43-LA BENEDIZIONE-Sequela
Quattro
significati essenziali:
- Accordarsi il favore divino e farsi concedere grazie. Sal 21:3-25:6
- Adorare Dio per la sua bontà, rendergli grazie. Sal 103-Ef 1:3
- Invocare il favore divino su una persona, un gruppo. Gen 12:3-Sal 21:6-Num23:20
- Salutare e augurare la pace all’altra persona, ad un gruppo. Sal 25:5-6:14-Num 22:6- 1Pie 3:9
La
benedizione è il favore di Dio sulla creatura a cui fa grazia. Rom
15:29
“La pienezza delle benedizioni di Cristo”
Benedire è
sentire questa benevolenza e donarla all’altro che ci è prossimo o
fratello.
La
benedizione aiuta a sentirci protetti e proteggere, allontana e
sconfigge la depressione, la tristezza ed aumenta la visione della
speranza.
Esercita un effetto benefico fisico e psicologico concreto
ed evidente.
L’invito è
benedire ed essere benedetti, convinti e pieni di fede con la
speranza che Dio è Sovrano e sa di cosa ha bisogno la sua creatura
perché conosce il suo cuore, i suoi pensieri.
L’uomo non
è soltanto materia, ossa e muscoli, ma ha una psiche, un’anima che
controlla e governa tutto il corpo, per questo motivo quando sta
bene, è contenta, sicura, tutto il corpo ne beneficia positivamente.
La
benedizione va aldilà dei limiti della comprensione razionale.
Per questo
motivo Gesù benedice, soprattutto i bambini, perché nella loro
semplicità e innocenza sanno accoglierla con calore.
Gesù ci
invita a benedire ed ad accogliere questa grazia, non soltanto quando
ci sono avvenimenti speciali, (sposi, battesimi, fine culti,
partenze, malattie) ma dispensarla quotidianamente con semplicità,
come un saluto, perché stiamo bene, siamo contenti, come un
ringraziamento a Dio per la nostra vita, il nostro cammino insieme,
condiviso.
La
benedizione è un alto momento spirituale che collega il Creatore
alla sua creatura. “Benedirò
quelli che ti benediranno” “Sarete una benedizione”.
La linea
diretta che ci collega è avere la stessa veduta, la stessa intesa,
sul mondo, sui fratelli; è avere comunione in verticale, ma
soprattutto in orizzontale, reciproca.
Benedire è
assumere ed esplicare autorità; potenza divina.
Essere benedetti è
dipendere da questa autorità.
Dio stesso
benedice e in questo modo crea rapporti di condivisione sincera e
concreta. Lui è presente e risponde sempre adeguatamente ad
entrambi, tutti e due sottomessi a disposizione qualunque invocazione
di bene faccia o dica su questa o quella persona, fratello,
famiglia, chiesa.
La
grande benedizione è “Dio
ha mandato Gesù per benedirvi”.
Noi dobbiamo
saper fare altrettanto: donare benedizioni.
Benedire è
sapere che ciò che Dio ci vuol donare è di gran lunga migliore di
quello che noi possiamo elargire. Gesù vuol farci grandi doni, cose
spirituali, eterne nei cieli, quelle materiali sa che ne abbiamo
bisogno.
“ Se
domanderete qual cosa nel mio nome: il Padre mio saprà
concedervelo!”
Questi grandi
doni sono subordinati al saper dipendere da Lui, saper stare sotto la
sua benedizione, saper eseguire le cose che ci chiede, saper fare la
sua volontà.
La
benedizione è quindi disposizione sia di chi la dona, sia di chi la
riceve.
E’
posizione di sottomissione e di parità perché tutti riceviamo da
Lui ogni cosa.
Consapevolezza
della nostra umiltà che ha ricevuto grandezza, dimensione condivisa.
La
benedizione evangelica è scevra da atteggiamenti prettamente
religiosi.
Si libera da
ogni aspetto immaturo, magico, superstizioso, di richiesta egoista,
esente da rapporti commerciali, ed infantili con la propria Divinità,
mai moltiloquio, ipocrisia. Le anime sono trasportate in un’apertura
semplice ma sublime, guidata dallo Spirito Santo alla presenza
paterna di Dio che dona gratuitamente.
Apprezzare
questo dono e compierlo nelle sue fasi di ricezione e donazione, è
realizzare una vita liberata e soddisfatta. Dio non è indifferente,
noi possiamo avvertirne la presenza, ascoltarlo, vederlo all’opera.
Se siamo come
creature nella fase ricettiva di assegnazione, sentiremo il suo
perdono, l’abbraccio di un Padre che ci comunicherà e infonderà
fiducia, comprensione, consolazione, sollievo, rifugio, forza,
confidenza, gioia, aiuto, amore; ed allontanerà, la paura, i pesi, i
peccati.
Se siamo
nella fase di donazione, come figli, fratelli di Gesù, ci sentiremo
ambasciatori suoi, potenti e vincenti sulle forze del male e sul
mondo e capiremo in profondità il suo grande amore per l’umanità.
Tutti siamo
nelle braccia del Padre, con l’ubbidienza ci porterà ad essere dei
credenti affrancati, sicuri, gioiosi, costanti, potenti.
“Come
io sono nel padre e voi siete in me, così siamo uno in tutti e tutti
in uno”.
Benedire o
ricevere benedizione per avere comunione intensa, il piacere di fare
la sua volontà, volere le cose che Lui vuole, per cambiare la nostra
coscienza, imparare a conoscere e ad avere un nuovo rapporto con Lui,
con i fratelli, la chiesa, il mondo.
Sentire la sua vicinanza, la
Paternità. Identificarsi con Gesù, una stessa discendenza, un
obbiettivo unico, un senso uguale, un medesimo sentimento.
“Amatevi
come io vi ho amato” beneditevi
come io vi ho benedetti.
Lo Spirito
accomuna Padre e Figlio, colui che benedice e quello che riceve
benedizione, c’è continuità, legame indissolubile, amore
famigliare, c’è eternità, “benedetti
di ogni benedizione spirituale”.
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