18-Festa della donna-Family






Gli uomini della comunità hanno festeggiato le donne 
con un' AGAPE. 
Tavoli apparecchiati con un segnalibro come regalino. 
E' stato preparato un pranzo, tutto a base di pesce, dai cuochi uomini. Dopo la preghiera comunitaria, sono state servite e riverite da due camerieri in camicia bianca e papillon.
Dimostrazione di riconoscenza e di affetto per tutto l'anno trascorso.


 Le foto del gruppo cuochi 








            I camerieri, gli specialisti





Renzo, il cantastorie









Il segnalibro duble face:
"la ragazza con l'orecchino"




 


LA DONNA Proverbi 31,10÷31
Testo, questo a cui sono state attribuite numerose interpretazioni, e diversi paragoni con altrettanti testi di significato contrario e contrastante. Proverbi 9, 13-18.
Un po’ tutto il libro dei profeti mette a confronto queste due manifestazioni umane, tra loro contrastanti, il comportarsi bene e comportarsi in modo sbagliato ed esorta sia l’uomo che la donna a seguire invece Dio, la sua sapienza come chiave di privilegio per il popolo.

                      

Il nostro testo quindi dimostra probabilmente un’ansia maschile secolarizzata, derivata dalla preoccupazione di un popolo che ha paura di conformarsi e socializzarsi all’etica persiana di questo periodo di esilio. Vuole mettere in guardia gli uomini per come scegliere una buona moglie, e viceversa le donne ad essere sagge e sapienti come gli uomini.
Lo Scriba, tenta di salvaguardare le future generazioni ed esorta a non familiarizzare troppo con gli invasori e le donne estere per evitare di perdere la propria identità.
Informa gli uomini ad accompagnarsi con donne sagge, di gran qualità che non siano straniere ne possibilmente facili donne che possono sedurre e sviare dalla consapevolezza di essere ancora un popolo e possedere la religione al quale il Dio creatore dell’universo si è rivelato e gli da la forza della consolazione e della resilienza per tenerlo ancora unito.

     

Il giovane è spinto a sposare una simile donna e la ragazza un uomo di sostanza, che gli offre una vita nell’abbondanza e nella sicurezza, proprio in questo popolo.
Il testo ci presenta una donna di carattere, come fosse un’eroina, un superlativo, di multiforme impegno e grande ingegno nei lavori e nei mestieri, sia di casa che esterni.
Non solo casalinga, stereotipo femminile, ma imprenditrice come un uomo.
Brava lavoratrice, con vocazioni oneste, esempio di lode da parte di Dio come moglie e nel lavoro: meraviglia della creazione che viene da Dio; come suo dono, in cui l’uomo o la donna possano confidare come se confidassero in Dio.

    
Testo poetico che usa frasi e un vocabolario eroico riferito principalmente agli uomini: soldati, valorosi, eroi del popolo. Un eroe di Dio al femminile, che possibilmente può essere interpretato di genere neutro: riferito sia al femminile che al maschile.
Un invito sia agli uomini che alle donne ad essere così e ad accompagnarsi a persone simili. La sapienza, intesa come interpretazione del testo, pur essendo un termine femminile è doveroso che debba possederla soprattutto un uomo, così, ugualmente la donna, deve essere saggia ed eroica e possedere l’intelligenza, come pure l’uomo.

                         

Immagine spirituale che diventa indistinta a cui sia uomo che donna può fare riferimento, piena di buon lavoro, generosità concreta, di solidarietà, di soccorso al prossimo.
Esempio per una società, altro termine femminile, però composta da generi diversi, che deve mantenersi unita e costruirsi sul lavoro, sulla giustizia, sull’equità, sull’eguaglianza, sull’aiuto ai poveri, ai meno abbienti, ai diversi e agli stranieri.

         

Esempio positivo anche per la chiesa per la comunità dei credenti composta da sorelle e fratelli con questi doni di Dio da distribuire a tutti.
Immagine piena di sapienza e di giudizio che porta in se la benedizione di Dio per la famiglia, per la chiesa, per la città, per il popolo, per il mondo.
In contrapposizione: La straniera e la donna di facili costumi che mette a repentaglio tutto ciò che c’è di prezioso, i rapporti coniugali, i rapporti famigliari, il mondo sociale, economico e religioso, che può compromettere la famiglia e la comunità.
Due figure di donne come fosse un manuale, a cui fare riferimento, la saggia, intelligente e avveduta, e l’altra su cui pesano tutti i pregiudizi: stolta, bellezza seduttrice, turbolenta.

        

I proverbi pongono davanti all’ uomo e alla donna una scelta tra queste due vie, il bene e il male, l’altruismo e la superficialità, la rettitudine e la prostituzione, la morte e la vita.
Valutazione tra due donne, da una parte c’è la donna stolta, la straniera, che attrae l’uomo e lo seduce, con le sue lusinghe, che mette a repentaglio la stabilità.
Scegliere lei significa essere privato di ogni vantaggio: economie, terre, ricchezze, onore e anche la vita stessa. L’insegnamento della saggezza, è saper scegliere la donna sapiente.
  

Chi è gradito a Dio sfugge la donna stolta, mentre il peccatore rimane preso da lei.
La sapienza e la stoltezza stanno agli angoli sulla stessa strada e chiamano dagli stessi alti luoghi delle città:
che analogia è mai questa?
La saggezza è rimasta lontano, però! Chi potrà trovarla? Questo capitolo 31, è la risposta al capitolo 1.
Come non ricordare alcune donne di valore idealizzate dall’A.T: Tamar la meretrice, Rahab, meretrice e straniera, Ruth la straniera, ma facente parte del popolo: perché lo straniero che si è integrato, è parte del popolo. Nel N.T. Gesù e la donna sirofenicia, la prostituta samaritana… sono contraddizioni? Che interpretazione diamo?
              

La nostra spiegazione, considerando il N.T. e gli innumerevoli studi fatti su questi testi da insigni teologi e teologhe, non si può più basare su interpretazioni idealiste, ma considerando il testo, concretamente, come istruzione sapienziale, dobbiamo consegnarlo al mondo reale, (Lutero) sulle questioni della vita reale, e della fede attuale che dobbiamo mantenere vicino alla quotidianità che è quella governata da Dio, oggi.
Nella storia le donne sono state oppresse proprio dall’interpretazione che delle scritture è stata data dagli uomini, e oggi, quindi, è doveroso porci interrogativi alla nostra e alla vita giornaliera di ciascuno, alle relazioni che incontriamo, alle scelte che facciamo, alle parole e ai contenuti:
i fatti che manifestiamo anche sulla diversità di genere

     

Predicare Cristo è essere coscienti della storia, di come si è evoluta: in società dove i ruoli maschili e femminili sono imposti da un potere che si è emancipato tipicamente al maschile.
Nelle nostre chiese, la questione di genere è tenuta in attenzione come desiderio di incamminarci insieme in un nuovo vocabolario dove imparare parole senza timore ma con quella saggezza che chiama l’intelligenza e sa fare udire la sua voce per le strade del mondo nella concretezza dell’accoglienza reciproca che Gesù ci ha insegnato.

 

Fonte di ispirazione per le relazioni proprio al crocevia delle nostre differenze sono: il perdono e l’amore, doni di Gesù in un Dio che salva, a disposizione di tutti.
Vocazione che si deve vivere tutti e tutti i giorni, ebrei, cristiani, uomini e donne.
Donne sagge e uomini peccatori, ma tutti affrancati dalla grazia universale che accomuna.
Gesù deve continuare a dire di loro e di noi: “perché hanno molto amato”.

    

Per un omaggio ulteriore, vedi:
Una donna come leader.


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