50-SALVEZZA E ANNUNCIO-Testimonianza








I quattro lebbrosi  2^ Re 7, 3-9 
 I dieci lebbrosi  Luca 17,11-19

Situazione fisica dei “lebbrosi” chi erano?

Non più uomini, ma corpi deformi, pieni di piaghe, mutilati, infermi; abiti lacerati e sporchi; senza nutrimento, miserabili, nessuna proprietà, nessun bene, (se non quello della vita) nessun amico, sofferenti, nella solitudine, sbandati, alla ricerca di cibo, (pane, acqua) alla ricerca di guarigione, alla ricerca di compassione, alla ricerca di contatti, di solidarietà.
LEBBROSO-non c’è condizione peggiore nell’uomo: “quando c’è piaga di lebbra, il sacerdote che l’avrà esaminata, dichiarerà quell’uomo impuro.
Contaminazione, malattia, che porta sofferenza, allontanamento, solitudine, denutrimento, disperazione.

Situazione morale “Samaritani”; quello che pensavano gli ebrei di loro.

Sentimenti scaduti, poca coscienza, poca morale, senza legge, senza speranza; contaminati, adulteri, confusi nella religione, idolatri, instabili nella fede, isolati, discriminati, sbandati.
Alla ricerca di cibo spirituale, di purezza interiore, di ideali, di salvezza.
SAMARITANO-non c’è condizione interiore peggiore: malati nella coscienza, nella fede, nella religione, giudicati male, rifiutati da tutti, allontanati, emarginati, sottovalutati, odiati.

Quante persone, oggi, si ritrovano ad essere così, scacciati, soprattutto nel nostro mondo che si definisce cristiano? Quanta povertà, quanti vivono per le strade senza un tetto, una casa.















Queste persone erano da schivare, da allontanare, da non frequentare, per non contaminarsi nel corpo e nello spirito.
Pensiero antico, ma non è forse anche un comportamento attuale, di superbia e disprezzo che prova l’uomo verso un proprio simile con esteriorità e interiorità diverse dalle proprie.
Orgoglio, presunzione e vanità, razzismo, che causano muri, inimicizie controversie e guerre.

Ancora Gesù: guarigione di un lebbroso. 

Ed ecco un lebbroso, avvicinatosi, gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi purificarmi».
Gesù, tesa la mano, lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato». E in quell'istante egli fu purificato dalla lebbra.” Matteo 8:2,3
Saper dare gloria a DIO
Il lebbroso samaritano. “si gettò ai piedi di Gesù con la faccia a terra, ringraziandolo; ed era un samaritano.
Gesù, rispondendo, disse: «I dieci non sono stati tutti purificati? Dove sono gli altri nove?
Non si è trovato nessuno che sia tornato per dar gloria a Dio tranne questo straniero?” Luca 17:16-18




                       
Evidenziamo le uguaglianze che troviamo tra questi due passi, affinché ci possano servire nella nostra vita:
CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO STATO, ESSERE MALATO- UMILTA'- CONOSCENZA DELLA POTENZA DI DIO, CONVERSIONE- PUREZZA DI CUORE- IMPEGNO NEL CAMBIAMENTO- ANNUNCIO DEL CAMBIAMENTO

Gesù è venuto per salvare e vuole guarire chi è malato prima di tutto; chi si riconosce tale. Vuole guarire noi, e darci la sicurezza della nostra guarigione  
“ «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.” 
Matteo 9:12

  Egli stesso ha preso le nostre infermità, ha portato le nostre malattie”

Siamo malati, perchè siamo fermi sulle nostre posizioni, paralitici, i nostri peccati ci paralizzano?
L’insicurezza, la mancanza di fede, la tiepidezza ci fermano.
                                    SALVATI E MANDATI

 Lo voglio, sii mondato”  Gesù si rivolge a noi.

                   

Andate a mostrarvi ai sacerdoti ; e ciò serva a loro di testimonianza”

Essere salvati, e andare a testimoniare del Salvatore, questo è il mandato.
Dopo la strada, il cammino, il ritorno a Gesù, l’esultanza, la gioia, la gloria a Dio, la santificazione. La serenità e l’allegrezza del sapere di essere accettati da Dio è avere rapporti corretti e la piena consapevolezza della comunione intima con Lui.

AVVERRÀ forse per strada; perderemo tutte le piaghe! Le contaminazioni, La lebbra andrà via, saremo guariti, saremo salvati, pronti a muoverci a camminare per l’evangelo.
La solitudine se n’andrà, troveremo tanti fratelli; umili per il perdono, sereni e gioiosi per la grazia. Pieni di lode e d’amore per il nostro Dio.

     
                  

Sapere dare gloria a Dio, riconoscerlo, lodarlo, che valenza ha oggi?

Questo percorso di Gesù così insolito, sulla linea di confine tra territori: Samaria - Galilea, tra il popolo di Dio, religiosi e credenti, e gli altri, persone comuni, laici.
Confine tra puro e impuro, sacro e profano, fra uomini giusti e ingiusti, sani e malati.
I sacerdoti, la classe ecclesiastica, i saccenti detentori di verità e di certezze e la gente civile, incolta, ignorante e incerta.
Gesù tende la mano proprio aldilà del confine della purezza, Lui il santo, il senza peccato tende la mano al malato, al peccatore e lo salva.




                    
Le circostanze sono controllate dalla presenza e dalla parola di Dio.
(toccò- parola Gesù, tesa la mano, lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato». E in quell'istante egli fu purificato dalla lebbra.” Matteo 8:3
Dio tiene in mano ogni cosa:
  • la conversione del peccatore e il ripensamento di chi si sente puro
  • la salvezza del lebbroso e la santificazione del religioso
  • la fede del credente e il credo del laico.
Per questo manda questi messaggeri, guariti e salvati, ai sacerdoti affinché capiscano e interpretino i segni, le cose che Dio fa nel mondo, soprattutto dove ce n’è più bisogno sulla strada e non dentro un tempio fatto da mani d’uomini. Per questo Dio adopera le persone comuni.
Dio fa ancora miracoli, salva delle vite e chiama queste vite a testimoniare della loro salvezza.

                          

Quanti lo faranno?
Quanti invece sono pronti a convertirsi a ripercorrere indietro la strada modificandosi cambiandosi? Uno su dieci, forse? 
Più facile è proseguire, accogliere il miracolo come qualcosa di dovuto, di scontato di meritato in fondo, e tutto torna alla normalità, alla coincidenza, alla consuetudine.
LA SEMPLICITA’ di Dio, come ci meraviglia.
Dio sceglie le cose pazze per svergognare quelle sagge. Sceglie dei bambini, (entrata in Gerusalemme) per svergognare gli adulti, sceglie le donne, (nella resurrezione) affinché gli uomini non si sentano superiori.

Le donne alla Resurrezione
Predilige i malati, i poveri, gli ignoranti, i pubblicani al posto dei sani, dei ricchi, dei religiosi e dei sapienti della Legge e della Parola.
Sceglie un piccolo popolo per confondere le grandi nazioni.
Sceglie una piccola chiesa (come la nostra) per testimoniare alle altre chiese.
Dio sceglie le cose che non sono per ridurre al niente quelle che sono”, 
o che si credono di essere. Dio guarisce e si serve di lebbrosi samaritani perché dei credenti cristiani non si fanno scegliere.

Cos’è oggi la lebbra: quella spirituale, se non ancora la perdita della sensibilità, la paralisi motoria intellettuale, un male morale che intacca e corrompe.
E’ quel sentimento che ci fa sentire appagati e soddisfatti, ma soli, disarmati e svogliati, disaffezionati e senza fede.
Cos’è oggi la chiesa, soltanto un lazzaretto?



      

Rimanere rinchiusi dentro le mura del nostro tempio come fossimo noi sempre malati, senza saper portare conforto, solidarietà, e aiuto agli altri, può significare la cancrena, la morte sia materiale che morale, sia nelle opere che nella fede: la morte dell’evangelo.

Dentro le mura della secolarizzazione e della consuetudine, non si respira aria pura, la polvere del tempo mumifica mobili e persone. 
Fuori al sole e all’aria c’è la vita e la salvezza.                

In che territorio ci troviamo?
Siamo ancora dentro al tempio della nostra religiosità, ancora vincolati e ostacolati da pensieri di purezza e santità, o pronti sulla linea di confine, come Gesù.
Pronti a tendere le nostre mani senza paura di sporcarle, agli altri a quelli che meno consideriamo, ai diversi, agli stranieri, ai malati, ai contaminati.
Come ci rapportiamo verso il differente, che pure è stato toccato dalla stessa grazia , con la stessa misericordia.

Diciamo quello che hanno detto i sacerdoti al cieco. “Tu sei tutto quanto nato nel peccato e insegni a noi? E lo cacciarono fuori. Giov.9,34

                                              

Oppure sappiamo accogliere, condividere, accettare che Dio salva qualsiasi persona nella quale trova fede.
Sappiamo far festa con lui e glorificare Dio per questa salvezza.
Gesù ha compassione del mondo e c’insegna ad averne anche noi.

La nostra chiesa, testa di ponte, che pur si trova su un percorso di confine tra ciò che già è stato sdogmatizzato e reso pubblico e quello che ancora resta da liberare.
Chiesa disciolta, comunità di mescolati, quanto è disponibile a mescolarsi ancora tra la gente a non stancarsi.
Certamente con la sua coerenza di fede e di opere per tendere la mano e portare salvezza.

La salvezza è fuori dalle mura della nostra apatia e presunzione, dalla vanità della nostra comodità e presunta stanchezza.
ANDIAMO, la salvezza è fuori dalle mura per le strade di Samaria e deve essere portata dentro le mura di Gerusalemme. 
Ci sarà festa allora, gioia, pace, vita per tutti.
La lode echeggerà.

Testimoniare, evangelizzare, spargere la fama di Gesù, specialmente quest'anno che ricorre il V° CENTENARIO della RIFORMA,  per poter raccogliere e portare frutto, cibo nella chiesa, nell’agàpe. 
E’ dare gloria a Dio.

SE CI TACCIAMO? “Noi non facciamo bene...questo è giorno di buone notizie...saremo considerati colpevoli”. Dicevano i quattro lebbrosi davanti alla porta di Gerusalemme.

Gesù dice:“Guardate le campagne come sono bianche da mietere”.

                     

ANDATE a mietere per farne del cibo (grano, farina, pane).
TORNATE e portate il cibo preparato da Dio per l’agape da condividere e gustare insieme.
Dio vuole dei volontari liberi, gioiosi, fantasiosi, pieni d’amore e di grazia per il mondo.
Che ANNUNCIANO al mondo l’evangelo.

Gesù ci guarisce, ci salva, ci toglie dal nostro stato malato per mandarci sulle strade dell’uomo e dare gloria a Dio per quello che ci è avvenuto.
Ci ha donato gli arti: i piedi per camminare, le mani per sollevare ed aiutarela parola per confortare, per guarire e salvare.
Siamo in grado di saper donare tutto questo agli altri con amore e passione.
La chiamata è per tutti. Disponibile a quanti la vogliono fare propria. (sani e malati, puri e peccatori)
Religiosità, legalità, fariseismo non servono.

Occorre dimostrare, fratellanza, uguaglianza, solidarietà, compassione, condivisione, mani tese alla salvezza; di questo c’è bisogno e sempre con più forza.









La lebbra oggi

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