideriamo sorridere invece di tenere il muso. Desideriamo elogiare invece di parlare male.




Sogniamo di unire invece di dividere e mettere discordia.
Sogniamo la speranza al posto della disperazione. Sogniamo la gioia al posto della tristezza.
Scegliamo di perdonare invece di offendere. Scegliamo di consolare al posto del disinteresse.
Scegliamo di comprendere al posto di allontanare. Scegliamo di accogliere al posto di rifiutare.
Bramiamo affermare la verità al posto della falsità. Bramiamo metterci fede al posto del dubbio.

Dobbiamo pregare per poi arrivare a lodare e vedere le grandi meraviglie e la gloria di DIO.



 Zaccheo voleva vedere GESU'

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