137-LA DONNA SAMARITANA
LA DONNA SAMARITANA Giovanni 4,5-15
Giunse dunque a una città della Samaria, chiamata Sichar, vicina al podere che Giacobbe dette a Giuseppe, suo figliuolo;
e quivi era la fonte di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del cammino, stava così a sedere presso la fonte. Era circa l'ora sesta.
Una donna samaritana venne ad attingere l'acqua. Gesù le disse: Dammi da bere.
(Giacché i suoi discepoli erano andati in città a comprar da mangiare).
Onde la donna samaritana gli disse: Come mai tu che sei giudeo chiedi da bere a me che sono una donna samaritana? Infatti i Giudei non hanno relazioni co' Samaritani.
Gesù rispose e le disse: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli t'avrebbe dato dell'acqua viva.
La donna gli disse: Signore, tu non hai nulla per attingere, e il pozzo è profondo; donde hai dunque cotest'acqua viva?
Sei tu più grande di Giacobbe nostro padre che ci dette questo pozzo e ne bevve egli stesso co' suoi figliuoli e il suo bestiame?
Gesù rispose e le disse: Chiunque beve di quest'acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò, diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna.
La donna gli disse: Signore, dammi di cotest'acqua, affinché io non abbia più sete, e non venga più sin qua ad attingere
Testo, questo a cui sono state attribuite numerose interpretazioni, e diversi paragoni. Dimostra un antagonismo viscerale, mai concluso, tra popolazioni diverse confinanti in uno stesso territorio. Un’ansia maschile secolarizzata, derivata da una preoccupazione degli uomini, dei popoli, non ben definita sulla donna, soprattutto se straniera. La donna samaritana, infatti lei pure è prevenuta sul comportamento degli uomini, specialmente se confinanti e con ostilità marcata verso il territorio che abita. E' stupita però dal sentire che quest'uomo la invita volendo modificare il costume di questo incontro.
Gli stessi apostoli israeliti: Si meravigliarono ch'egli parlasse con una donna. Giov.4,27 Testo che dimostra questa apprensione: hanno paura di quello che possano pensare i religiosi, i benpensanti e possano essere giudicati per questo: peccatori e allontanati dal popolo. Gesù vuole mettere in guardia tutti gli uomini a non fare discriminazioni, soprattutto sulle donne senza conoscerle a fondo; e a come comportarsi con loro, anche se messe al bando dal proprio paese per facili costumi. Gesù sta insegnando all'umanità un'etica nuova di amare.
Continua a parlare con lei, cerca di farla ragionare sull'acqua che da la vita e sulla vita che ha bisogno di bere, non solo di acqua, ma di un liquido, in vapore, che bisogna ricercare e Lui è disponibile a donarlo. La stimola sui fatti della sua vita e sul suo futuro. A pensare se la sua esistenza è un bene oppure si sta comportando in modo sbagliato. Una proposta di uscita dalla prigione dell'errore e del peccato. Gesù esorta la donna a seguire invece Dio, la sua sapienza, vapore, soffio che si muove, come chiave di lettura di nutrimento dell'esistenza. Se tu conoscessi il dono di Dio.
Ora li al pozzo stimola la donna ad essere attenta alle sue parole: parole di Verità, acqua viva, vapore etereo, vivificante e permanente per tutte quelle che come lei hanno sete. Gesù, vuole salvare, perdonare le future donne in situazioni simili a questa e sollecita e invita le donne a non perdere la propria identità, a recuperare la coscienza perduta, a non disprezzare la conoscenza, la fede ricevuta: appunto nel Dio Creatore. Per la donna samaritana è L'eterno di Giacobbe in cui credono e hanno fede. Il Dio dei Padri: Abramo, Isacco e Giacobbe. Informa la donna a diventare saggia, bevendo la sua acqua: Parola di vita per ritornare parte del popolo, donna di qualità, di fede, non più di facili costumi. Fa capire che la disubbidienza può sedurre e sviare dalla consapevolezza di appartenere al popolo e possedere la fede al quale il Dio Creatore dell’universo si è rivelato e gli da la forza dell'aiuto e della resilienza, quello che dimostra di sapere, conoscendo la fonte di Giacobbe: la fede di Giacobbe.
La fonte, il pozzo da cui il mondo attinge acqua è la Parola di Dio: soffio, spirito, vapore che solca il tempo, la storia ed attraversa le nazioni, le razze e le chiese.
Deve essere divulgata, propagata, proposta, trafficata e spesa così come lo fa questa donna Samaritana. Venite a vedere un uomo...non è egli il Cristo. Giov.4,29
Similitudine allo Spirito di Dio che come il vento va dove vuole, così può essere sospinto anche in una donna e in una terra straniera purché pratichi la giustizia.
Il testo ci presenta una donna di carattere: sincera e di impegno nei lavori e nei mestieri, sia di casa che esterni. Non solo casalinga, stereotipo femminile, ma gestisce la famiglia e non si sgomenta se un uomo la lascia; trova un sostituto per continuare a reggere la vita, sua e probabilmente quella dei suoi figli: Hai avuto 5 mariti e quello che hai ora non è tuo marito. Giov.4,18
Comunque la considerazione da parte di Gesù su questa donna, è di una persona con abitudini oneste aldilà del suo stato, lavoratrice impegnata, senz'altro madre, disponibile ad aiutare il prossimo, anche se suppone nemico: tu Giudeo chiedi a me da bere?
Un invito alle donne, tutte, ad essere così: attive, spontanee, disponibili, disposte a condividere, con gli stessi valori, gli stessi sentimenti, la stessa fede.
Invito all'ascolto della sua Parola: La sapienza: Gesù sapienza di Dio. intesa come intelletto al femminile, doveroso che ogni donna debba possedere ed essere saggia e intelligente per recuperare la sua coscienza e non perdere la fede.
Il concetto di questa completezza è immagine spirituale, riferimento alla conoscenza di Dio: la misericordia, il perdono, la grazia, la generosità concreta, la solidarietà, il soccorso al prossimo, l' ubbidienza al Creatore, alle leggi naturali di umanità e condivisione. Esempio per una società, altro termine femminile, però composta da generi diversi, che deve mantenersi unita su questi valori e costruirsi sul lavoro: dignità dei popoli, sulla giustizia, sull’equità, sull’eguaglianza, sulla condivisione, sull’aiuto ai poveri, ai meno abbienti, ai diversi, ai disabili e agli stranieri.
Esempio positivo anche per la chiesa per la comunità dei credenti composta da sorelle e fratelli con questi doni di Dio che lo Spirito distribuisce come Lui vuole.
Immagine piena di sapienza e di giudizio che porta in se la benedizione di Dio per la persona, per la famiglia, per la chiesa, per la città, per il popolo, per il mondo.
In contrapposizione: La donna stolta, che non cambia, che rimane di facili costumi che potrebbe mettere a repentaglio tutto ciò che c’è di prezioso, i rapporti coniugali, i rapporti famigliari, il mondo sociale, economico e religioso, che può compromettere la famiglia e la comunità con estensione all'umanità intera.
Ma questa figura di donna samaritana, su cui pesano tutti i pregiudizi: intricata dal punto di vista sentimentale e sessuale, ma onesta, sincera, consapevole del suo stato, fiduciosa nel futuro. Sarà come di esempio nell'avvicendarsi del racconto.
Gesù mette davanti alla donna, a tutte le donne, una scelta tra queste due vie: il bene e il male, l’altruismo e la superficialità, la rettitudine e l'adulterio, l'ubbidienza e la inosservanza, la morte e la vita.
Continuare la via della trasgressione e contaminazione, significa rinunciare ad essere del popolo, alla speranza, al perdono, alla fede, alla vita stessa. Gesù, invita la donna a pensare e considerare di diventare saggia e saper scegliere la sua Parola sapiente.
Il testo insegna a tutti, donne e uomini.
La sapienza e la stoltezza stanno agli angoli sulla stessa strada. La strada della perdizione è larga, mentre stretta è la via che porta alla salvezza. La saggezza è rimasta lontano, però! Chi potrà trovarla? Guardate con diligenza come vi conducete; non da stolti, ma da savi. Al centro del poema c’è la donna samaritana come femmina del popolo: dei popoli e testimonia come Dio possa proteggere e assicurare la vita e la sua continuità. Assicurando la salvezza e il perdono per recuperare la dignità e la sua fede nel Dio Creatore, Dio di Giacobbe: nel Dio Ebraico di Abramo e del Patto a tutte le nazioni.
Ancora oggi c’è, nelle nostre società moderne, pregiudizio sulla donna che commette adulterio: donna di strada, di facili costumi. Pochi, visto dell'uso che si fa del genere femminile, si mettono a considerare la sua personalità, la sua vita, gli eventi che l' hanno così condizionata. L'uomo come nel passato è portato subito ad usare discriminazione, violenza alle donne, un maschilismo esasperato di secoli, noncuranza, sopraffazione, violenza gratuita che si manifesta molte volte in omicidio.

Come non ricordare alcune donne idealizzate dall'A.T: Tamar la meretrice, Rahab, meretrice e straniera, Ruth la straniera, ma facente parte del popolo. Nel N.T. Gesù e la donna Sirofenicia. Che interpretazione diamo? Gesù salva le meretrici e le straniere? Certo!!! Gesù è venuto a salvare il peccatore perduto, poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio. Romani 5,12- E Gesù a loro, a tutti: Io vi dico in verità: I pubblicani e le meretrici vanno innanzi a voi nel regno di Dio. Matteo 21,32 Considerando il testo, concretamente, come istruzione di Gesù. Amare senza limiti. Questi scritti dobbiamo consegnarli al mondo reale, sulle questioni della vita reale, e della fede attuale che dobbiamo mantenere vicino alla quotidianità che è quella vissuta dalla nostra cultura cristiana e governata da Dio, oggi. Amatevi come io vi ho amato.
Nella storia le donne sono state oppresse proprio dall’interpretazione che delle scritture è stata data dagli uomini, e oggi, quindi, è doveroso porci interrogativi alla nostra e alla vita giornaliera di ciascuno, alle relazioni che incontriamo, alle scelte che facciamo, alle parole e ai contenuti: i fatti che manifestiamo anche sulla diversità di genere.
Predicare Cristo è essere coscienti della storia, di come si è evoluta: in società dove i ruoli maschili e femminili sono imposti da un potere che si è emancipato tipicamente al maschile. Nelle nostre chiese, la questione di genere è tenuta in attenzione come desiderio di incamminarci insieme in una nuova etica dove imparare parole e atti senza timore ma con quella saggezza che chiama l’intelligenza e sa fare udire la sua voce per le strade del mondo nella concretezza dell’accoglienza reciproca che Gesù ci ha insegnato. Ubbidire alla sua Parola, seguire il suo insegnamento in atti di amore. Fonte di ispirazione per le relazioni, proprio al crocevia della strada, della nostra personalità sono: il perdono e l’amore come Dio sa amare. Doni di Gesù in un Dio che salva, a disposizione di tutti perché affrancati dalla grazia universale che accoglie e accomuna: ebrei e pagani, cristiani e musulmani, ricchi e poveri, saggi e stolti, donne e uomini, donne adultere, meretrici e quelle che pensano essere senza peccato. Per la qual cosa, io ti dico: Le sono rimessi i suoi molti peccati, perché ha molto amato Luca 7,47 Gesù deve continuare a dirlo di lei, di loro e di noi.
MA DIO HA TANTO AMATO IL MONDO... GIOV. 3,16
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