124-ABRAMO, LOT e il credente

 

ABRAMO, LOT e il credente Genesi 13,1-12—13,17

Abramo dunque risalì dall'Egitto con sua moglie, con tutto quel che possedeva e con Lot, andando verso la regione meridionale.Abramo era molto ricco di bestiame, d'argento e d'oro.E continuò il suo viaggio dal meridione fino a Betel, al luogo dove da principio era stata la sua tenda, fra Betel e Ai, al luogo dov'era l'altare che egli aveva fatto prima; e lì Abramo invocò il nome del SIGNORE.            Ora Lot, che viaggiava con Abramo, aveva anch'egli pecore, buoi e tende.                                                                                                    Il paese non era sufficiente perché essi potessero abitarvi insieme, poiché il loro bestiame era numeroso ed essi non potevano stare insieme.                                                                                              Scoppiò una lite fra i pastori del bestiame d'Abramo e i pastori del bestiame di Lot.                                                                                    I Cananei e i Ferezei abitavano a quel tempo nel paese.

Allora Abramo disse a Lot: «Ti prego, non ci sia discordia tra me e te, né tra i miei pastori e i tuoi pastori, perché siamo fratelli!            Tutto il paese non sta forse davanti a te? Ti prego, sepàrati da me! Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra».

Lot alzò gli occhi e vide l'intera pianura del Giordano. Prima che il SIGNORE avesse distrutto Sodoma e Gomorra, essa era tutta irrigata fino a Soar, come il giardino del SIGNORE, come il paese d'Egitt.                                                                                               Lot scelse per sé tutta la pianura del Giordano e partì andando verso oriente. Così si separarono l'uno dall'altro.                        Abramo si stabilì nel paese di Canaan, Lot abitò nelle città della pianura e andò piantando le sue tende fino a Sodoma. 13,18 Allora Abramo levò le sue tende e andò ad abitare alle querce di Mamre, che sono a Ebron, e qui costruì un altare al SIGNORE.

13,13 Gli abitanti di Sodoma erano perversi e grandi peccatori contro il SIGNORE. 13,14 Il SIGNORE disse ad Abramo, dopo che Lot si fu separato da lui: «Alza ora gli occhi e guarda, dal luogo dove sei, a settentrione, a meridione, a oriente, a occidente.13,15      Tutto il paese che vedi lo darò a te e alla tua discendenza, per sempre.13,16 E renderò la tua discendenza come la polvere della terra; in modo che, se qualcuno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti. 13,17 Alzati, percorri il paese quant'è lungo e quant'è largo, perché io lo darò a te. 

                                                  Abramo-Lot e il paese.

Il racconto riporta la storia di due uomini uniti inconsapevolmente e ineluttabilmente da un volere che li coinvolge. La narrazione di Abramo, personaggio storico: ricevette da Dio l'ordine di emigrare da Ur verso Canaam soltanto con la sua famiglia. Abramo ubbidì al Signore e si spostò da Ur.

Ubbidienza non completa in quanto prenderà con se Lot suo nipote. Lo prese con se per farsi accompagnare dalla Mesopotamia fino a Canaam, forse per poca fiducia in Dio ed avere un conforto in viaggio.

Andò con lui in Egitto spinto dalla carestia e ne ritornò dopo varie vicissitudini.

                   Abramo, Lot e il seguito escono dall' Egitto

In questo episodio appunto salgono dall'Egitto verso il settentrione, portando con se tutti i sentimenti che si muovono tra i due uomini e il personale che era con loro, diviso tra i due. I pastori di entrambi sorvegliavano grandi greggi e buoi e litigarono acerbamente. Abramo, per risolvere le dispute, prese una decisione e disse: Ti prego, non ci sia discordia tra me e te, né tra i miei pastori e i tuoi pastori, perché siamo fratelli! Gli consiglio, certamente con sofferenza, di separarsi e lo invitò a scegliersi i pascoli sulla loro strada, Lot pur essendo legato da grande affetto, egoisticamente scelse la fertile valle del Giordano, verde e tutta irrigata. Decise di avvicinarsi alla città di Sodoma senza tener conto delle conseguenze che avrebbe potuto avere, lui e la sua famiglia insediandosi in quella città con abitanti che non conosceva. Si separarono: uno verso il settentrione, Lot verso Oriente. E' la storia delle origini delle emigrazioni della tribù chiamata Figli di Israele: perlopiù pastori del bestiame al loro seguito.

Abramo si diresse verso Hebron dove aveva soggiornato a più riprese alle querce di Mamre, con tende e armenti. In questo luogo esisteva una quercia secolare di 8 metri di circonferenza e alta + di 28 metri., chiamata in seguito quercia di Abramo. Per la seconda volta qui costruì un altare al Dio che gli aveva parlato e promesso.

Soltanto dopo la separazione da Lot, forse inconsapevolmente ubbidiente, Dio comincerà ad adempiere le promesse legate al patto.

Dio gli mostra il paese che vuole dargli e gli parla di una posterità innumerevole che non si può contare e per sempre.                  Guarda tutto il paese e percorrilo: io lo darò a te.

Dall'alto Iddio guarda, non soltanto Abramo, guarda il mondo intero e il comportamento di tutti, ATTA-EL-ROI: il Dio che vede. Questo nome di Dio è stato dato da Agar quando Gli era apparso e aveva parlato anche a lei.

Ci sono varie interpretazioni; secondo me, questa storia parla della fede, di Abramo e di Lot nel Dio Onnipotente e sono pronti a stare con lui e seguirlo nell'avventura delle proprie vite.       Zio e nipote con sentimenti non soltanto come parenti, ma rispondenti ad una amicizia  particolare che si sviluppa nel percorso comune.       "Siamo fratelli"

All' opposto Caino, per gelosia: violenta e uccide suo fratello Abele.

Dio comunque da valore alla vita e ama le sue creature: perdona Caino come sappiamo. Ferma Abramo mentre per religiosità sta per uccidere il figlio Isacco.


Abramo ascolta il richiamo di Dio, si accorge dell'errore e interiorizza: "Colui che vede mi ha visto". Accetta la benedizione di Dio “Io moltiplicherò grandemente la tua discendenza e non la si potrà contare, tanto sarà numerosa”.

Abramo sa di essere entrato nel miracolo. E questa eredità è determinata dalla vita di Isacco. Anche se ha fede; non si sente innocente; ma non vuole andarsene per la sua strada e vuole accogliere questa promessa. Lascia scegliere e decidere a Lot.

   

Cosa ci può dire però questo racconto, tenendoci ben ancorati al testo che come leggiamo: Abramo loda Dio e costruisce un altare.

Il racconto ci parla della grandezza di Dio e del modo in cui Dio si fa conoscere da Abramo salvandogli la vita. Abramo lo conosce e comincia a fidarsi completamente del suo amore nel cammino della sua esistenza. Per amore andrà a salvare Lot dalla distruzione di Sodoma. 
A noi Dio prospetta il modo in cui dobbiamo guardare a Lui per conoscerlo meglio e per farci indicare la strada, vedere la vera sua immagine, sentire il suo profumo e il costante affetto che dimostra nonostante noi.                                                                                      Dio ci mette alla prova non prima però di averci comunicato le sue meravigliose intenzioni. La nostra fede, la nostra relazione con Lui: il Dio d'amore, ora ci fa immaginare quello che poi accadde a Sodoma. Ci presenta un dramma di violenza impropria e sconosciuta decretata dal Dio che vede verso le due città. Popolo perverso, violento e grande peccatore contro il SIGNORE.

Che pensiero ci arriva da questa catastrofe come fu al diluvio universale?

               
Il diluvio universale

A noi la risposta, la decisione, il sentimento?


La guerra in Ucraina e molte altre nelle nazioni, tutta la terra contaminata, usurpata.

Che penserà dell'umanità il Dio che vede?


Il problema violenza è molto legato alla nostra natura, agli aspetti ancestrali, culturali, alle relazioni dei popoli, al razzismo, alle discriminazioni e molto al vissuto personale alle nostre scelte.

Sembra impossibile fermare e sconfiggere queste forze che sconfinano rovinosamente nella vita: le guerre, gli eccidi, il fanatismo; ne vediamo l'opera ogni momento, in ogni quotidiano che leggiamo o telegiornale che ascoltiamo.

La voce di Dio: il Dio che parla, altro nome di Dio: contro l'egoismo e la violenza dell'uomo sull'uomo e sul mondo.                                "Il peccato, sta spiandoti alla porta , e i suoi desideri sono rivolti contro di te; tu dominalo!"


Dio che vede: Onnisciente, intende mostrarci che l'impulso violento fa parte soprattutto della natura umana decaduta che non ha saputo controllarlo. Esiste tra padre e figlio; tra fratelli figli dello stesso padre, sulle donne, tra presunti fidanzati e le loro compagne, tra familiari con la stessa genealogia. Questo sta succedendo ai nostri giorni: figli contro i genitori, religiosi fanatici contro i fratelli di altre religioni; uomini contro le donne e l'orrido sui bambini.

Sopporterà ancora il Dio che vede: fino a quando

La distruzione, per volontà del Dio che vede, gli orribili peccati comunitari sulle creature e sulla creazione commessi da Sodoma e Gomorra.

La storia dell'umanità è tanto diversa?

I Dieci Comandamenti, e il monito di Dio nei secoli con lo S. Santo e la Parola per farci stare in pace. Gesù, la Parola fatta carne e la Grazia col perdono, dovrebbero farci pensare sullo stato umano: a che punto è arrivata l'umanità. La violenza non è indomabile, ma si può controllare, volendolo, con la natura perdonata e graziata: la nuova nascita. Nessuno uomo o donna è nato per fare violenza e uccidere, ne per essere ucciso. L'Onnipotente ama la creazione e la vita.


              
        
Abramo, Profeta e Messaggero di Dio visse intorno al 2000 a.C. ed era nativo di Ur, nell’allora Babilonia. Salvato da Dio in uno sterminio di fanciulli innocenti.                                                            Per questa storia drammatica è contro la violenza e spera nella pace dei popoli.

Abramo intuisce l’esistenza del Creatore, dell’Unico, del Supremo, dell’Altissimo che si manifesta e fa di lui il primo muslim (servitore di Dio). Il loro saluto è: “Pace!”: dimensione assoluta nel Dio che ama: caratteristica suprema ed attraente dei beni superiori celesti.

Ebbene, Dio (gloria a Lui l’Altissimo) ci ha dato con la vita e la pienezza dell’esistenza: la terra che ci sostiene, l’aria che respiriamo, il cibo di cui ci nutriamo, i panni che ci coprono, gli oggetti che possediamo, gli affetti che ci confortano, la speranza in un’altra vita migliore e perpetua; essere ingrati non può che avvelenarci il godimento dei doni terreni e precluderci la visione del Suo Volto.


Dio però si avvicina e si unisce alla sua creatura, perché non la vede in grado di dominare queste forze minacciose: non sempre e non da chiunque! Storia questa che osa spingersi in una zona, diciamo oscura, per dimostrare l'amore e la potenza di Dio e i punti deboli dell'uomo, ma anche dell'umanità e le infiltrazioni del male che provoca violenza, sofferenza e morte.

Gesù rivela l'uomo all'uomo per fargli scoprire la sua psiche.

Abramo viene ricordato come il padre della fede, non perché incarna una fiducia sempre pronta e arrendevole, non perché è innocente e perfetto: porta Lot con se e non si comporta bene con Agar e Sara.

Accetta però di mettersi in cammino con Dio, è disponibile verso di Lui.
Abramo sa, che il Signore gli ha parlato con amore, sa dell'esistenza di una prospettiva sempre positiva in Dio e dell'esercizio di una scelta di fede sicura, qualunque siano le sue decisioni.
                                      Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava.
Abramo cerca un rapporto personale con il Dio che si rivela.

Un rapporto, visto che è considerato il nostro capostipite, paragonato a quello di tutti i credenti di ieri e di oggi. Rappresenta il credente pellegrino guidato sulla terra dalla Parola: Gesù con una promessa da attendere sperando nel suo ritorno glorioso.

Un'avventura di fede, di salvezza, dove non ci sono percorsi stabiliti, ma soltanto la certezza del cammino con la sua Parola: la Destra, la Potenza di Dio.

Dio stesso cammina, si é mosso con sofferenza e si muove nella storia, con fatica, con angoscia, tra gli ostacoli della cocciutaggine umana, della violenza endemica. Con preferenza si avvicina agli ultimi, ai derelitti, agli immigrati, ai disperati. Vede la morte di centinaia di bambini che nascono nei paesi più poveri, che si muovono morendo nel Mediterraneo o appesi ai fili spinati di sbarramento: sei su dieci non raggiungono l’infanzia.

Assistiamo, impotenti, ogni giorno alla strage degli innocenti.            I Governi europei fanno molto poco, anzi alcuni infieriscono.

Dov’è per tutti la responsabilità come credenti, fedeli, servitori di Dio come era Abramo, un muslim che va a salvare il nipote: il Salvatore ci chiama a salvare.

Purtroppo questo è ancora un mondo dove l' incontro della violenza è concreto...non c'è la pace di Dio: per questo ancora sta camminando sulla terra per salvare ancora. Cammina con i credenti che oltremodo faticano, sono inascoltati, derisi, minacciati, a volte uccisi.

Cercano di procedere insieme all'umanità, inciampando e ri
alzandosi ogni volta, per raggiungere quella Terra, quel Regno che è stato promesso; fino al termine di ogni cammino e poi quello di tutti: tribù, popoli, lingue e nazioni.

                   Arcobaleno, primo patto d'amore e di pace di Dio                     
                   Pace in terra agli uomini che Egli gradisce.

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