60-La Chiesa INCLUSIVA La chiesa
LA CHIESA INCLUSIVA Marco 9,33-41
Gesù
in questa circostanza volendo dialogare con chi lo segue più da
vicino, prende occasione chiedendo di cosa avevano discusso durante
la strada. Essi sentendosi in colpa tacevano perchè ancora una volta
mettevano in discussione chi fosse il più grande. Questo testo con
la semplicità di un esempio, ci indica che un bambino, il più
piccolo tra coloro che si sentono i più grandi, per Gesù è il
maggiore tra tutti.
Il
testo implicitamente parla di accoglienza e di servizio
e sebbene chiaramente è un comando istituito da Gesù, già da
subito sembra essere stato considerato poco; ai nostri giorni, quasi
dimenticato, "se qualcuno vuol essere il primo, dovrà essere
l'ultimo di tutti e servitore di tutti"
(Marco 9,36) "chi riceve uno di questi
minimi riceve me, e chiunque riceve me, non riceve me, ma riceve il
Padre che mi ha mandato".
Dichiarazioni lapidarie!!!
Dichiarazioni lapidarie!!!
Accoglienza
di un minimo, fratello o sorella, di uno straniero, di un portatore
di diversità: è accoglienza di Dio, verità verticale che deve
esprimersi in accoglienza orizzontale.
La
chiesa purtroppo dopo la partenza di chi poteva interpretare al
meglio queste affermazioni, le ha messe in discussione e si è chiusa
dentro cortili fatti da mano e mente d'uomo ed ha trasformato la
conoscenza di Dio: il presupposto di possedere il Dio verticale, la
Parola di Verità: Gesù, in un desiderio non controllato di vanto e
di grandezza personale o di gruppo, per sentirsi ed essere i
migliori, facendoli diventare sacramento, come strumento di potere e
di controllo che ne ha svilito il senso materiale e spirituale.
"Ama il Signore Dio tuo e ama il prossimo tuo" ecco un'altra affermazione; accoglienza di Dio e accoglienza del prossimo che si dovrebbe sviluppare all'aperto, in orizzontale. Per percepire il divino, bisogna vivere la vita, il servizio e tornare realtà viva e concreta. Fuori da templi formati da mano d'uomo e vetuste ideologie create da menti umane ora oltremodo obsolete.
"Non
glielo vietate, poiché non v'è alcuno che faccia qualche opera
potente nel mio nome, e che subito dopo possa dir male di me."
(Marco
9,40)
In queste parole, Gesù accoglie e nello stesso
tempo promuove una chiesa inclusiva liquida che si muove nella città:
nelle città del mondo carica di sviluppi positivi da trasformarsi in
una chiesa multietnica, multiculturale, multicolore e multifedele;
dove non sarà più valida la distinzione tra i vari discepoli: ebrei
o stranieri, seguaci vicini o seguaci lontani. Tutti i credenti, ogni
discepolo può e deve dire: sono anch'io di Gesù, così le chiese
nel tempo e nel mondo ovunque esse siano. E' Gesù che stabilisce
l'uguaglianza tra i credenti, e li impegna, tutti, a rimuovere gli
ostacoli che li separano, assegnando a ciascuno e a ciascuna chiesa
un ruolo di accoglienza e di servizio nelle città del mondo per far
diventare ed aver diritto ad essere loro stessi cittadini di quella
città futura che deve venire.
Gesù
ti vede caro Fratello o Sorella, ovunque tu sia, davanti, dietro o a
fianco alla sua Chiesa, che ti impegni e ti esponi senza se e senza
ma, ed è questo che vale. Un si senza ripensamenti,
senza ritorno e Gesù sempre al tuo fianco ed in tuo aiuto.
L'amore
per Te e per tutta la Chiesa è amore per l'umanità intera, senza
riserva senza smentita, che tutti coinvolge senza limiti ne
condizioni, che chiama a capire che la salvezza del globo dipende da
ognuno e da ognuna che in Lui si riconosce e si spende. Lui starà
con i suoi, come luce, nutrimento, che aiuta e che salva, tutti, a
camminare e a sperare anche nel buio del mondo e nella tentazione dei
demoni immondi.
Se
incespichiamo, se cadiamo, se la nostra fede vien meno, non per
questo Dio cessa il suo aiuto, ne di illuminare il nostro cammino.
Nel futuro dei suoi seguaci Gesù vede un destino glorioso ma ancora
gravoso. Il si della grazia che unisce per essere insieme in questa
speranza comune si forma il progetto della comunione con Dio e nella
nostra precarietà e instabilità della umana natura per restarci
vicino anche nei momenti difficili e duri.
Gesù
ci chiama a considerare quello che ci sta accanto, senza criticarlo,
ci invita a fare quello che non vorremmo fare, a camminare con chi
non amiamo, ci fa avvicinare a quello che non scieglieremmo mai, se
non appunto costretti da un cammino personale e di chiesa al servizio
della libertà e della verità che sta nella Parola del Maestro che
comanda ad andare per case e vilaggi insegnando l'amore, la gioia di
una strada perenne che conduce alla futura città, al regno e al
tempio di Dio che tutti fa santi.
Il
maestro rivolge la vocazione a diventare suoi operai, con i suoi
valori, quelli delle beatitudini, a tutti quelli che si sentono e si
mettono al suo servizio.
Beati
coloro che odono, ascoltano e seguono la voce, l'invito, a dispetto
di quella degli altri: dei nemici, dei conduttori iniqui e
fraudolenti, dei falsi profeti che insegnano a servire il male, con
sporchi lavori, a fare violenza, ad uccidere, a sacrificare la vita,
ad opprimere e ad alienare gli umani diritti. Seminatori di demoni
con l'aiuto dei demoni: la mala politica, la mala finanza, il riciclo
di sporco denaro, la prostituzione, l'alcolismo, il gioco d'azzardo,
le lobby razziste, le finanziarie speculative e le guerre.
La
chiesa deve cercare di muoversi insieme, nella Parola che è la
roccia e non nel molle terreno del dubbio e dell'incertezza
condizionata dal secolarismo e dai media. Il si nostro e quello di
Dio si fanno fonte di gioia nel servizio comune dove i percorsi non
sono fissati, non sono tracciati. La relazione e la comunione
richiede scelte continue, e si può sbagliare: è il tema della
fragilità in tutti i suoi molteplici aspetti e occorre riformarci,
riconvertirci alla Parola, al Dio delle genti e dell'amore.
La chiesa ha rifiutato, non la propria vocazione, ma quella dell'altro che Gesù ha chiamato, non accetta la pluralità che la caratterizza, sospetta il diverso, e disperdendosi si chiude in se stessa.
Preferisce
l'uniformità, il pensiero unico, il desiderio di arrivare, prima,
nella città futura con la propria storia, la propria verità, un
proprio nome, che secondo lei sarà preservato e conservato.
Le
chiese sono chiamate a cacciare i demoni a seguire il Maestro a
condividere la via della solidarietà, della giustizia e della pace,
con tutti i credenti specialmente quelli che più vicini ci sono.
Pochi sono gli operai, non dialogano e non si comprendono, si dividono facendo il gioco nemico, Gesù li riprende. In passato si sono scontrati ed uccisi. Pochi operai dice Gesù vedendo le chiese, le comunità così depredate e la messe grande e contaminata.
Le
comunità dei seguaci di Cristo sono gruppi, consapevoli dell'inganno
globale, della mistificazione che queste potenze e dominazioni stanno
operando. La visione di questi
adatti seguaci, chiamati e indicati che appartengono più o meno al
cammino indicato da Lui, che intravvede la condivisione e la diaconia
universale, con tutti e tra i primi i più piccoli ed indifesi nel
globo, i meno abbienti e affamati compresi.
La
messe è grande e pochi sono impegnati, nella predicazione e nella
testimonianza, e chi si sente mobilitato contro i mali del mondo, le
sciagure e le guerre, non deve essere allontanato ma chiamato
fratello e riconosciuto mesaggero di Cristo che opera nella scia
della sua compassione sul mondo, sul nostro pianeta che ha bisogno di
poveri e ricchi, operai e padroni, mozzi e nostromi, per solcare
diritta la rotta, con la stella lucente che semina pace ed amore.
Non
dobbiamo decidere noi chi sta al nostro fianco, chi volontario si
presta a operare in questo immenso lavoro, per iniziare o continuare
la vocazione che la Parola ha chiamato e indicato e che ancora ci
chiama a seguire il Maestro e a condividerlo insieme.
Cara
sorella o fratello, ama e fa quello che puoi, con chi sei, figlio e
figlia di comunità pellegrine e meschine che dimostri amore
itenerante, operante e liberante il prossimo dalla mondiale
stoltezza; cercando di mantenere l'unità della Chiesa, la
consistenza e la comunione a cui Cristo ti vuole.
Tu
che sai declinare il bene operoso, con parole ed azioni che reimposti
le relazioni di ascolto creativo e amicizia sicura che includi e
trasformi la realtà nella vita cristiana e lanci nelle chiese e nel
mondo la fede, la speranza e la vita.
Ama
e fa quello che puoi, con chi sei perché non perderai appunto il tuo
premio: beata/beato, tu sei.
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