25-Abramo, PADRE della fede, Perché DIO lo SCEGLIE La fede
Care
sorelle e cari fratelli, qual è il senso della nostra chiamata,
dell’elezione?
Cosa
è diventato il significato della fede, della nostra evangelizzazione
e della predicazione?
Questo
brano scopre lo stato della nostra interrogazione e cerca di darci la
percezione e la risposta. Queste parole affermano che con Gesù è
pervenuta la fede e che in Lui si diventa tutti figli di Dio,
cosicché in Lui sono cominciate a cadere delle barriere, steccati
che l’umanità ha innalzato per difendere il proprio territorio, la
propria storia, la cultura, la religione, la tribù, la famiglia:
l’egoismo e l’egocentrismo sia personale che di gruppo.
Macigni
che dividono: le nazioni (giudei o greci), le culture e le religioni
(cristiani o mussulmani), le società (schiavi o liberi, servi o
padroni, politici o popoli), le persone (maschi o femmine, indigeni o
stranieri, portatori di handicap o non).
Con
Gesù e nella fede, abbiamo perso il carattere della nostra natura
terrestre, il vecchio uomo, i pregiudizi e le paure ancestrali, ma
soprattutto l’egoismo.
Ci è stata donata la libertà di figli del creatore; volendo significare che ogni credente che vive questa situazione è figlio di colui che ha creato e ha dato vita ad ogni creatura. Riconoscente di questo dono, deve sentirsi anche responsabile verso l’umanità e la natura da Lui creata.
Ci è stata donata la libertà di figli del creatore; volendo significare che ogni credente che vive questa situazione è figlio di colui che ha creato e ha dato vita ad ogni creatura. Riconoscente di questo dono, deve sentirsi anche responsabile verso l’umanità e la natura da Lui creata.
La
nostra interrogazione parte proprio da qui, da questo evento
straordinario della fede, non catalogata da nessuna ideologia, teologia o
religione ma non per questo non facente parte della storia umana. Vissuto che certamente si è cercato di modificarlo e di aumentarlo come uomini e
donne liberi che vogliono costruire non più muri, ma dialoghi con i
propri simili, con la natura e con Dio, senza paure senza pregiudizi
e senza superstizione, permettendoci di vivere tutti insieme in piena
libertà e in piena dignità e responsabilità. I nostri predecessori
ne sono testimoni fedeli. Allora è questo che ci differenzia dagli
altri. E’ questa la qualità della nostra elezione, della nostra
evangelizzazione!
Ad Abramo viene detto:
“in te saranno benedette tutte le famiglie della terra”.
Famiglie a La SPEZIA |
La
famiglia cristiana, quindi, è il luogo, la Terra Promessa che non ha
pareti di separazione ma è la casa ospitale dove è possibile
richiedere e trovare asilo. Perché insegna che siamo tutti uguali,
sotto la stessa grazia nella stessa casa e nello stesso regno.
La famiglia di DIO: La COMUNITÀ' |
La
certezza di questa elezione è la dove i credenti, tutti, in ogni
popolo, nella storia e nel presente vivono la parola di Dio,
indipendentemente dal popolo di Israele, perché Dio è universalista
e la promessa è stata fatta a tutte le famiglie.
La
Parola annunciata allora, ha solcato la storia, il tempo, qualsiasi
territorio: non è diventata etnica solo per Gerusalemme, ma
trasportabile in ogni terreno, che non è più straniero, e la Terra
Promessa è la
dove Dio abita, dove c’è il suo Spirito che ne è il Signore e da
la vita, e dove regna la giustizia e la pace.
Perché
il Signore è amore; ama Israele, ma anche tutte le famiglie del
mondo: sentimento forte, di attrazione, legame indissolubile. Sceglie
cosi ogni uomo o donna, ogni popolo.
Siamo
di Cristo e discendenza di Abramo:
relazione diretta, promessa per tutta l’umanità, erede
secondo la promessa.
Dio
sceglie di non escludere, ma di responsabilizzare ogni popolo.
Elezione che non rifiuta l’idea che Dio ha in relazione ad ogni
essere umano. Dio è integro e fedele.
Gesù
salva questa umanità che non è la migliore.
La fedeltà di Dio va oltre la nostra concezione del tornaconto di etnia o di sangue. La promessa legata al territorio è una contraddizione, il legame con la terra non c’è più.
SALVEZZA DELL'UMANITÀ' |
La fedeltà di Dio va oltre la nostra concezione del tornaconto di etnia o di sangue. La promessa legata al territorio è una contraddizione, il legame con la terra non c’è più.
Le
prescrizioni, le leggi, i comandamenti sono risposte dell’uomo:
umane; del deuteronomista che pretende di essere alla difesa di Dio,
mentre dimostra la sua difesa egocentrica, del territorio,
dell’etnia, della razza e della religione.
Se
certa società respinge i carcerati, gli omosessuali, i
tossicodipendenti, le prostitute, gli stranieri, e i diversi. Se i
malati sono trascurati, se i diversamente abili non trovano
comprensione, se i bambini immigrati diventano un problema nelle
scuole, se le società umane: la nostra società non sa accogliere ed
amare; Gesù ci ha insegnato che il credente per la fede crea luoghi
di accoglienza e di fratellanza.
La
nostra esistenza è trasformata e dobbiamo agire nella libertà della
verità e dell’amore, senza più preoccuparci di paure o di futuri
incerti, ma messi da Dio in cammino per annunciare al mondo l’amore
del Padre che accoglie, soccorre, cura, e nutre, attraverso di noi,
eliminando ogni ferita e le sofferenze; riconoscendo gli altri non
più come nemici ma come fratelli e sorelle di un’unica grande
famiglia, discendente
d’Abramo.
Per
questo dobbiamo vivere costruendo ponti con le nazioni, dialogare, con tutti popoli, non discriminare nessuna razza, prodigarsi per ciò che è bene e ciò che è
giusto, secondo la nuova responsabilità che non privilegi più gli
egoismi umani, ma si focalizzi sull'accoglienza e la condivisione
allontanando la paura e diffondendo l’amore come forza nuova della
fede che assegna spazi a chi si sente figlia o figlio, al di sopra
delle etnie, religioni o politiche.
Lo
spazio nuovo del regno di Dio che si manifesta ora e subito è nel
ritrovare l’altro o l’altra come fratello o sorella in questa
libertà della comunità cristiana che confessa questa fede
nell'unico Signore e Creatore.
La
famiglia cristiana non può più considerare giuste le differenze, le
diseguaglianze e ogni masso di separazione e quindi deve ricercare e
trovare la passione per ristabilire nella città e nella società la
giustizia e la pace per essere ora un solo corpo in Cristo Gesù.
Wesley
diceva: il mondo è la
mia parrocchia. La
chiesa deve diventare liquida come l’acqua e cercarsi gli spazi tra
le rocce del mondo e spianare la strada alla Promessa di Dio che è
ancora la strada maestra ed è l’unica a risolvere i problemi della
diversità.
Il
Creatore è il Dio di tutti, il nostro Dio. Se è tuo Dio! Dimostralo
confessandone la fede e la testimonianza, ma senza arroganza: con
umiltà, mansuetudine e fratellanza.
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